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— Potrebbe non essere così salato.

— E allora quanto?

Riggs non rispose.

— Sarei un simpatico caso per qualunque avvocato: LuAnn Tyler, spacciatrice di droga e ricercata per duplice omicidio, vincitrice della Lotteria Nazionale, viveva in una reggia pagata con gli assegni della Sicurezza Sociale. Magari mi darebbero un premio, invece di buttare via la chiave della cella. Cosa ne dici?

Riggs continuò a rimanere in silenzio.

— E metti pure che cerchiamo d’incastrare Jackson, però facciamo fiasco. Metti che lui la scampi e rimanga in circolazione.

— Non accadrà.

— Va bene, non accade. I bravi ragazzi di Washington lo inchiodano e lo mettono dietro le sbarre. Tu pensi che qualcuno che gode dei profitti di un miliardo di dollari non è in grado di comprarsi tutti quanti fino alla Corte Suprema? Mi stai forse dicendo che quel qualcuno non è in grado di assumere un esercito di tagliagole per occuparsi di me? O di mia figlia?

— No, LuAnn, non ti sto dicendo niente di tutto questo — ribatté Riggs. — Ma non c’è bisogno di incontrarlo di persona, puoi parlargli al telefono.

Si fissarono intensamente, a lungo. Infine fu LuAnn a parlare: — Va bene, Matt. Tenterò.

Si alzò, e improvvisamente fu di nuovo una ragazza di vent’anni, forte e fiduciosa.

— Non sono cambiata di molto, sai? — gli disse. — Ho più soldi di quanti potrò mai spenderne e ho visto luoghi che nessuno riuscirebbe a vedere in dieci vite, ma in fondo in fondo sono ancora quella povera sempliciotta della Georgia. Però non puoi immaginare cosa sono in grado di fare quando mi ci metto. — Il pensiero di Lisa era costantemente con lei. — In questa partita ho troppo da perdere, Matthew.

Lo sguardo di LuAnn si spostò sul paesaggio fuori della grande finestra, come se riuscisse a vedere oltre l’orizzonte. Poi si girò di nuovo verso Riggs, e con un forte accento del Sud disse: — Per questo non posso perdere.

44

George Masters, agente speciale dell’Fbi, venticinque anni di esperienza investigativa alle spalle, dieci dei quali passati alla difficile sezione di New York, aveva imparato da molto tempo che il passato non muore mai. In un modo o nell’altro, per una ragione o per un’altra, nulla resta mai realmente sepolto.

Era seduto alla scrivania del suo ufficio, al secondo piano del quartier generale dell’Fbi, il noto Hoover Building, nel cuore di Washington. Il dossier aperto al centro del tavolo era intitolato LUANN TYLER, un nome che dieci anni prima gli era stato molto familiare. Allora l’agente Masters aveva fatto parte della squadra federale incaricata di impedire che la signorina Tyler, ricercata per duplice omicidio in Georgia e vincitrice di cento milioni di dollari alla Lotteria Nazionale, lasciasse il territorio degli Stati Uniti. Dieci anni prima, l’agente Masters aveva fallito, e LuAnn Tyler era svanita senza lasciare traccia. In seguito, il caso era stato ufficialmente archiviato per completa assenza di sviluppi. Ma non per l’agente speciale Masters, e questo per un unico e semplice motivo: non aveva senso. E le cose che non avevano senso lo facevano inferocire. Anche dopo il suo trasferimento a Washington, Masters non aveva smesso di pensarci, e ora intorno a quel caso parevano esserci nuovi eventi e un rinnovato interesse. Matthew Riggs, andato a sprofondarsi nel limbo ovattato di Charlottesville, in Virginia, aveva chiamato il numero telefonico di emergenza del Bureau e aveva fatto ricerche su LuAnn Tyler. E se un uomo come Matthew Riggs era interessato a LuAnn Tyler, George Masters non poteva essere da meno.

All’epoca del fiasco di New York, Masters e la sua squadra avevano impiegato molto tempo e molte energie per ricostruire gli ultimi giorni che avevano preceduto la scomparsa della Tyler. Poteva essere arrivata da Rikersville a New York solamente in due modi: auto o treno. La grossa decappottabile nera di proprietà di Otis Burns, il delinquente trovato morto nella roulotte, alla guida della quale la Tyler era stata vista a Rikersville, era rimasta in Georgia. Inoltre, quella donna non aveva la patente. Il che restringeva le possibilità al treno.

Masters aveva ritrovato la pista alla stazione ferroviaria di Atlanta. La Tyler era salita sul Crescent per New York il giorno stesso in cui la polizia riteneva che fossero stati commessi i delitti. Masters aveva trovato anche altre piste. La Tyler aveva fatto una chiamata dal telefono cellulare dell’auto di Burns. Un numero con prefisso 800, cioè a carico del ricevente, ma risultato disattivato già da tempo. Indagini successive su chi fosse l’intestatario di quel numero erano finite in un vicolo cieco. Quel fatto aveva ancora più incuriosito Masters.

Sollecitato dall’interesse di Matthew Riggs, adesso Masters aveva messo in moto le sue pedine presso la Polizia di New York. Voleva che i ragazzi in blu facessero saltare fuori qualsiasi evento insolito o anomalo che avesse avuto luogo poco prima della scomparsa della Tyler. Così era emerso che un individuo di nome Anthony Romanello era stato trovato morto nel suo appartamento la notte prima della conferenza stampa in cui LuAnn era stata presentata come vincitrice della lotteria. In una metropoli come New York, il ritrovamento di un cadavere non faceva certo notizia. Ma alcuni elementi avevano suscitato l’attenzione della polizia su quel caso.

Per prima cosa, Anthony Romanello aveva una fedina penale significativamente ricca: era sospettato di essere un killer in vendita al miglior offerente. Quel giorno Anthony Romanello era stato visto insieme a una giovane donna in un bar nella zona dell’Empire State Building e avevano avuto una lunga conversazione, dai toni aspri. Nemmeno due ore dopo, Romanello aveva tirato le cuoia; la causa ufficiale della morte era un improvviso ma fatale arresto cardiaco, quanto mai insolito in un individuo sulla trentina in ottima forma e senza alcun problema di cuore, come aveva poi stabilito l’autopsia. Peraltro, non furono questi dettagli a dare la decisiva scarica di adrenalina a George Masters, bensì la descrizione della giovane donna, la quale calzava a pennello per LuAnn Tyler. E per finire, la ciliegina: Anthony Romanello aveva in tasca un biglietto ferroviario, da Atlanta a New York, dello stesso treno sul quale aveva viaggiato LuAnn Tyler, sebbene in uno scompartimento diverso.

Aspetti prima insignificanti ora stavano cominciando ad avere molto senso. Forse, l’essere rimasto lontano dal caso per un bel pezzo si stava rivelando un fattore positivo. L’agente speciale esaminò nuovamente gli elementi relativi alla vincita di LuAnn Tyler alla Lotteria Nazionale.

Il biglietto vincente era stato acquistato in un 7-Eleven di Rikersville, in Georgia, di domenica. Quasi certamente era stata LuAnn Tyler a comprarlo, la stessa domenica in cui erano stati commessi i due delitti nella roulotte. Però, che impudente, la ragazzina: dopo un duplice omicidio si era tranquillamente fermata a comprarsi un biglietto! L’estrazione aveva avuto luogo il mercoledì. L’incontro tra la donna che rispondeva alla descrizione di LuAnn Tyler e Anthony Romanello, il venerdì. La conferenza stampa con la presentazione al mondo della vincitrice LuAnn Tyler, il sabato.

Il fatto era che LuAnn Tyler e Anthony Romanello avevano preso entrambi il Crescent in partenza da Atlanta la domenica dei delitti, cioè la domenica precedente l’estrazione, ed erano arrivati a New York il lunedì. Questo significava che LuAnn era partita per New York prima di sapere di aver vinto la lotteria. Ovvero, scappando da una possibile accusa per duplice omicidio, LuAnn aveva comprato un biglietto della lotteria, era salita su un treno per New York e proprio là, nella Grande Mela, aveva scoperto di aver vinto cento milioni di dollari! Davvero la persona più fortunata del mondo.