Jackson ruotò su se stesso e lanciò il coltello in un unico movimento fluido. La lama divise in due la testa della spessa anatra di legno e si conficcò profondamente nella parete. LuAnn Tyler aveva un’unica, gravissima debolezza: la coscienza.
Jackson sorrise. Era una debolezza che lui non avrebbe mai avuto.
39
Erano andati avanti a lungo, rotolandosi, contorcendosi e perdendosi l’uno nell’altra. Ora LuAnn giaceva supina, studiando il profilo di Riggs, abbandonato accanto a lei. Ebbe un breve sorriso: continuava a non capacitarsi di come avesse fatto il letto a reggere. Si strinse contro di lui, gettando una gamba di traverso sulle sue. Riggs si girò a guardarla, un sogghigno da impunito stampato in faccia.
— Sai una cosa?
— Cosa?
— Sto cercando di ricordare tutte le volte che ho sussurrato: “Oh, piccola mia!”
Lei gli passò una mano sul petto, poi disse: — Dev’essere più o meno la metà delle volte che io ho gridato: “Sì, ancora!”
Scoppiarono a ridere come due adolescenti che hanno appena finito di consumare la loro passione nel letto dei genitori andati via per il week-end. LuAnn lo baciò a lungo, lasciandosi scivolare tra le sue braccia. La sua mano gli accarezzò nuovamente il torace, il ventre, e incontrò il rilievo frastagliato di una cicatrice.
— Lascia che indovini — disse LuAnn. — Ferita di guerra?
Riggs gettò un’occhiata distratta. — Campagna di primavera contro l’appendicite.
— Da quando in qua l’appendicite si trova a sinistra?
— Senti, vogliamo stare tranquilli ancora un po’ prima di rimetterci a giocare a guardie e ladri? — Il tono era scherzoso. Ciò che il tono celava pareva non esserlo affatto.
Lei gli sorrise. — Adesso hai un nuovo incarico, giusto? Per cui, sai com’è, questi incontri potrebbero diventare una buona abitudine. Un po’ come il… — LuAnn s’inchiodò a metà della frase. Un’abitudine? Com’era possibile che questo accadesse?
— Un po’ come il cosa? — la incoraggiò lui.
LuAnn improvvisamente si sciolse dal suo abbraccio e si alzò dal letto sfatto.
— Oops… — fece Riggs sollevandosi su un gomito. — Ho detto qualcosa che non va?
Di colpo, LuAnn si sentì nuda sotto lo sguardo di lui. — È che ho una montagna di cose da fare… — Afferrò il copriletto e cominciò ad avvolgerselo attorno al corpo. Riggs si mise seduto, afferrando il lembo opposto e fermandola a metà.
— Sono davvero desolato, signorina Savage. Mai e poi mai avrei voluto intromettermi nei suoi programmi. Scaduto il turno dalle sei alle sette del mattino, che cosa l’attende tra le sette e le otto, signorina Savage? Pedicure? Jacuzzi?…
— Non trattarmi in questo modo.
Riggs si massaggiò il collo, poi cominciò a rivestirsi. — Scusami. È che… Non sono bravo come te, né svelto come te, a cambiare lunghezza d’onda. Voglio dire… dopo essere stati insieme in questo modo, mi riesce impossibile tornare a parlare di lavoro come se niente fosse stato. Non volevo assolutamente offenderti.
— Forse non sono brava quanto credi — disse LuAnn tornando a sedersi accanto a lui. — È passato molto tempo dall’ultima volta che mi sono trovata in questa situazione… Moltissimo tempo. — E quasi rivolgendosi a se stessa aggiunse: — Anni.
Riggs la osservò, cercando di leggerle negli occhi. — Stai scherzando…
Il telefono sul pavimento si mise a suonare. Charlie? O Jackson? Tre squilli, quattro. LuAnn si decise a sollevare il ricevitore. — Pronto?
— Noi dobbiamo parlarci, signorina Tyler. Oggi.
— Chi è lei?
Riggs percepì il suo irrigidimento, e istantaneamente si allarmò.
— Mettiamola così — continuò la voce al telefono. — Al nostro primo incontro, per poco lei non mi ha stirato sull’asfalto. Al nostro secondo incontro, lei e il suo amico stavate sgattaiolando fuori da casa mia.
— Come ha avuto questo numero? — tagliò corto lei. — Non è sull’elenco.
— Signorina Tyler, nessun tipo d’informazione è segreto, basta sapere dove cercare. E come lei ha già capito, io so esattamente dove cercare.
— Che cosa vuole da me?
— Gliel’ho detto: parlare.
— Io non ho niente da dirle.
Riggs afferrò a sua volta il ricevitore e si protese verso l’auricolare. LuAnn cercò di allontanarlo, senza riuscirci. Ora anche lui stava ascoltando.
— Non riagganci! — sibilò la voce all’altro capo. — Io ho molto di cui parlare con lei. Può darsi che il mio approccio iniziale sia stato infelice… Ma quello che è stato è stato. Io so che lei ha a che fare con una storia di enorme importanza. E io voglio sapere tutto quello che c’è da sapere.
— Io non ho niente da dirle.
Donovan rifletté per un momento. Normalmente non avrebbe assunto certi atteggiamenti, ma questa volta non vedeva alternative. — Lei parla con me, e io le garantisco quarantott’ore di tempo per lasciare il paese prima di sbattere tutto quanto in prima pagina. Se lei si rifiuta preparerò un’edizione straordinaria non appena metto giù il telefono. — Dopo una breve pausa aggiunse: — E non dimentichi un’altra cosa, LuAnn, non esiste prescrizione per il reato di omicidio.
Riggs la fissò con due occhi enormi, stralunati.
Lei finse di ignorarlo. Stringendo rabbiosamente il ricevitore domandò: — Dove?
Riggs scosse il capo ripetutamente.
— Un bel posto con tanta gente: Michie’s Tavern — disse Donovan. — Lei sa dove si trova. Ci vediamo là all’una. E niente trucchi. Non ho più l’età per inseguimenti, botti e spari. Ma se sento anche solo il puzzo del suo amico, o di chiunque altro, chiamerò lo sceriffo di Rikersville. Mi ha capito bene?
LuAnn strappò il telefono dalla presa di Riggs e lo sbatté giù. Riggs la fronteggiò con determinazione. — Ti spiacerebbe mettermi al corrente? Chi avresti ammazzato? Qualcuno in Georgia?
LuAnn si alzò e gli passò davanti, paonazza in volto per quanto era appena successo. Riggs la afferrò per un braccio e la rimise a sedere. — Maledizione, vuoi dirmi che cosa succede?
Matthew Riggs nemmeno vide arrivare l’uppercut destro, centrato in pieno sul mento. L’impatto lo scaraventò contro la parete.
Quando si riprese, era sdraiato sul letto. LuAnn era seduta accanto a lui.
— Non ci posso credere! Messo KO da una donna!
LuAnn aumentò la pressione della borsa del ghiaccio contro la nuca.
— Senti, la prossima volta che vuoi mettermi al tappeto, basta che avvisi prima: io alzo subito bandiera bianca.
— Anche il muro ha fatto la sua parte — disse LuAnn chinandosi a baciarlo rapidamente sul collo. — E un bel po’ di allenamento nei tempi andati.
Riggs guardò il telefono. — Lo incontrerai?
— Non ho scelta… mi sembra.
— Verrò con te.
LuAnn scosse la testa. — Hai sentito cos’ha detto…
Riggs sospirò. — Non credo che tu abbia assassinato qualcuno.
Lei annuì. — È stata legittima difesa, non omicidio. Vivevo con un uomo che finì immischiato in una storia di droga. Immagino stesse facendo la cresta alla merce e io capitai proprio nel mezzo del regolamento di conti.
— E quindi lo hai fatto fuori?
— No, ho fatto fuori quello che lo aveva ammazzato.
— E la polizia?
— Diciamo che non sono esattamente rimasta lì ad aspettarli.
— Non starai cercando di dirmi che tutto questo — Riggs si guardò attorno — viene dal traffico di droga?