— Temo di sì. Sono io l’agente immobiliare che l’ha venduta.
— Un vero peccato. E quanto tempo fa?
— Due anni. Anche se gli acquirenti sono venuti ad abitarci solo da qualche mese. C’erano molte ristrutturazioni da effettuare.
— Mi dica una cosa, John — disse Conklin corrugando la fronte. — Lei pensa che potrebbero considerare l’idea di vendere?
La mente di Pemberton si mise vorticosamente in funzione nel valutare le possibilità. Un batti e ribatti su Wicken’s Hunt in meno di due anni? Che occasione d’oro per le sue finanze!
— Tutto è possibile. Mi è dato di conoscerli, quanto meno uno di loro, piuttosto bene. Abbiamo fatto di recente colazione insieme…
— Quindi stiamo parlando di una coppia. Della mia età, immagino. Da quanto mio padre mi disse, Wicken’s Hunt non è esattamente una sistemazione da giovani piccioncini.
— In realtà, non sono proprio una coppia. Voglio dire, lui è un uomo anziano, ma non è sua la proprietà. E lei a possederla.
Conklin si protese leggermente in avanti: — Lei?
Pemberton gettò attorno a sé un’occhiata furtiva. Poi si alzò e andò a chiudere bene la porta della sala riunioni.
— Ciò che sto per dirle è strettamente confidenziale — riprese Pemberton tornando a sedersi. — Lei capisce che cosa intendo, non è vero?
— John, se non lo capissi, le sembra che sarei durato a Wall Street per tutti questi anni?
— Per l’archivio catastale, la proprietà è intestata a una società di comodo, ma il vero proprietario di Wicken’s Hunt è una giovane donna: Catherine Savage. Ricca, immensamente ricca. In tutta franchezza, non ho idea da dove provenga il suo patrimonio. Né sono fatti miei. So che ha vissuto all’estero per parecchi anni. Ha una figlia di circa dieci anni. L’uomo anziano di cui le dicevo, Charlie Thomas, e io abbiamo un ottimo rapporto personale. E loro sono stati molto generosi con gli svariati istituti di beneficenza della zona. Lei non si mostra in pubblico molto spesso. Ma immagino che con il suo conto in banca, questo sia comprensibile.
— È ineccepibile. Se dovessi trasferirmi qui, lei non mi vedrebbe per settimane intere.
— Capisco, certo… In ogni caso, Charlie e la signorina Savage sono gente a posto. E sembrano felici qui, molto felici.
Conklin sospirò. — Bene, si direbbe proprio che un mio ipotetico trasferimento nella ridente Charlottesville non sia più così probabile. Peccato, perché è mio costume erogare una percentuale all’agente immobiliare, in aggiunta alla normale commissione della vendita.
A Pemberton tornò l’acquolina in bocca. — Davvero?
— Ora, non ci sono degli aspetti della sua etica professionale che le impedirebbero di accettare un tale incentivo, vero?
— Oh, nessuno che io ricordi — rispose prontamente Pemberton. — E… a quanto ammonterebbe la percentuale in questione?
— Il venti per cento — disse Harry Conklin tamburellando le dita sul tavolo nell’osservare la faccia dell’agente cambiare colore.
Se John Pemberton non fosse stato seduto, sarebbe andato giù bocconi sul pavimento.
— Harry… Lei è incredibilmente generoso.
— Vede, John, se voglio portare qualcosa a compimento, il miglior modo per riuscirci è fornire gli incentivi giusti a coloro i quali possono contribuire al mio intento. Malauguratamente non mi sembra che sia questo il caso. — Conklin si alzò. — La ringrazio del suo tempo, John.
— Un momento, Harry! — Pemberton schizzò in piedi a sua volta. — Aspetti solo un momento, d’accordo?
Conklin esitò, quindi tornò a sedersi.
— Lei potrebbe proprio essere arrivato al momento giusto.
— Ovvero?
Pemberton si sporse leggermente. — Di recente, ci sono stati alcuni sviluppi… diciamo imprevisti. Sviluppi che potrebbero fornirci un’occasione per proporre loro di vendere.
— Gente arrivata da poco, gente che ha speso molto in ristrutturazioni, gente che si trova molto bene… Di quali sviluppi imprevisti sta parlando, John? Non mi dica che la casa è stregata.
— Niente del genere. Le ho detto di aver fatto colazione con Charlie Thomas, no? Ecco, lui era preoccupato a causa di un certo individuo venuto a chiedere loro dei soldi.
— E allora? Da me ne vengono dieci al giorno. Sarebbe questo lo sviluppo imprevisto che li costringerebbe a far fagotto e ad andarsene?
— È l’identica considerazione che ho fatto anch’io. Solo che più ci penso, più l’intera faccenda mi pare strana. Voglio dire, se la gente ricca è assediata normalmente da scarafaggi di quel tipo, perché mai Charlie era così preoccupato? Perché lo era, gliel’assicuro.
— Come fa a dirlo?
Pemberton sorrise. — A dispetto delle apparenze, Charlottesville rimane una città di provincia. Ora, so per certo che Matthew Riggs stava facendo dei rilievi sul perimetro di Wicken’s Hunt quando è incappato in una specie d’inseguimento in macchina da film giallo. Per poco non ci ha rimesso il collo.
Conklin scosse il capo. — Chi è Matthew Riggs?
— Un costruttore del posto. La signorina Savage lo ha assunto per erigere una recinzione tutt’attorno a Wicken’s Hunt.
— Quindi questo Riggs stava inseguendo un’altra macchina?
— Esatto.
— E quale sarebbe la connessione con Catherine Savage?
— Quella medesima mattina, un mio amico stava andando al lavoro. Mentre era sul punto di svoltare sulla statale per venire in città, ha visto una BMW metallizzata sfrecciargli a un palmo di distanza a qualcosa come centoquaranta orari. C’è mancato un pelo che non lo tagliasse in due, lui e la sua macchina. Così è rimasto fermo per un buon minuto, cercando di calmarsi. E bene ha fatto. Perché pochi istanti dopo è passato come una bomba il pick-up di Matt Riggs… con un’altra macchina agganciata al paraurti! Quelli stavano cercando di buttarsi fuori strada.
— E nella BMW chi c’era?
— Be’, io di persona non l’ho mai incontrata, ma parecchia gente mi ha descritto Catherine Savage come una donna alta e bionda. Molto attraente. Il mio amico ha appena intravisto chi c’era al volante della BMW…
— Alta, bionda, molto attraente — s’inserì Conklin.
— L’ha detto, Harry. E il giorno in cui Charlie Thomas e io firmammo gli ultimi documenti della vendita di Wicken’s Hunt, sul vialetto di accesso c’era parcheggiata una BMW grigia metallizzata.
— Quindi lei pensa che qualcuno stesse inseguendo Catherine Savage.
— E che Matt Riggs si sia imbattuto nel suo inseguitore. Il suo furgone adesso è dal carrozziere, con un paraurti sfondato. Ma c’è dell’altro: Sally Beecham, che fa la domestica a Wicken’s Hunt, ha detto di aver visto quella stessa mattina Matt Riggs andarsene dalla villa con l’aria infuriata.
Conklin si passò una mano sul mento. — Immagino non ci sia modo di scoprire chi stesse inseguendo la signorina Savage?
— Sì che c’è. Voglio dire: io l’ho scoperto, quanto meno dov’era nascosto. Ed è qui che l’affare diventa interessante. Come le dicevo, Charlie m’invita a colazione e mi racconta questa storia fumosa in merito al tizio che si è presentato a Wicken’s Hunt a chiedere soldi. Voleva che gli dessi una mano a scoprire se avesse preso alloggio nei dintorni. Chiaramente gli dissi che avrei fatto il possibile. E in quel momento, io ancora non sapevo dell’inseguimento in macchina. L’ho scoperto solo dopo.
— Così lei ha scoperto chi stava inseguendo Catherine Savage. Ma come ha fatto? — C’era una sorta di controllata ammirazione nelle parole di Conklin. — Da quanto ho potuto vedere, ci sono mille posti in cui nascondersi, da queste parti.