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Rimisi il foglio nella busta, la busta al suo posto e vi appoggiai sopra il libro dei profitti e perdite. Chiusi la cassaforte e girai la manopola.

Ma rimasi ancora in piedi per un buon minuto, meditabondo. Non riuscivo assolutamente a capire che cosa facesse nella cassaforte di Hetherton quel vecchio avviso della polizia.

E mi chiedevo, soprattutto, se esso poteva avere qualche legame con Amy Waggoner e con l’assassinio di Amy Waggoner. Così come stavano le cose, non riuscivo a vedere legame alcuno, si trattava per me di due misteri, l’uno e l’altro incomprensibili.

E poi mi chiesi… se non c’era per caso qualche legame fra Amy Waggoner e Sidney M. Hetherton.

Era possibile, sia pure molto lontanamente, che Amy Waggoner fosse stata l’amante di Hetherton, e che fosse stato lui ad arrotondare i cinquanta dollari settimanali degli alimenti con una cifra eguale, purché ella venisse a stabilirsi lì? Era logico che, in questo caso, si fossero comportati come si erano comportati, avessero finto cioè, in pubblico, di non conoscersi nemmeno. Ed Hetherton si allontanava dalla città, una volta ogni tanto, in genere per pochi giorni ma in qualche occasione anche per una settimana. La meta di qualcuno di questi viaggi poteva benissimo essere stata Kansas City; poteva aver benissimo conosciuto Amy. E forse l’aveva convinta a trasferirsi lì, dove sarebbe stata più vicina, dove avrebbero avuto occasione di vedersi più spesso… A giudicare da quello che avevo visto nel libro dei conti nella cassaforte, e non sapevo se aveva altri redditi oltre il giornale e la stamperia, egli poteva certo permettersi di spendere cinquanta dollari la settimana e anche di più…

Stavo tornando alla mia scrivania quando la porta si aprì ed entrò qualcuno. Ma non era Hetherton che tornava più presto del previsto; era la mia collega d’ufficio, Alicia Howell. O meglio, la signorina Howell, perchè i nostri rapporti non erano tali da autorizzarci a chiamarci per nome. Non che fosse realmente ostile, con me o con qualsiasi altro, ma non era il tipo di donna che si possa chiamare per nome, ecco. Per un poco mi aveva incuriosito, ma poi avevo smesso di interessarmi a lei, per pura e semplice mancanza di alimento per le riflessioni. Non parlava mai di sé, e di lei non sapevo niente di più di quanto avevo saputo il giorno della mia assunzione, quando Hetherton ci aveva presentato.

Disse: «Buon giorno, signor Spitzer», e andò alla sua scrivania. Non mi chiese che cosa facevo in ufficio nel mio giorno di riposo e sapevo che non me lo avrebbe chiesto; non chiedeva mai niente, a meno che non avesse avuto bisogno di sapere qualcosa per motivi di lavoro. Di me e dei miei precedenti conosceva, più o meno, quello che io conoscevo di lei e dei suoi.

Dissi: «Salve. Siete stata fuori per una commissione?» Io sono molto meno inibito per ciò che riguarda le domande.

«Avevo mal di testa, signor Spitzer. Ho dovuto uscire poco prima di mezzogiorno.»

La guardai mentre infilavo il foglio nella macchina. «Avreste potuto riposare per tutto il resto della giornata; sono quasi le quattro ormai.» Aveva davvero l’aria di non stare troppo bene: il suo viso equino sembrava più affilato del solito, più pallido. E aveva gli occhi cerchiati di rosso.

«Non sarebbe stato onesto, signor Spitzer. Avevo promesso al signor Hetherton di tornare se il mal di testa mi fosse passato, e mi è passato.»

Era affar suo, non mio, e credetti opportuno lasciar perdere; mi girai verso la macchina da scrivere e mi concentrai sull’articolo.

Peccato che non potessi sfruttare quella che forse era la vera traccia: gli stupefacenti rinvenuti nella macchina di Amy. Cominciai invece con i risultati dell’autopsia, che, in ordine di importanza, venivano subito dopo. E lisciai McNulty dicendo come aveva scoperto — il merito era suo, anche se ero stato io a far lavorare le gambe — che Amy, almeno da quando era venuta a Mayville, spendeva apparentemente circa il doppio del suo reddito noto.

Riferii poi quello che avevamo saputo da Waggoner sul passato di Amy, aggiungendo il particolare che sarebbe stato lui a pagare i funerali. Poi, ripensandoci, cancellai questa frase; il fatto che ci fossero i funerali aveva un interesse puramente locale, e io stavo scrivendo per Bisbee e per la trasmissione in telescrivente.

Poi, per un ultimo controllo prima di telefonare a Tom, chiamai McNulty per accertarmi che non fossero emersi fatti nuovi da quando ci eravamo visti l’ultima volta.

Non c’era niente; aveva chiamato Kansas City, ed ora i poliziotti si stavano dando da fare per sapere quanto spendeva alla settimana Amy quando viveva là. «Oh, e possiamo cancellare dall’elenco degli indiziati quel tale che veniva proprio da Kansas City; è un tipo a posto. Il capo della polizia lo conosce personalmente, e così non ha avuto nemmeno bisogno di interrogarlo per richiamarmi poi. Lo conosce abbastanza per sapere che cosa faceva da queste parti: era in viaggio alla volta della California per una partita di pesca. È il legale di una grossa azienda di quella città. Ehi, Bob, siete sempre del parere di fare un salto da Birdie dopo aver trasmesso il vostro pezzo?»

«Non ho ancora fatto progetti, Mac. Ma potrei anche andarci. Perchè?»

«Potreste fare qualcosa per me. Un po’ troppo complicato da spiegarsi per telefono. Attraversate la strada prima di allontanarvi, e vi dirò tutto.»

«D’accordo. Arrivederci allora.»

Interruppi la comunicazione, ma tornai subito a sollevare il ricevitore. Non c’era niente da aggiungere in quello che McNulty mi aveva raccontato; tanto valeva che telefonassi e la facessi finita. Non fu la voce di Doris a rispondermi, naturalmente; non aveva ancora preso servizio. Chiesi di Tom Acres, e meno di un minuto dopo parlavo con lui. Gli lessi quello che avevo appena terminato di scrivere.

Disse: «Bene, Bob. Non si può ottenere vino da una botte vuota, e per l’articolo dovrò accontentarmi di questo. Ma tenete gli occhi aperti, e se prima delle dieci salta fuori qualcosa che vale la pena di stampare, telefonatemi.»

«D’accordo, Tom.»

«Arrivederci, amico. E buona fortuna.»

Interrotta la comunicazione, andai a mettere il dattiloscritto sulla scrivania di Hetherton. Poi uscii e traversai la strada.

McNulty mi salutò con un cenno quando mi vide. «State per andare da Birdie?»

«Si.»

«Potete fare due cose. Prima, cercare una cannula. Sapete che cosa è una cannula, vero?»

«Mac, anche se non sono sposato, non sono più un ragazzino. L’aggeggio che avete nominato ha due versioni: una con un bollitore d’acqua calda appeso al muro e fornito di un tubo di gomma, l’altra…»

«Va bene, va bene. Guardate se Amy aveva uno di questi aggeggi, di qualsiasi tipo.»

«D’accordo, ma perchè?»

«Il coroner ha avuto un’idea e mi ha telefonato. Mi ha detto che Amy non aveva avuto… sì… rapporti sessuali nelle due ore che hanno preceduto la sua morte. Ma poi ha pensato che se li aveva avuti ed aveva poi fatto un lavaggio accurato non sarebbe rimasta traccia alcuna. Ho guardato là dentro, ma non ricordo di aver visto se c’era o meno una cannula.

«Questo ci servirà a completare il quadro, ci aiuterà a capire se una cosa del genere può o meno essere successa, Bob. Voglio dire, potrebbe essere successa subito dopo che quel tale è entrato, e poi potrebbero aver cominciato a bere fino a quando lei è crollata.»

«Va bene,» dissi. «Controllerò. Ma c’era qualcosa d’altro, vero?»

«Sì. Ho parlato con Murcheson e gli ho trasmesso l’ordine per il funerale. E lui mi ha ricordato una cosa quando mi ha chiesto con che cosa volevamo che fosse seppellita, e così qualcuno dovrebbe ritirare un vestito. Già che andate da Birdie, questo qualcuno potreste essere voi. Era nuda come un verme, avvolta in un lenzuolo quando l’hanno portata a Douglas, e credo che non si seppellisca la gente in quello stato, sia pure in una cassa chiusa.»