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Alle pareti, un vecchio specchio, ma niente quadri. Mi ero aspettato qualche pin-up? Forse, ma capii che non poteva tenerle se solo la signora Wayne capitava là dentro qualche volta.

Sul cassettone, insieme a spazzola, pettine e un rasoio di sicurezza, c’era un mucchio di giornali a fumetti (sapeva leggere, era evidente), ed io sfogliai i primi. Volevo vedere di che tipo erano e speravo di poter trovare fra di essi qualcosa che confermasse i miei sospetti. Artists and Models o roba del genere, con fotografie di nudi. Ma, per quanto cercassi accuratamente, pur senza metterli in disordine, erano tutti fumetti, per una buona metà western, per il resto polizieschi. Sì, c’erano diversi Dick Tracy, se questo poteva significare qualcosa. Ma erano tutti fumetti innocui, che non avevano nulla a che vedere con il sesso, il sadismo ed altri argomenti dello stesso tipo.

Senza toccare nulla, diedi una rapida occhiata al contenuto dei tre cassetti. Nel primo cassetto, biancheria pulita ma non stirata, biancheria sporca nel cassetto centrale. Nell’ultimo, niente. Non erano foderati, e non ebbi di conseguenza bisogno di guardare sotto la carta per vedere se c’era nascosto qualcosa.

Mi chiesi se aveva una giacca e mi guardai attorno. Sì, ad alcuni chiodi fissati alla parte interna della porta c’erano appesi degli indumenti. Un impermeabile, una giacca pesante, un paio di calzoni.

Aprii il cassetto del tavolo di cucina. Conteneva quello che c’è di solito nei cassetti dei tavoli da cucina: coltelli, forchette, cucchiai, un apriscatole. Cercai un coltello che avrebbe potuto produrre la ferita riscontrata su Amy, ma non lo trovai: tutto si limitava a un coltello da macellaio, troppo grande, a un coltello per patate, troppo corto, e a due coltelli normali spuntati.

Mi guardai attorno per vedere se c’era qualcosa d’altro da ispezionare, ma non c’era niente. Salvo le tasche degli indumenti appesi dietro la porta. Erano vuote.

Se Herbie aveva nascosto qualcosa lì dentro, l’aveva nascosta molto bene, sotto un asse del pavimento o in un posto che non sarei mai riuscito a trovare nel poco tempo che potevo osare di rischiare.

Uscii, badando a lasciare la porta socchiusa, come l’avevo trovata. E, in fretta, mi incamminai verso la strada e il motel.

Per prima cosa, vidi la bicicletta di Herbie appoggiata al suo treppiede sul bordo della strada, e ringraziai il cielo di aver pensato di chiedere a Birdie di intrattenerlo, perchè, in caso contrario, mi avrebbe sorpreso nella sua stanza o mentre uscivo.

Quando fui più vicino, lo scorsi intento a parlare con Birdie davanti alla porta dell’ufficio. Tutti e due alzarono la testa e mi guardarono mentre mi avvicinavo.

Herbie mi fulminò con una occhiata minacciosa. Forse immaginava da dove venivo. Da dove altro sarei potuto venire, a piedi e da quella direzione, con la mia macchina abbandonata nello spiazzo del motel? La prima casa dopo quella della signora Wayne era un buon paio di chilometri più oltre, e certo se fossi dovuto andare là, mi sarei servito della macchina.

E Birdie, maledetta, si voltò ed entrò nell’ufficio, lasciandomi solo ad affrontare la tempesta. Probabilmente immaginava che ci fossero guai in vista, e voleva girarne alla larga.

Ma non avevo scelta: non potevo girarmi e scappare, mi sarei tradito in questo modo, e poi lui, con ogni probabilità, mi avrebbe battuto, se non in velocità, in resistenza. Così tirai dritto. Dissi: «Salve, Herbie», con un tono che mi sforzai di far apparire disinvolto e allegro.

14

Herbie si piantò davanti a me, ed io mi fermai. «Siete andato a frugare a casa mia,» disse.

«Vi sbagliate, Herbie,» replicai. «Cercavo la signora Wayne. Ma nessuno è venuto ad aprirmi la porta. È per caso partita?»

«Sì,» ammise, con un brontolio. Poi continuò: «Statemi a sentire. Voi dovete andarvene, lasciare la città. Capito?»

«Ho capito, Herbie, ma non dovreste dire cose del genere. Non volete che vada a riferirle al capo McNulty, vero? O che gli racconti che girate di notte in bicicletta per spiare nelle macchine ferme. Vi metterebbe sotto chiave per questo.»

La sua espressione si fece ancor più minacciosa e brontolò, ma senza rispondere chiaramente, ed io ne approfittai per girargli intorno e bussare alla porta dell’ufficio di Birdie.

Disse: «Se mi accorgo che siete stato a casa mia, vi…» Poi, forse perchè Birdie stava aprendo, si interruppe e si diresse verso il punto dove Birdie aveva lasciato la falciatrice automatica.

«Avanti, Bob,» mi invitò Birdie. E, quando fummo nell’ufficio, con la porta chiusa e con la falciatrice che cominciava a ronzare nel prato: «Avete…»

«Ho cercato, sì, ma non ho trovato niente. Accidenti, Birdie, forse mi sbaglio, ma non riesco ancora a vedere in Herbie quell’essere innocuo che tutti compatiscono. Non si comporta certo in maniera innocua nei miei confronti; ce l’ha a morte con me, e non riesco a immaginare perchè. Non gli ho mai schiacciato i piedi. In ogni modo, grazie per avermelo trattenuto. A proposito, quanto vi devo?»

«Un dollaro sarà più che sufficiente. Se la sbrigherà in meno di un’ora, ma non gli do mai meno della tariffa minima, anche se ha lavorato mezz’ora soltanto.»

Presi dal portafogli una banconota da uno e gliela diedi.

«E grazie, Birdie. Statemi a sentire, Voglio che mi aiutiate a scegliere l’abito con il quale Amy deve essere seppellita. Mac mi ha pregato di portargli un completo.»

«Non… non potrei entrare là dentro, Bob. Mac mi ha fatto giurare di non metter piede nella stanza di Amy fino a quando l’inchiesta non sarà finita.»

«Oh, non dovete preoccuparvi per questo. Mac mi ha detto di chiedervi di aiutarmi a scegliere la roba.»

«E va bene, allora. Sbrighiamoci.»

Quando gli passammo accanto, Herbie non alzò gli occhi dalla falciatrice che stava manovrando. Birdie aprì la porta e lasciò la chiave all’esterno. Andammo all’armadio, ed io presi per prima cosa la valigetta alla quale McNulty aveva accennato. La misi sul letto e l’aprii: era vuota. Chiesi a Birdie di guardare nel cassettone e di prendere la biancheria e un paio di calze, ed intanto passai in rassegna le scarpe nell’armadio a muro e scelsi il paio che mi sembrava più adatto, un paio di scarpe nere di modello semplicissimo.

Poi Birdie ed io ci consultammo a proposito del vestito. L’abito messicano era il più nuovo ed anche il più elegante, ed io ero piuttosto incline a prendere quello. Ma Birdie lo considerava poco indicato alla circostanza, e mi lasciai dissuadere, anche se sono ancora convinto che Amy avrebbe scelto proprio quello. Birdie si soffermò su un vestito di organza bianco che era probabilmente il più semplice di tutti, ma rammentai un particolare che lo escludeva, come avrebbe escluso del resto quello messicano: erano tutti e due molto scollati. Spiegai a Birdie che non sapevamo come era stata condotta l’autopsia e che di conseguenza la scollatura meno generosa sarebbe stata la più indicata: da questo particolare poteva dipendere se al funerale la cassa sarebbe stata aperta o meno. Ella capì subito come stavano le cose, e finimmo per fermarci su un abito blu molto accollato ed in più che discrete condizioni. Birdie lo ripiegò nella valigia, e la nostra missione ebbe termine; Amy era ormai pronta per il suo ultimo viaggio.

«A proposito degli altri vestiti, Birdie,» dissi. «Quelli che aveva quando è arrivata qui. Erano eleganti? Con che tipo di guardaroba è venuta?»

«No, quello che portava non aveva l’aria né particolarmente nuova né particolarmente elegante. Roba da dieci o quindici dollari. Perchè?»

Non c’era ragione per cui dovessi tacere. La storia che Amy, a Mayville, incassava cinquanta e spendeva più di cento per settimana sarebbe comparsa in ogni modo l’indomani sul giornale di Bisbee. Le spiegai che stavamo cercando di sapere quanto poteva spendere approssimativamente prima di venire lì.