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Birdie disse: «Bene, non saprei quanto poteva spendere a Kansas City, ma in ogni modo i suoi soldi non andavano certo in abiti. Un guardaroba come quello non doveva essere costato più di un cento all’anno, cioè un paio di dollari la settimana, come massimo. Ricordo che, quando ho visto che cosa appendeva nell’armadio, quando ho notato quelle valigie da quattro soldi, mi sono chiesta come mai, se era tanto povera, non si prendeva una camera in città per risparmiare.»

«E perchè, secondo voi, non lo ha fatto?»

«Non fate lo sciocco, Bob Spitzer. Sapete benissimo che in nessuna stanza d’affitto, sia pure a Mayville, si accetta o si tiene chi beve come beveva lei e chi segue i suoi orari. In un motel, non importa invece, purché non diate fastidio agli altri, e Amy non dava fastidio a nessuno. Non la vedevo quasi mai, salvo quando usciva, verso mezzogiorno. E non sono puritana, io: la morale degli altri non mi interessa, purché non secchi me o i clienti.»

«Intendete la morale, Birdie, o semplicemente gli eccessi alcoolici?»

«Soltanto gli eccessi alcoolici, credo. Per ciò che ne so, non ha mai ricevuto uomini in camera sua, e in caso contrario me ne sarei accorta, potete esserne certo. Salvo la notte scorsa, naturalmente.»

«E ha mai ricevuto donne in camera sua?»

Birdie scosse energicamente la testa. «No, non era di quella categoria, Amy, ve lo posso assicurare. E non è stata una donna a bere con lei e a ucciderla, l’altra notte.»

«E come potete esserne così sicura?»

«Per il modo in cui era vestita… o svestita. Si sarebbe messa almeno una vestaglia se era una donna quella che veniva a trovarla. Le donne sono più riservate con le altre donne, sia pure loro amiche, che con gli uomini.»

Sorrisi. «Ci credo sulla vostra autorità.»

«Avete bisogno di qualcosa d’altro? Ho da lavorare, io.»

«Devo darmi un’occhiata in giro; Mac mi ha chiesto di controllare un paio di cose, già che ero qua. Ma voi andate pure; quando avrò finito, chiuderò e vi porterò la chiave.»

Quando fu uscita, mi chiesi da che parte avrei dovuto cominciare. Avevo già deciso che, dal momento che dovevo cercare la cannula, avrei ispezionato accuratamente tutto il locale, nella speranza di trovare magari qualcosa che McNulty e lo sceriffo avevano trascurato.

Molti attaccano con il nastro adesivo o con le puntine qualcosa, specie documenti, dietro o sotto i cassetti, e così per prima cosa controllai con la massima attenzione i cassetti. Guardai anche dietro lo specchio sul cassettone e dietro i due quadri appesi alle pareti. Guardai… ma credo sia inutile elencare tutti i posti dove guardai, perchè non trovai nulla.

Salvo che nel bagno, dove trovai qualcosa che, se non mi fu d’aiuto, mi lasciò perplesso. Avevo letto da qualche parte che c’è chi adotta come nascondiglio il serbatoio dell’acqua per il gabinetto, e sollevai il coperchio per dare dentro un’occhiata. La palla di rame era del tipo a due emisferi, e mi costò una certa fatica separarli per un controllo. E dentro trovai qualcosa: uno scarafaggio morto. Avrei dato (e darei ancora) non so che cosa per sapere come lo scarafaggio era finito là dentro, ma non mi riusciva di vedere che cosa poteva avere a che fare con la morte di Amy.

Non trovai la cannula. Se l’assassino non se l’era portata via — il che appariva, a dir poco, improbabile — sembrava sicuro che Amy non aveva avuto rapporti sessuali con il suo carnefice.

Le mie ricerche richiesero un certo tempo, e avevo sentito per l’ultima volta il ronzio della falciatrice automatica da circa cinque minuti quando finii. Avevo indugiato di proposito? Non lo so. In ogni modo, Herbie e la sua bicicletta non c’erano più quando uscii, chiusi a chiave la porta e andai a restituire la chiave a Birdie.

Misi in macchina la valigia con gli abiti di Amy e tornai in città. Erano le sei precise quando arrivai, in perfetto orario per trovare McNulty da Cass e farmi offrire da lui il bicchiere che mi aveva promesso.

Quando entrai, era seduto in fondo al banco e stava chiacchierando con Cass. Si voltò, e, approfittando del fatto che mi guardava, io appoggiai la valigia accanto alla porta e gliela indicai con un cenno perchè capisse di che cosa si trattava. Poi mi unii a loro.

«Il solito, Bob?» mi chiese Cass, e alla mia risposta affermativa cominciò a prepararmi un whisky ed acqua.

«Qualcosa?» domandò McNulty.

«Niente.» Non lo avrebbe interessato certo il mistero dello scarafaggio morto nel galleggiante del serbatoio. «Nessuna traccia di cannula. E voi avete qualche novità da raccontarmi?»

Cass stava tornando con il mio bicchiere; me lo appoggiò davanti e fece squillare il registratore di cassa per dare il resto a McNulty. Qualcuno all’altra estremità del banco ordinò un bis, ed egli, invece di unirsi a noi, andò da quella parte. McNulty disse: «Solo una telefonata di Chico, da Nogales. Stava per tornare, ma ha chiamato prima. Negativo.»

«L’esercente o gli stupefacenti?»

«L’uno e l’altro. Anche ad Agua Prieta e a Naco non sanno niente di stupefacenti in transito. A Nogales risulta che c’è un poco di contrabbando di eroina e, in misura minore, di morfina — qualche volta riescono a pescare un contrabbandiere, o dietro informazione o su controllo — ma di scacciapensieri non hanno mai sentito parlare. E quell’esercente di Nogales è il proprietario di un rispettabilissimo negozio di abbigliamento maschile che si trova in viaggio di piacere. Nessun legame con il contrabbando.»

«Niente da Kansas City?»

«Niente. Ci metteranno un bel po’ di tempo a scoprire, sia pure approssimativamente, quanto spendeva Amy.» Vuotò il bicchiere. «Bene, adesso me ne vado.»

Cercai di convincerlo ad accettare il bis da me, ma non ne volle sapere. Uscendo, prese la valigia con gli abiti di Amy.

Uno dei due uomini in fondo al banco — lo conoscevo di vista come il cassiere capo della banca, ma non sapevo come si chiamasse — andò accanto al juke box, infilò una moneta nella fessura e premette il pulsante. Pochi istanti dopo attaccò la musica: una versione strumentale di None but the Lonely Heart. E, dopo le note dell’introduzione, Cass cominciò a cantare. A mezza voce, ma con quel tanto che bastava per dominare la musica. Era una canzone bella e triste.

Ma non ero in uno stato d’animo adatto per apprezzare la bellezza o la tristezza. Mi sentivo irritato con me stesso perchè, a quanto pareva, non sarei riuscito a trovare altro che valesse la pena di telefonare a Tom Acres, anche se mancavano ancora quasi quattro ore alla chiusura del giornale.

Accidenti, pensai, non può succedere niente in queste quattro ore? Charlie Sanger avrebbe tenuto aperto l’ufficio, ma certo non si sarebbe interessato al caso. E non sapevo che cosa avrei potuto fare io, quale maledetta domanda avrei potuto rivolgere che non fosse già stata rivolta o da me o da McNulty.

Niente. Era, quella, la prima occasione che mi capitava di fare l’inviato speciale, sia pure per un giorno, ed avevo sperato di riuscire a combinare qualcosa. Non di dar fuoco al mondo o di risolvere il caso da solo — anche se, credo, avevo sperato di trovare un coltello insanguinato a casa di Herbie — ma di scovare qualche particolare per un articolo più sostanzioso di quello, insignificante, che avevo già telefonato a Tom.

Bene, dovevo pur mangiare in qualche momento, prima della chiusura del giornale, e tanto valeva che me la sbrigassi subito. Aspettai che Cass avesse finito di cantare — non pensavo nemmeno di andarmene mentre si esibiva — poi salutai ed uscii.

Mangiai senza il minimo appetito a uno dei ristoranti più economici e me la presi calma. Quando uscii, erano le sette e cominciavano a calare le tenebre. Tre ore da far passare, ma io volevo pensare a qualcosa di costruttivo da fare, non intendevo lasciar passare quel tempo così, semplicemente.

Ma la sola idea che mi venne fu quella di passar di nuovo all’ufficio di polizia per un ulteriore controllo.