Ma a causa del particolare status di Matthew Riggs, gli ingranaggi burocratici non si sarebbero messi in moto immediatamente. Aveva un po’ di tempo, ma non molto. Perché quando i ragazzi del Bureau fossero apparsi, per LuAnn Tyler sarebbe finita. Tutto il capillare lavoro di dieci anni per restare nascosta, Matthew Riggs lo poteva disintegrare in pochi giorni.
Nella sua vita precedente, come la chiamava LuAnn Tyler, anche lui aveva ingannato, mentito, cospirato. Questo non gli aveva impedito di cercare di conoscere gli esseri umani, di distinguere i buoni dai cattivi. E per quanto lo riguardava, LuAnn Tyler era una brava persona. Non voleva il suo aiuto? Troppo tardi: lo avrebbe avuto comunque. Era invischiata con gente molto pericolosa. E adesso c’era dentro anche lui.
43
Quando LuAnn rincasò se ne erano andati tutti quanti: giardinieri, stallieri, donne delle pulizie. Anche Sally Beecham non avrebbe fatto ritorno fino al giorno dopo.
LuAnn entrò in casa dal garage. Inserì il proprio codice nel sistema d’allarme, passò in cucina e gettò soprabito e cappello sul tavolo. Poi salì per farsi una doccia e cambiarsi. Aveva un sacco di cose a cui pensare.
Jackson era inginocchiato nella penombra verde cupo degli arbusti intorno allo spiazzo presso il garage di Wicken’s Hunt. Sorridendo, lesse la sequenza di sei numeri sul visore digitale del piccolo rivelatore elettromagnetico che teneva in mano, con il quale aveva captato i sei impulsi del codice del sistema d’allarme. Adesso, penetrare in Wicken’s Hunt non sarebbe stato più un problema.
Tornò all’auto che aveva preso a nolo, e il telefono cellulare suonò. Jackson parlò per pochi minuti, quanto gli bastò per sapere che Charlie e Lisa erano in un motel vicino a Gettysburg. Probabilmente ci sarebbero rimasti per poco. LuAnn aveva cercato di allontanarli da lui, soprattutto Lisa. Charlie poteva badare a se stesso, Jackson questo lo sapeva bene. Se ce ne fosse stato bisogno, sarebbe stata Lisa il tallone d’Achille di sua madre.
Con lo sguardo, LuAnn aveva seguito l’ombra spostarsi verso il fianco della bassa collina. Era scivolata in mezzo alla vegetazione con la precisione e la velocità di un animale da preda. LuAnn non era certa di che cosa l’avesse attirata alla finestra in quel preciso momento, ma non si allarmò nel vedere quella figura in movimento. Era del tutto logico che Jackson la tenesse d’occhio. La ragione specifica era secondaria. Sapeva di essere al centro della sua attenzione, e ciò la faceva sentire sull’orlo dell’abisso.
Sedette sul bordo del letto. Tutt’attorno a lei, Wicken’s Hunt taceva. Fredda, immobile e silenziosa come un gigantesco mausoleo, dalle cui viscere sarebbero potuti uscire i più spaventosi demoni dell’inferno. Ma Lisa era davvero in salvo, era davvero fuori della portata di quell’uomo? La risposta a quella domanda era così ovvia che la colpì come un ceffone in piena faccia.
Io posso fare qualsiasi cosa, LuAnn.
Quelle parole le riecheggiarono nella mente dopo tutti quegli anni, e la gelarono fin dentro le ossa.
Matt Riggs aveva ragione da vendere. Le aveva offerto aiuto e questa volta lei doveva accettarlo. Forse era la decisione sbagliata, ma non aveva importanza. Doveva assolutamente fare qualcosa. Subito.
Balzò in piedi e andò ad aprire una cassetta di sicurezza sul fondo di uno degli armadi, sepolta sotto mucchi di vestiti. Ne estrasse una massiccia .44 Magnum e la mise nella borsetta. Corse giù per le scale e fu in garage. Un minuto dopo stava sfrecciando giù per la strada.
Riggs sentì il motore della BMW che si arrestava davanti al garage e andò alla finestra. LuAnn avvertì la sua presenza e alzò il volto verso di lui. Si scambiarono una lunga occhiata densa di significati. Poco dopo sedevano l’uno di fronte all’altro, accanto alla stufa.
Questa volta il tono di Riggs fu deciso. — La Lotteria Nazionale degli Stati Uniti era truccata, vero? E tu sapevi perfettamente che avresti vinto.
LuAnn tacque per un istante, poi si lasciò andare a un sospiro di sollievo. — Sì. — Fu come se quei dieci anni venissero cancellati in un istante. — Come fai a saperlo?
— Qualcuno mi ha dato una mano.
LuAnn si irrigidì e balzò in piedi. Aveva appena commesso il più grosso errore della sua vita?
Riggs avvertì quei suoi pensieri e subito aggiunse, con tono rassicurante: — Nessun altro lo sa, finora. Ho raccolto un po’ di informazioni qua e là, e le ho messe insieme. — Fece una pausa. — Inoltre, ti ho messo una microspia in macchina e ho ascoltato tutta la conversazione fra te e Donovan.
— Chi diavolo sei tu? — sibilò lei fissandolo intensamente, mentre con la mano cercava la borsetta con la pistola.
— Qualcuno molto simile a te. Il mio passato è svanito e il mio presente è una menzogna. Proprio come il tuo.
LuAnn si sentì le gambe cedere, mentre veniva pervasa da un violento tremito. Si lasciò scivolare sul pavimento e, in un attimo, Riggs le fu accanto, prendendole una mano fra le proprie. — Ci rimane poco tempo, LuAnn, ed è meglio che io sia chiaro. Ho fatto alcune ricerche su di te. Sono stato molto discreto, ma ci sarà comunque una reazione a catena. Sei pronta ad ascoltarmi?
LuAnn respirò a fondo. La tensione, la paura, la rabbia erano svanite. Come se non fossero mai esistite. Si rialzò, si sedette sul divano.
— Va bene, Matt. Ti ascolto.
— L’Fbi ti sta dietro dall’attimo stesso in cui hai lasciato il paese.
LuAnn chiuse gli occhi e si abbandonò contro lo schienale.
— Il caso è rimasto lì a dormire per anni, ma adesso il letargo è finito. Adesso loro sanno che c’è qualcosa di strano che ti riguarda, e forse anche nella tua vincita alla lotteria, ma non hanno in mano alcuna prova.
LuAnn sospirò. — Quindi tu sai anche come Donovan ha fatto a scoperchiare i sepolcri.
— La pista del fallimento — annuì Riggs. — L’uomo è stato abile, gli va riconosciuto. E questo elemento, i Federali ancora non lo hanno. Torniamo alla lotteria: sai come è stata truccata?
LuAnn scosse ii capo.
— Chi c’è dietro, LuAnn? Un gruppo? Un’organizzazione? Secondo Donovan, potrebbe trattarsi del nostro stesso governo, il che sarebbe un casino pazzesco.
— Non è il governo — disse lei mentre tracce della tensione di un intero decennio gravavano sul suo viso. — È un solo uomo.
— Non ha senso, LuAnn. — Riggs si appoggiò all’indietro. — Un solo uomo non può essere in grado di mettere in atto una cosa simile.
— Aveva delle persone che lavoravano per lui, almeno due, da quanto ho capito, ma la mente era unicamente lui.
— Charlie era una di queste persone?
— Che cosa te lo fa credere?
— La storia del caro zietto è una stupidaggine. Senza contare il fatto che voi due vi comportate come se aveste un segreto in comune. Dalle mie ricerche su di te non è saltato fuori nessuno zio. La conclusione più immediata è che anche Charlie facesse parte della frode.
— Non dirò niente su questo argomento — dichiarò LuAnn.
— D’accordo. Allora torniamo alla mente dell’intero inganno. Che cosa sai di lui?
— Jackson. Si fa chiamare Jackson.
LuAnn s’inchiodò, sudando freddo. Lo aveva fatto. Ciò che non avrebbe mai dovuto accadere era accaduto. Il tabù era stato infranto. D’istinto, lo sguardo di lei si spostò fuori dalla finestra.
— LuAnn, ascoltami. — Riggs l’afferrò per la spalla. — Jackson non è qui. E tu non sei più sola!
— No, tu ascolta me, Matthew: se siamo fortunati, ma veramente fortunati, la nostra sarà una morte rapida.