— Certo, Matt. — Masters accennò al collega. — Lou Berman. È lui a mandare avanti l’indagine di cui abbiamo parlato al telefono.
Altra stretta di mano. I tre uomini sedettero al tavolo.
— Dan… Voglio dire, Matt — disse Masters rivolto a Berman — era uno dei nostri migliori agenti infiltrati.
— Che cosa non si sacrifica nel nome della giustizia, dico bene, George? — commentò Riggs, guardandolo fissamente.
— Sigaretta? — chiese Masters ignorando il sarcasmo. — Se non sbaglio fumavi.
— Ho smesso. — Riggs non gli toglieva gli occhi di dosso. — Dicono che faccia male alla salute. — Spostò la propria attenzione su Berman. — Forse George ti ha raccontato qualcosa della mia ultima partita. Mi hanno costretto a giocare un tempo supplementare di troppo. Giusto, George?
— È successo molto tempo fa.
— Strano, a me sembra ieri.
— Sono gli incerti del mestiere.
— Perché non vai a spiegarlo a mia moglie?
— D’accordo, Matt. D’accordo… Mi dispiace.
Riggs deglutì a vuoto. Aveva sperato di riuscire a tenere certe emozioni sotto controllo, ma erano cinque anni che gli ribollivano dentro. — A proposito, George — martellò di nuovo — come sta tua moglie? E i tuoi tre figli?
— Ho detto che mi dispiace!…
— Doveva dispiacerti cinque anni fa, George. Non adesso.
Masters spense la sigaretta e guardò altrove. Adesso, anche Berman lo stava fissando.
— Va bene — disse finalmente Riggs appoggiandosi allo schienale. — Veniamo a noi.
— Giusto per aggiornarti — attaccò Masters puntando entrambi i gomiti sul tavolo — due sere fa Lou e io ci trovavamo a Charlottesville, in Virginia. Hai presente, Matt?
— E come no.
— Siamo stati in un paio di posti. Speravamo d’incontrarti.
— Sono un uomo molto occupato.
— Me l’immagino. — Masters accennò al braccio al collo. — Incidente sul lavoro?
— Incerti del mestiere. Sono qui per stringere un accordo, George. E che sia soddisfacente per entrambi i contraenti.
— Dov’è LuAnn Tyler? — Era Berman ad aver parlato, gli occhi fissi su Riggs.
— Quando l’ho lasciata un quarto d’ora fa era qui giù in macchina. Perché non vai a controllare di persona, Lou? — Riggs prese di tasca un mazzo di chiavi e gliele fece tintinnare sotto gli occhi. Erano le chiavi di casa sua, ma era sicuro che Berman non avrebbe accettato l’offerta.
— Non sono qui per scherzare… Matt.
Riggs rimise le chiavi in tasca e si sporse leggermente in avanti. — Io nemmeno. E come ho detto, sono qui per proporvi un accordo. Lo volete sentire, sì o no?
— Come facciamo a sapere che non sei in combutta con la Tyler? — riprese Berman in tono irritante.
— Cosa ve ne importa?
— Stiamo parlando di favoreggiamento verso una criminale ricercata, Riggs.
— Ricercata, senz’altro. Criminale, chi lo dice?
— Lo Stato della Georgia.
— Hai dato un’occhiata al caso, Lou? Un’occhiata veramente in profondità? Secondo le mie fonti, sono tutte cazzate.
— Le tue fonti, Matt? — Berman quasi gli rise in faccia.
— Io l’ho data, quell’occhiata in profondità — si inserì Masters. — Probabilmente è vero: il caso Tyler è una montagna di cazzate. Ma anche così, rimane un problema dello Stato della Georgia, non nostro.
— Giusto, e i vostri interessi dovrebbero indirizzarsi altrove.
— LuAnn Tyler è anche un evasore fiscale. — Berman non voleva mollare. — S’è intascata cento milioni di dollari e per dieci anni non ha pagato allo Zio Sam un singolo penny bucato.
— Ma tu esattamente per chi lavori, Lou: per il Bureau o per il fisco?
— Piantatela, cazzo! — sbraitò Masters. — Matt, vieni al punto.
— C’è qualcuno dietro LuAnn Tyler — disse infine Riggs. — E anche dietro un mucchio di altra gente. Una specie di uomo-ombra che fa circolare miliardi di dollari in nero da un capo del mondo all’altro. Ora: volete lui o volete continuare a divertirvi con gli oneri non deducibili di LuAnn Tyler?
— La tua proposta?
— Quella di sempre, George: prendiamo il pesce grosso e ributtiamo il pesce piccolo nell’oceano.
— Non mi piace — grugnì Berman.
Riggs gli sferrò un’occhiata penetrante. — Mettiamola in un altro modo, Lou. Se il Bureau non è cambiato, tu porti dentro il pesce grosso e tutti sono contenti: promozione, aumento di stipendio, e via dicendo. Se porti dentro solo il pesce piccolo, come ringraziamento ti becchi un sonoro vaffanculo.
— Risparmiami le tue perle di saggezza, Riggs.
— D’accordo, Lou. Per l’ultima volta: noi diamo a voi l’uomo-ombra e voi date a LuAnn Tyler l’immunità. E intendo immunità completa: reati federali, reati fiscali e reati nello Stato della Georgia.
— Questo non siamo in grado di garantirlo — intervenne nuovamente Masters. — I ragazzi del fisco non prendono ordini da nessuno.
— Metti che LuAnn Tyler sganci dei soldi.
— Metti che LuAnn Tvler sganci tutti i soldi.
— Okay — assentì Riggs. — Ma niente galera. E questa non è una condizione negoziabile. L’accusa di omicidio deve cadere.
— Metti invece che noi sbattiamo te in galera, signor Riggs — disse Berman protendendosi verso di lui — e che ti teniamo dentro fino a quando non ci dici dov’è lei. Che te ne pare?
— Grandiosa iniziativa, Lou. A proposito, l’imputazione?
— Te l’ho già detto: favoreggiamento.
— Sulla base di quali prove? Tu o qualcun altro mi ha visto assieme a LuAnn Tyler? Tu o qualcun altro ha il sospetto che io sappia anche solo remotamente che faccia ha LuAnn Tyler?
— Sappiamo che hai fatto delle indagini su di lei, Riggs. Abbiamo visto gli appunti a casa tua, a Charlottesville. E abbiamo trovato parecchio materiale interessante.
— Oh, così siete stati a casa mia durante la vostra visita a Charlottesville? Ma perché non avete chiamato prima? — Riggs sorrise con aria divertita. — Vi avrei preparato una bella cenetta. A proposito, Lou: ti dispiace farmi vedere una copia del mandato di perquisizione firmato da un giudice federale?
Berman tacque.
— Oh, no, Lou. Non me lo dire… — Riggs scosse il capo con espressione addolorata. — Non mi dire che hai eseguito una perquisizione senza mandato. Perché tu sai che cosa se ne fa un giudice delle prove ottenute in questo modo, no? Semplicemente, non sono ammissibili in un’aula di tribunale. E poi, dove sta scritto che è un crimine fare una telefonata per ottenere su qualcuno informazioni di pubblico dominio? Soprattutto considerando che siete stati voi Federali a passarmele.
— Non noi, Riggs: è stata la tua balia asciutta al Programma di Protezione Federale per i Testimoni.
— Ma come, non siete tutti una grande famiglia felice?
Masters si inserì, parlando lentamente: — Supponiamo di starci, Matt. Non ci hai ancora detto nulla in merito al legame tra LuAnn Tyler e questo fantomatico… uomo-ombra.
Prima di rispondere, Riggs li lasciò cuocere a fuoco lento per un po’. — Tutti quei miliardi di dollari in nero di cui vi dicevo — disse alla fine — devono pur arrivare da qualche parte.
Masters e Berman si scambiarono un’occhiata significativa.
— D’accordo, Matthew. — Masters scelse cautamente le parole. — Secondo le nostre fonti, potrebbe esistere un’ipotetica situazione secondo la quale la Lotteria Nazionale sarebbe stata, diciamo… compromessa. È possibile?