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Riggs si passò una mano tra i capelli, studiando il paesaggio urbano che sfilava oltre i cristalli del taxi. LuAnn e lui erano ancora molto lontani dal traguardo, ma sganciarsi dall’Fbi era già una prima piccola tappa. Aprì la copia del giornale che aveva comprato all’emporio.

BRUTALE DELITTO NELL’ALTA SOCIETÀ

Il titolo campeggiava in prima pagina, sormontando le fotografie di due persone: una la conosceva, l’altra no. Riggs divorò l’articolo, poi tornò alle fotografie. Un uomo con la tessera stampa appesa al collo e un blocco per appunti che sporgeva dal taschino della camicia, lo guardava con occhi assonnati dalla prima immagine, come fosse reduce da diciotto ore di volo dopo aver coperto chissà quale evento catastrofico all’altro capo del mondo. Un uomo di nome Thomas Donovan.

La donna della foto accanto non poteva rappresentare un più vivace contrasto: elegante, perfettamente truccata, acconciatura impeccabile, collane, braccialetti e anelli. Si trattava di Roberta Reynolds, membro di prestigiose associazioni di beneficenza della Costa Orientale, ritratta a una di quelle cene da diecimila dollari per un posto a tavola.

Roberta Reynolds era stata vittima di un brutale, quanto inspiegabile omicidio. Il suo presunto assassino, Thomas Donovan, era stato visto aggirarsi attorno alla lussuosa residenza della vittima a McLean, in Virginia. Ripetuti suoi messaggi erano stati trovati sulla segreteria telefonica della Reynolds e le sue impronte digitali costellavano oggetti all’interno della casa, a riprova del fatto che i due si erano incontrati. La Reynolds era stata rinvenuta cadavere nella sua stanza da letto, crivellata da un intero caricatore di colpi. I segni sul corpo di lei indicavano che la donna era stata legata per un certo periodo, e dunque il delitto doveva essere stato premeditato. L’arma del delitto, una pistola, era saltata fuori da un bosco a non molta distanza dalla casa. La Mercedes di proprietà della Reynolds era stata localizzata nei pressi, anch’essa costellata delle impronte digitali di Donovan.

Nell’intero articolo, un’unica, striminzita riga spiegava la fonte dell’immane ricchezza di Roberta Reynolds. Dieci anni prima aveva vinto sessantacinque milioni di dollari alla Lotteria Nazionale degli Stati Uniti. Una ricchezza che, nel tempo, doveva essersi abbondantemente moltiplicata.

Riggs ripiegò lentamente il giornale. La polizia era decisamente sulla strada sbagliata. Non era stato Donovan a far fuori la Reynolds. Era stato Jackson. E dopo aver eliminato lei, aveva sicuramente fatto fuori anche Donovan. Trasse un profondo respiro e pensò a come avrebbe voluto nascondere quella notizia a LuAnn.

52

— Alicia Crane?

— Chi è?

— Detective Hank Rollins.

Alicia Crane, volto terreo, lineamenti tirati, respirò a fondo e si decise ad aprire la porta. L’uomo sulla soglia era sulla cinquantina, massiccio, baffi sottili, carnagione pallida, e nell’insieme alquanto trasandato.

— Polizia della Contea di Fairfax, Virginia. — Il detective esibì il distintivo e la tessera d’identificazione. — Squadra Omicidi.

Alicia esaminò lo scudo e la piccola foto tessera. — Desidera?

— Lei conosceva Thomas Donovan?

Alicia chiuse gli occhi e si morse il labbro inferiore. — Sì.

— Ho alcune domande da farle. — Rollins si fregò le mani, rabbrividendo. — Posso fargliele alla Centrale, oppure potrebbe farmi entrare… prima che mi congeli.

— Mi scusi. — Alicia spalancò immediatamente la porta. — Si accomodi, prego.

Lo condusse nel soggiorno. — Gradisce una tazza di caffè, detective Rollins?

— Ci starebbe proprio bene, signora. La ringrazio molto.

Alicia andò in cucina. Rollins passò uno sguardo attento all’ambiente, soffermandosi su un oggetto sistemato sulla mensola del caminetto. Una foto incorniciata di Alicia e di Donovan, il braccio di lui che le cingeva le spalle, sorrisi di persone felici sui volti di entrambi.

— Non sono riuscita a trovare lo zucchero — disse Alicia ritornando con il vassoio del caffè. — La domestica è fuori per compere e io di solito non preparo…

Rollins aveva preso la foto dal caminetto e la stava esaminando con espressione critica. Alicia mise giù il vassoio e tese una mano.

— Le dispiace ridarmela, detective?

Rollins l’accontentò e andò a sprofondarsi in una delle poltrone.

— Vengo subito al punto, signorina Crane. Immagino che lei abbia letto i giornali, o guardato la televisione.

— Allude alla montagna di menzogne con cui Thomas è stato infangato?

— D’accordo, signorina Crane, fino a questo punto, c’è fin troppa speculazione da parte della stampa. Al tempo stesso, tutti gli indizi sembrano indicare che Thomas Donovan abbia assassinato Roberta Reynolds.

— Indizi quali le sue impronte digitali sull’arma del delitto?

— Signorina Crane, lei sa che non posso entrare in dettagli per quanto riguarda un’indagine d’omicidio ancora in corso. Ma… la risposta è sì, cose di quel genere.

— Thomas è semplicemente incapace di fare del male a qualcuno.

Rollins si agitò nella poltrona, prese una delle tazze di caffè, ci versò dentro una bustina di dolcificante e una bella dose di panna, rimescolò il tutto e assaggiò. Aggiunse una seconda bustina di dolcificante e una seconda dose di panna. — Lui ha visto la Reynolds, però.

Alicia incrociò le braccia sul petto, con aria battagliera. — E con questo?

— Non le ha mai detto che intendeva incontrarla?

— No.

— Signorina Crane, il suo nome è venuto fuori da un messaggio che lei ha lasciato sulla segreteria telefonica di Donovan. Il suo tono era preoccupato, forse anche spaventato. Parlava di qualcosa di pericoloso.

Alicia si limitò a fissarlo.

— Inoltre, l’appartamento era stato perquisito. Pesantemente. Dossier, dischetti, archivi… Tutto portato via.

Alicia si sedette. Forse perché stava cominciando ad avere qualche difficoltà a reggersi in piedi.

— Perché non si fa anche lei una tazza di caffè, signorina Crane? Non mi sembra che stia tanto bene…

— Sto bene — rispose lei. — Tuttavia seguì il consiglio e bevve alcuni sorsi. — Se l’appartamento di Thomas è stato frugato, significa che qualcun altro è coinvolto. E io credo, detective Rollins, che gli sforzi della polizia dovrebbero essere incentrati sulla cattura di questa persona. O persone.

— Niente da obiettare, signorina Crane. Al tempo stesso, mi serve qualcosa su cui lavorare. Non credo che sia necessario informarla che la signorina Reynolds era un personaggio importante nella comunità. Noi della polizia siamo abbastanza sotto pressione per trovare chi l’ha ammazzata. E in fretta, anche. Abbiamo già interrogato gente al Washington Tribune e ci hanno detto che Donovan stava lavorando a una storia che coinvolgeva i vincitori della Lotteria Nazionale. Roberta Reynolds era uno di questi vincitori. Io non faccio il giornalista, ma quando si parla di tutti quei soldi, si parla anche di ottimi moventi per far fuori qualcuno.

Alicia abbozzò un amaro sorriso.

— Non c’è niente che lei voglia dirmi, signorina Crane?

La donna ritornò alla sua impassibilità e scosse la testa.

— Signorina Crane, io lavoro nella Omicidi fin da quando mi è nato il primo figlio. Ora quel figlio ha i suoi, di figli. Non mi fraintenda, ma ho idea che lei mi stia nascondendo qualcosa. Un omicidio non è qualcosa su cui si possa scherzare. — Gli occhi acquosi di Rollins esaminarono l’elegante stanza. — Gli assassini, e quelli che aiutano gli assassini, non vanno a finire in posti raffinati come questo.