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Ecco, i miei rapporti intimi con Amy si erano limitati a quella mano sulla spalla nel tentativo di svegliarla, e in quell’unica occasione mi era capitato di toccarla.

E l’indomani ero stato contento che le cose fossero andate così, perchè Doris ed io avevamo fatto la pace ed avevamo ripreso ad andare d’amore e d’accordo. Ero stato io a telefonarle, ma lei aveva ammesso che stava proprio cercando di raccogliere tutte le sue forze per telefonare a me, e tutti e due avevamo ammesso di essere stati sciocchi, di essere più innamorati che mai, come capita spesso dopo le liti del genere.

Dopo di allora avevo incontrato qualche volta Amy, avevamo persino bevuto un paio di bicchierini assieme da Cass o al Filone, ma non avevamo mai parlato dell’episodio o accennato ad esso, sia pure alla lontana. Era possibile che Amy non lo ricordasse nemmeno.

Anch’io lo avevo quasi dimenticato. Ma ora, dopo quanto era successo ad Amy, dovevo decidere se era il caso o meno di parlarne con McNulty. McNulty avrebbe cercato certo qualcuno che aveva avuto od aveva rapporti con Amy. E, se avessi ammesso di essere stato in camera sua e se lui non avesse trovato altri, ecco che sarei venuto a trovarmi in una situazione difficile. Se avessi ammesso di esserci stato una volta, non gli sarebbe riuscito difficile pensare che ci ero stato anche altre volte. Compresa in particolar modo la sera precedente, dal momento che non avevo alibi.

Non che mi preoccupasse l’idea di venire accusato. Non avevo ucciso Amy, e McNulty non avrebbe mai trovato prove in contrario. Ma non sarebbe stato simpatico essere sospettato, anche se tutto si fosse limitato a questo. La storia sarebbe arrivata all’orecchio di Doris, che avrebbe creduto alla mia versione, ma non se ne sarebbe certo rallegrata.

D’altra parte, se mentivo con McNulty ed egli mi sorprendeva in flagrante menzogna, sarei venuto a trovarmi in un pasticcio ancora peggiore.

Ma come era possibile che venisse a sapere? Certo Amy, ammesso che ricordasse l’episodio, non ne aveva parlato con altri; non ne avrebbe avuto motivo. E sarei stato pronto a giurare che nessuno mi aveva visto farla salire in macchina nel parcheggio del Filone. Forse qualcuno aveva visto la mia auto ferma davanti alla stanza di Amy al motel. Ma era rimasta là meno di mezz’ora, e intorno alla mezzanotte. Le probabilità che qualcuno l’avesse notata erano trascurabili.

Giunsi allora a una conclusione. Avrei detto la verità a McNulty se questa fosse riuscita di qualche utilità alle indagini, ma, così come stavano le cose, non sarebbe stata di utilità alcuna, anzi avrebbe solo confuso ulteriormente la situazione.

Comparve Hetherton.

3

Si mise a sedere alla scrivania e lesse le bozze del mio articolo. Le siglò con una matita copiativa e me le diede. «Waldo,» disse.

Mentre le portavo in tipografia, diedi una occhiata alle correzioni. Poca roba. I due primi periodi dovevano essere composti di nuovo su due colonne, in corpo più grande, e poi c’erano alcune parole e alcune frasi cambiate qua e là. Roba di trascurabile importanza, ma egli aveva l’abitudine di cambiare sempre qualcosa per non lasciare che l’articolo passasse come lo avevo scritto io.

Quando tornai, stava battendo a macchina. Lessi solo in fondo ad una riga la parola «Waggoner», ma, per poterne sapere di più, avrei dovuto chinarmi sopra la sua spalla.

«Spitzer,» disse, «Mac e lo sceriffo sono ora qui di fronte, e Mac vuole sempre parlarvi. Tanto vale sbrigarsela. Ma non trattenetevi più a lungo del necessario. Ah… avete mangiato qualcosa?»

«Mio Dio, no!» esclamai. «Me ne sono proprio dimenticato.» Le sere di chiusura di solito faccio un salto fuori alle cinque e mezzo, ed Hetherton esce quando rientro; in questo modo il lavoro non ha interruzioni.

Disse: «Prendetevi un sandwich, mentre siete fuori.»

«Certo.» Mi voltai per uscire.

«Un momento, Spitzer. Lasciatevi interrogare da McNulty, ma cercate di far cantare anche lui; può darsi che sia saltato fuori qualcosa di nuovo.»

«Va bene, ma in questo caso sarà meglio che mi diciate che cosa state aggiungendo al mio articolo. Se ignoro quello che siete riuscito a raccogliere, non posso sapere che cosa è nuovo e che cosa no.»

Corrugò la fronte, ma capì che non poteva darmi torto. Disse: «Quando è arrivato, lo sceriffo si è messo subito a perquisire la stanza assieme a McNulty. Ma sembra che l’assassino abbia già fatto qualcosa del genere ieri sera. Il portafogli di Amy — Birdie sostiene che ne portava sempre uno — mancava dalla borsetta. Anche i cassetti e gli armadi erano stati rovistati. Essi cercavano soprattutto lettere o documenti che dessero l’indirizzo di Kansas City. Non c’era il più piccolo pezzo di carta là dentro… nemmeno carta straccia nel cestino.»

Dissi: «La sua macchina ha una targa del Missouri. Con quella dovrebbero essere in grado di rintracciare il suo indirizzo a Kansas City.»

«Naturalmente. McNulty ha preso nota del numero quando, nel ritorno, siamo passati davanti al Filone. Ma sarà una cosa che richiederà molto tempo; bisogna passare attraverso l’ufficio motorizzazione della capitale di Stato, e non sarà possibile avere una risposta per stasera. Se avesse trovato un indirizzo, probabilmente avrebbe chiamato subito la polizia di Kansas City. Così invece dovrà aspettare fino a domani mattina, e poi chiamerà per prima cosa il registro automobilistico.»

«Questo è tutto?»

«Un’altra cosa. C’era una bottiglia quasi vuota di Seagram’s per terra, vicino al letto, sul lato opposto alla porta, ed è per questo che voi non l’avete notata. Birdie giura che Amy non beveva mai da sola, che lei non ha mai trovato una bottiglia, vuota o piena, nella sua stanza.»

Pensai che, grazie a Dio, quella sera mi ero portato via la mia bottiglia quando me n’ero andato. Avevo pensato che, quando fossi arrivato a casa, avrei ancora avuto voglia di bere qualcosa, mentre Amy, evidentemente, aveva già bevuto fin troppo. In caso contrario, se era vero che Amy non beveva mai da sola, forse la mia bottiglia sarebbe stata ancora là, e con tanto di impronte digitali.

Dissi: «Così, a quanto sembra, il suo ospite ha portato una bottiglia e l’ha fatta bere fino a quando non è crollata. Poi l’ha uccisa e ha frugato dappertutto nella stanza. O viceversa, se era ben sicuro che dormisse. E i bicchieri?»

«Ne sono stati adoperati due. Ma erano tutti e due sul cassettone, e accuratamente ripuliti all’esterno, come la bottiglia, del resto. Evidentemente l’assassino se ne intendeva di impronte digitali.»

«Il che significa che non ne troveranno neppure da altre parti. E il cadavere? Lo sottoporranno ad autopsia?»

«Il cadavere è nella cella mortuaria di Murcheson. Ci sarà l’autopsia, probabilmente domani. Ma non hanno ancora deciso se è meglio far venire qui il coroner o trasportare il cadavere a Douglas. Questo è tutto. Andate, Spitzer. Voglio che siate di ritorno al più presto possibile.»

Fuori, indugiai qualche secondo per decidere se mangiare prima o dopo aver visto McNulty. Fu l’appetito ad avere la meglio. Quando mi accorsi che erano quasi le otto e che non avevo più mangiato da mezzogiorno, avvertii subito una fame tremenda. Raggiunsi a piedi il ristorante più vicino, due isolati più oltre, e ordinai panini e salsiccia.

E intanto ripensavo a quello che, secondo Hetherton, era stato ritrovato nella stanza, oltre ad Amy. E le mie conclusioni non erano certo rosee per me, perchè in questo modo veniva ad essere escluso il mio candidato numero uno per la camera a gas, l’unica persona, ad eccezione di Hetherton, senza la quale mi sarei sentito molto più a mio agio a Mayville, Herbie Pembrook. Forse Herbie era intelligente abbastanza da sapere qualcosa sulle impronte digitali, ma non mi riusciva assolutamente di vedere Amy che lo invitava e che beveva con lui. Herbie non era certo un tipo che potesse far colpo. I suoi abiti erano sempre sudici, e, anche se non mi ero mai avvicinato a lui quanto bastava per accertarmene, avevo il sospetto che fosse egualmente sudicio sotto gli abiti. Aveva denti gialli e irregolari che sporgevano lievemente in avanti. La sua barba sembrava sempre di tre giorni e i suoi capelli di tre mesi. Se Amy aveva avuto qualche relazione a Mayville, l’ultima persona su cui poteva essere caduta la sua scelta era certo Herbie. Sicuramente non erano state le occasioni a mancarle. Non mi riusciva semplicemente di vederla invitare Herbie nella sua stanza ed ubriacarsi con lui in costume adamitico.