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Mentre tornavo a riprendere la mia roba, dissi: «Sentite, Cass, so che eravate una volta James Norcutt; so che avete ucciso Amy, con ogni probabilità perchè vi ricattava. Ma perchè non mi raccontate il resto, tutto quanto dal principio alla fine?»

«Non mi va di parlare. Devo riflettere. Tenete chiuso il becco.»

«Cass, parlare vi aiuterà a riflettere. Levatevi questo peso dallo stomaco. Che cosa avete da perdere? Abbiamo tutta la notte a nostra disposizione.»

Questa frase mi spaventò quando la pronunciai, perchè era vero. Avevamo realmente tutta la notta a nostra disposizione, perchè nessuno si sarebbe accorto della mia scomparsa prima del mattino seguente. Tom Acres non si sarebbe preoccupato, se non lo avessi richiamato. Forse Charlie Sanger avrebbe tentato di mettersi in contatto con me, ma, trovando chiuso il bar di Cass, avrebbe lasciato perdere. E la mia padrona di casa non si sarebbe certo messa in pensiero se non fossi ancora rientrato quando andava a letto; era una cosa che capitava molto spesso.

Cass tornò a sospirare. «Va bene. Credo che non importi più ormai, e tanto vale che vi racconti tutto. Vediamo un po’ da dove devo cominciare. Sono cresciuto a Detroit in brutta compagnia. Avevo appena terminato le medie superiori quando sono stato arrestato assieme ad altri per furto. Avevo diciannove anni. Mi sono buscato una condanna a due anni e ho fatto diciotto mesi. È stato allora che mi hanno fotografato e rilevato le impronte, e così la mia fotografia su quell’avviso è vecchia di quasi trent’anni.

«Quando sono uscito di prigione, ho lasciato Detroit e mi sono trasferito a New York. Mi sono guadagnato onestamente da vivere per quattro anni, e poi sono rimasto disoccupato per un certo periodo di tempo, perchè si era nel momento della grande crisi. Di nuovo mi sono messo con un paio di poco di buono, e non ho saputo rispondere di no quando mi hanno chiesto di aiutarli in quello che chiamavano un semplice furto con scasso. A Hoboken. Volevano soltanto che facessi da palo e guidassi la macchina; non sarei dovuto nemmeno entrare con loro.»

Dissi: «Dovevate avere circa venticinque anni allora, cioè venticinque anni fa.»

«Già, e credevo si trattasse di un furto puro e semplice, perchè, in caso contrario, non li avrei accompagnati. Non ero armato, e mi avevano detto che non lo erano nemmeno loro. Non ho mai potuto dimostrarlo. Li stavo aspettando in strada, in macchina, con il motore acceso, quando dentro è cominciata la sparatoria. Avevo una paura terrìbile, ma non intendevo piantarli in asso, qualunque cosa stesse succedendo. Sono fuggito solo quando ho sentito una sirena che si stava avvicinando.

«Ho saputo più tardi dai giornali che cosa era successo. I miei compagni o avevano lavorato male o avevano calcolato male il tempo e si erano trovati a faccia a faccia con un custode, e subito aveva avuto inizio la sparatoria. Uno di loro era rimasto ucciso. L’altro e il custode erano tutti e due feriti, e il custode è morto quattro mesi dopo. Quello che hanno catturato vivo ha cantato, e in questo modo io venivo a trovarmi nei guai fino al collo. Dovevo battermela. La polizia conosceva i miei precedenti ed era in possesso delle mie impronte digitali e delle mie fotografie, che allora erano vecchie soltanto di qualche anno.»

Chiesi: «Ma a che punto entra in scena Amy, Cass? Come aveva fatto a sapere?»

15

«Amy non entra in scena per tredici anni,» disse Cass. «Ma vi ho già raccontato una volta che cosa ho fatto durante questo periodo. Ricordate?»

«Siete stato per sette anni in una fattoria in Florida, e adesso capisco perchè, poi vi siete trasferito a San Francisco, dove avete iniziato la carriera di cantante professionista. Capisco perchè avete puntato a Occidente invece di tornare a New York. Ma, anche così, non correvate un grosso rischio a scegliere un mestiere che vi avrebbe costretto ad apparire in pubblico?»

«Ho pensato che il rischio non era poi grande. Ero cambiato molto in quei sette anni. Mi ero fatto più maturo, più robusto, più massiccio. Portavo i capelli tagliati cortissimi, come adesso. E per diversi anni ho coltivato i baffi. Solo chi aveva conosciuto molto bene James Norcutt lo avrebbe riconosciuto in Cass Phillips. E quelli che mi avevano conosciuto bene a Detroit e a New York non erano tipi da viaggiare molto o da frequentare i locali notturni. Ero un povero ragazzo, cercate di ricordarlo. Era un rischio calcolato, e l’ho corso, e me la sono cavata. Non ho mai incontrato nessuno che avevo conosciuto nell’Est. Solo Amy… Ma, prima di attaccare con Amy, voglio bere qualcosa. Voi siete sempre del parere che il vostro bicchiere non vi interessa?»

«Tanto vale che beva anch’io, credo. Io…»

Feci il gesto di alzarmi, ma egli mi disse: «No, restate dove siete. Non vorrei che vi venisse la pazza idea di precipitarvi alla porta.»

Tornai a mettermi a sedere. Fece scivolare la rivoltella in tasca, per avere entrambe le mani libere, tornò al banco t si versò da bere, senza togliermi gli occhi da dosso per più di un secondo di seguito. Tornò con il suo bicchiere e il mio.

Disse: «Dopo cinque anni a San Francisco, ho accettato l’offerta che mi veniva da un’altra città. Il proprietario di un club di Las Vegas mi ha visto una sera, mi ha proposto un contratto di tre mesi ed io ho accettato. Ed è stato a Las Vegas che ho conosciuto Amy.

«Anche lei cantava là. A Las Vegas, voglio dire, non nello stesso locale. Non aveva una gran voce, ma era maledettamente graziosa allora, e sapeva come comportarsi davanti al pubblico. Doveva avere poco più di vent’anni, e io ne avevo… vediamo… trentasette, ma sembrava che la differenza di età non contasse molto. Abbiamo provato una profonda simpatia reciproca, abbiamo cominciato a frequentarci, poi è stata qualcosa di più di una simpatia e ci siamo messi assieme.»

«Cantavate assieme?»

«No, i nostri stili erano troppo diversi; non saremmo assolutamente riusciti a far numero. Voglio dire che vivevamo assieme. Io ero innamoratissimo da principio e volevo sposarla, ma Amy si rifiutava di “legarsi”. Credo che si sopravalutasse e si considerasse destinata a una grande carriera a Broadway o nel cinema. Forse, considerando la nostra differenza d’età, era convinta che io sarei stato un sorpassato il giorno in cui ella fosse arrivata al culmine del successo.»

Si strinse nelle spalle. «E forse aveva ragione per ciò che mi riguardava. Io non miravo ad ottenere un successo favoloso, e non vi sarà difficile capire perchè. E lei, forse, avrebbe sfondato, o quasi, se non avesse bevuto. Beveva troppo anche allora, e peggiorava sempre.»

«Per quanto tempo siete vissuti assieme?»

«Per quasi tre anni. Ma procediamo con ordine, perchè è successo qualcosa molto prima. Esauriti i nostri contratti a Las Vegas, Amy intendeva trasferirsi a Los Angeles, perchè pensava che là sarebbe riuscita a cavarsela. E io ho acconsentito, ma ho suggerito che prima ci prendessimo un poco di vacanza, che andassimo a fare un giro a Yosemite e in qualche altro posto. Avevamo lavorato duro tutti e due e non eravamo certo a corto di denaro; potevamo permetterci un poco di vacanza, e ce la siamo presa.

«Verso la metà della settimana, nel tardo pomeriggio, ci siamo fermati alla periferia di una cittadina della California di cui non ricordo neppure il nome e siamo scesi a un motel. Mentre facevo il bagno, Amy mi ha detto che andava a fare un giro in centro; doveva impostare una lettera e fare qualche acquisto all’emporio. Quando è tornata, si comportava in maniera strana, appariva preoccupata, ed io sono riuscito alla fine a farla parlare. Era entrata nell’ufficio postale e le era capitato di guardare gli avvisi esposti nella bacheca. Aveva visto il mio… che allora mi assomigliava un po’ più di adesso.

«La somiglianza era stata comunque sufficiente a preoccuparla. Dopo essersi assicurata che nessuno la guardasse, aveva staccato quell’avviso. Me lo ha mostrato. Se fossi stato furbo, avrei riso e avrei detto che si trattava semplicemente di una somiglianza vaga e accidentale, ma forse ero troppo sbalordito per recitare bene e cavarmela in quel modo. Proprio come quando voi mi avete rivolto quella vostra domanda. Credo che, quando qualcosa mi colpisce all’improvviso, non sono più assolutamente capace di interpretare la scena.