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«E cioè?»

«Vogliamo rilevare delle buone impronte digitali. Se le mandiamo a Washington può darsi che risulti che ella aveva precedenti, sotto un altro nome. E inoltre vogliamo fare scattare fotografie, per l’identificazione. Insomma, noi partiamo dal punto di vista che si tratti della Amy Waggoner che ha sposato John Waggoner e che poi è venuta a vivere a Kansas City. Probabilmente è così, ma vogliamo essere assolutamente certi che si tratti proprio di lei. E poi, il F.B.I. vuole impronte e fotografie. Incidentalmente, dite a Mac che devo telefonare al F.B.I. Lo farò non appena avrò interrotto questa comunicazione.»

«E che c’entra il F.B.I., sceriffo?»

«Gli stupefacenti. Su richiesta, si interessano a tutti quei casi che riguardano gli stupefacenti. È un campo che conoscono molto meglio di noi. Il fatto che quelle capsule fossero EMC può indicare da dove vengono. Oh, ma non accennate al F.B.I. né nei vostri discorsi né nei vostri articoli. Se lo pubblicate, l’assassino verrà a sapere con certezza che noi abbiamo trovato degli stupefacenti.»

«D’accordo. Dov’è l’ufficio più vicino del F.B.I.?»

«A Tucson. Credo che manderanno qualcuno entro domani, ma può anche darsi che questo qualcuno arrivi a Mayville nel tardo pomeriggio di oggi.»

Vidi la porta che si apriva e dissi: «Ecco che arriva Mac, sceriffo. Volete che ve lo passi?»

«Mio Dio, no. Non ho nessuna voglia di ripetere tutto quanto. Riferiteglielo voi. Arrivederci.»

Mi alzai e lasciai che Mac riprendesse il suo posto dietro la scrivania.

«Era Douglas,» gli spiegai. «E prima ha chiamato la polizia di Seattle. Ma è meglio che vi parli innanzitutto di Douglas. Ho preso appunti sulle notizie trasmesse da Seattle.»

«Vuotate il sacco.»

Avvicinai una poltrona e mi ci sistemai sopra comodamente. La conversazione con lo sceriffo era stata piuttosto lunga, ma la ripetei dal principio alla fine, e credo di non aver dimenticato nemmeno un particolare. Ogni tanto egli annuiva o brontolava, e una volta ruttò, ma fu tutto.

«Va bene,» disse, quando ebbi terminato. «E Seattle?»

«Ecco qui.» Spinsi verso di lui, sulla scrivania, il foglio degli appunti. «Leggetelo e, se avete qualche domanda da rivolgermi…»

Lesse ed annuì. «A quanto pare, dobbiamo smetterla di sospettare Waggoner. Qualcosa d’altro?»

«Una visita.» Gli raccontai della comparsa di Willie e della sua offerta di una colletta per i funerali.

«Maledizione!» disse, quando ebbi finito. «Avrei preferito che non fosse venuto qua con una proposta del genere. Potrebbe essere rimorso di coscienza. No, non credo sia stato Willie a uccidere Amy, alibi traballante o meno, e soprattutto non mi va di pensarlo. Ma…»

«A me non sembra tanto rimorso di coscienza quanto un pensiero gentile, Mac. E poi, alibi traballante o meno, non mi riesce certo di vedere Willie nelle vesti dell’assassino.»

McNulty sospirò. «Nemmeno io, in verità. Sono pochi i clienti del Filone che abbiano un alibi solido, dimostrabile. Alle due erano quasi tutti a letto a dormire, come voi, del resto. Ma questo almeno è una cosa sensata, mentre non è sensato girare in macchina da solo per due ore, senza una meta precisa. Ehi, il venerdì non è il vostro giorno di riposo? Hetherton vi fa lavorare fuori orario o siete capitato qui per conto vostro?»

«Né una cosa né l’altra. Tom Acres mi ha chiesto di seguire il caso per il suo giornale e di trasmettergli un servizio.»

«Oh! E che cosa farete adesso?»

«Andrò a mangiare, credo. Come prima colazione, mi sono limitato a bere un caffè.»

«E poi?»

Mi strinsi nelle spalle. «Girerò un poco, immagino. Cercherò di parlare con qualcuno, di raccogliere informazioni. E di tanto in tanto mi metterò in contatto con voi.»

«Fra una visita e l’altra ai bar?»

«Più o meno. Ma anche ai ristoranti. Non viveva soltanto di alcool, Amy. E… bene, credo che abbiate già raccolto tutte le informazioni che c’erano da raccogliere. Forse l’Ufficio postale… Li avete interrogati per ciò che riguardava la corrispondenza in arrivo, Mac, ma avete chiesto qualcosa anche di quella in partenza? Non è probabile che abbiano notato lettere normali, credo, ma, se ha spedito raccomandate o pacchi per aereo…»

«Niente di niente. Ho controllato anche questo. Ma statemi a sentire: già che siete in giro, c’è una cosa che potreste controllare per me. Basta che rivolgiate un’unica domanda extra in ogni posto dove andate.»

«Certo. E la domanda sarebbe?»

«Quanto spendeva là dentro. Sappiamo che il suo assegno settimanale era di cinquanta dollari. Voglio sapere se quello le bastava o se spendeva di più. Se spendeva di più, il denaro doveva venirle da qualche altra parte, capite?»

«Buona idea, Mac. Ora che ci penso, sarei pronto a scommettere che spendeva di più. Vediamo: pagava venti dollari la settimana a Birdie, e in questo modo, per mangiare e per bere, gliene restavano soltanto trenta… e credo che con una sete come quella di Amy una cifra del genere doveva essere appena sufficiente per gli alcoolici. Ci sono poi le spese accessorie, come la benzina e la lavanderia…»

«Già, ma non credo che spendesse molto per queste due ultime voci. Potrebbe però aver speso per un’altra cosa: gli abiti. Ammesso che ne abbia comperati di nuovi da quando è venuta qui. Avete in programma di vedere Birdie?»

«Non ci avevo pensato. Ma potrei andarci.»

«Birdie dovrebbe essere in grado di dirvi qualcosa sui vestiti. Non c’è bisogno che giriate i negozi di abbigliamento. Birdie è una ficcanaso. O almeno, è certo stata abbastanza curiosa da guardare i vestiti appesi nell’armadio di Amy il giorno dell’arrivo e da controllarli ogni tanto. Sicuramente saprà quale è nuovo e quale no. Una volta sono stato costretto a strapazzarla per colpa di quella sua maledetta curiosità, e così, a proposito degli abiti di Amy, è più facile che parli con voi che non con me.»

«Potrò entrare nella camera di Amy?»

«Certo, Birdie ha la chiave. Ma perchè?»

«Pensavo che, se Birdie oppone resistenza e non vuole ammettere di sapere qualcosa degli abiti di Amy, potrei controllare le marche prima di girare i negozi di abbigliamento di qui. Anche se non ricordano le vendite, potranno dire se trattano o meno quel determinato tipo di vestito… e quanto costa.»

«Intelligente. Ho bisogno di aiuto, e poi voi prendete due piccioni con una sola fava, perchè il caso vi interessa comunque dal punto di vista professionale. Io controllerò chi è sceso all’albergo e al motel in questa ultima settimana. Oggi, un momento o l’altro, capiterò anche da Birdie. Ma, come ho già detto, è più facile che parli con voi che con me degli abiti di Amy.»

«E allora chiuderete l’ufficio per un poco?»

Scosse la testa. «Telefonerò a Charlie e gli dirò di venire più presto; non me ne andrò fino a quando non è arrivato. E credo che chiamerò anche Chico.»

«Chico? E che c’entra Chico? A quanto sembra, questa storia non ha rapporto alcuno con Mextown. Non credo che Amy ci sia mai andata.»

«Già. Ma voglio mandare Chico al confine a conferire con i poliziotti messicani. Chico li conosce. Se sanno qualcosa degli scacciapensieri, ne sarà informato meglio del F.B.I. E più in fretta.»

«Mi sembra una buona idea. Bene, me ne vado, Mac. Arrivederci.»

12

Decisi che un aperitivo prima di pranzo non mi avrebbe fatto male, e poi, in ogni modo, dovevo parlare con Cass. Attraversai diagonalmente la strada verso il suo locale, ma subito ricordai che era troppo presto. Cass non ha baristi, e di conseguenza non apre mai prima della una. D’altra parte, non sono molti a Mayville quelli che bevono la mattina. Senza baristi, gli tocca lavorare dodici ore al giorno, ma lui dice che non gliene importa; si sente perfettamente al suo posto dietro al banco, dice. E, specialmente fuori stagione, non sempre apre in orario o tiene aperto il locale fino alla una del mattino. Se c’è poco da fare, o se gli capita di averne voglia, abbassa le saracinesche, espone il cartello di «Chiuso» e se ne va.