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«Affezionato? Oh, sì, certamente.»

«Hai una mente diabolica, padre.» Martinho tras­se un profondo sospiro. Il pensiero di quella delizio­sa creatura, sola in qualche luogo sperduto dell’entroterra, abitata soltanto da creature della giungla, morta o ferita provocò in lui una nauseante sensazio­ne di vuoto.

«Forse vuoi marciare a occidente alla ricerca del­la ragazza?»

Joao ignorò lo scherno e rispose: «Padre, questa crociata deve essere immediatamente interrotta, fino a che non abbiamo scoperto che cosa non funziona.»

«Se hai ragionato in questo modo anche a Bahia, allora non posso biasimarli per averti voltato le spal­le», replicò il prefetto. «Forse, quella folla…»

«Sai che cosa è successo nella Plaza!»

«Sciocchezze, nient’altro che sciocchezze. Ora tut­to questo deve finire. Non devi fare nulla che distur­bi l’equilibrio, te lo ordino!»

«La gente non sospetta più i bandeirantes», obiet­tò Joao con amarezza.

«Alcuni sospettano ancora di voi. Perché non do­vrebbero, se ciò che ho udito dalle tue stesse labbra è un esempio del vostro modo di pensare?»

Joao studiò la punta dei suoi lustri stivali neri. Trovava che la loro nitida superficie fosse in qualche modo simbolica della vita di suo padre. «Mi dispiace di averti procurato un dispiacere, padre», disse. «A volte mi pento di essere un bandeirante, ma», alzò le spalle, «se non lo fossi, come potrei sapere le cose che ti ho raccontato? La verità è…»

«Joao!» esclamò suo padre con voce vibrante. «Mi stai forse facendo capire che hai insudiciato il nostro nome? Hai pronunciato un falso giuramento nel momento in cui hai costituito la squadra degli Irmandades?»

«Non è andata esattamente così, padre.»

«Ah, sì? Allora come?»

Joao sfilò il distintivo dalla tasca interna della giacca e lo rigirò fra le dita. «Ci credevo… allora. Eravamo riusciti a creare api abnormi per riempire certe lacune ecologiche. Era… una Grande Crociata. Ci credevo. Come d’altronde ci credevano i cinesi. Pensavo: Solo ciò che è utile deve sopravvivere! Fa­cevo sul serio. Ma questo succedeva alcuni anni fa, padre. In seguito sono giunto alla conclusione che non siamo in grado di distinguere ciò che è utile.»

«È stato un errore da parte mia farti studiare nel Nord America», disse suo padre. «Mi pento di averlo fatto. Sì… sono io l’unico colpevole. Là hai assimilato queste eresie da Carsonites. Non mi sento di biasi­mare i nordamericani se si rifiutano di unirsi a noi nella ricerca di un nuovo equilibrio ecologico. Loro non hanno milioni di bocche da sfamare come noi. Ma mio figlio!»

Joao cercò di difendersi: «Là nella giungla Rossa si vedono delle cose difficili da spiegare. Le piante non sono ammalate e la frutta è…»

«Una condizione puramente temporanea», disse suo padre. «Daremo forma a delle api che possano soddisfare qualunque necessità si presenti. Gli inset­ti distruttori ci rubano il pane di bocca. È molto semplice, devono morire ed essere rimpiazzati da al­tre creature utili all’uomo.»

«Gli uccelli stanno morendo, padre!»

«Dobbiamo salvarli! Esistono svariate specie di uccelli nelle nostre riserve. Procureremo loro nuovi alimenti.»

«Alcune piante si sono già estinte per mancanza di impollinazione naturale.»

«Le piante utili sono ancora vive!»

«E che cosa accadrà», chiese Joao, «se gli insetti riusciranno ad aprirsi un varco nelle nostre barrie­re prima di aver ripopolato l’ambiente con predatori naturali? Che cosa accadrà allora?»

Martinho padre agitò il dito sotto il naso di suo figlio. «Queste assurdità devono finire! Non voglio sentire altro! Hai capito?»

«Per favore calmati, padre.»

«Calmarmi? Come posso calmarmi di fronte… a questo? Ti nascondi come un criminale comune! Di­sordini a Bahia e Santarem e…»

«Basta, padre!»

«Lasciami finire. Lo sai che cosa hanno detto i contadini della Lacuia? Hanno asserito di aver visto i bandeirantes infestare di nuovo le zone Verdi per prolungare il loro lavoro, ecco che cosa hanno detto.»

«È assurdo!»

«Certo che è assurdo. Ma è una normale conse­guenza di certi discorsi disfattisti, proprio come quelli fatti oggi da mio figlio. E le contrarietà che si presentano non fanno che convalidare tali calunnie.»

«Contrarietà?»

«Sì, contrarietà!» Il prefetto Martinho si volse, raggiunse la scrivania quindi ritornò sui suoi passi e si fermò di fronte a suo figlio. «Naturalmente ti riferisci alla Piratininga.»

«Tra le altre cose.»

«I tuoi Irmandades si trovavano laggiù.»

«Non ci è sfuggita nemmeno una pulce, te lo as­sicuro!»

«Eppure, una settimana fa, la Piratininga era una zona Verde. Oggi…» Puntò l’indice sulla scrivania. «Hai letto il rapporto. È infestata! Infestata!»

«Non posso controllare ogni bandeirante del Mato Grosso», dichiarò Joao. «Se loro…»

«L’OIE ci ha concesso sei mesi per fare piazza pu­lita», disse Martinho padre. Sollevò le mani con le palme rivolte verso l’alto. «Sei mesi!» ripeté col volto arrossato dall’ira.

«Se tu andassi dai tuoi amici al governo e li con­vincessi che…»

«Convincerli? Proporre loro di commettere un sui­cidio politico? Ai miei amici? Lo sai che l’OIE sta minacciando di disporre un embargo tutt’intorno al Brasile, come hanno fatto col Nord America?» Ab­bassò le mani. «Puoi immaginare le pressioni eserci­tate su di noi? Puoi immaginare quello che mi toc­cherà sentire sui bandeirantes, e in special modo su mio figlio?»

Joao strinse il distintivo nel palmo della mano fino a farsi male. Il dialogo con suo padre era diventato insopportabile, non avrebbe resistito un giorno di più in quella casa. Desiderava essere con i suoi uomini a organizzare la lotta nella Serra Dos Parecis. Da troppo tempo suo padre si occupava di politica per poter cambiare mentalità, e Joao lo capì con un senso di nausea. Alzò gli occhi sul vecchio. Se almeno non fosse stato così eccitabile; si preoccupava del suo cuore malato. «Ti stai agitando senza motivo», disse.

«Agitarmi?» Il prefetto si curvò sul figlio con le narici dilatate. «Abbiamo già superato due limiti: la Piratininga e il Tefe. C’è della terra là. Ti rendi conto? E non ci sono uomini per coltivarla e render­la produttiva.»

«La Piratininga non era esattamente una barriera, padre. L’abbiamo già ripulita…»

«Già! E abbiamo guadagnato terreno quando ho annunciato che mio figlio e il terribile Benito Alvarez hanno ripulito la Piratininga. Come ti spieghi che la zona è ancora infestata e che si deve ripulire da capo?»

«Non me lo spiego.» Joao si rimise in tasca il di­stintivo. Non era possibile ragionare con suo padre, questo lo aveva capito fin da principio. Un senso di frustrazione gli fece tremare le mandibole. Eppure il vecchio doveva convincersi! Qualcuno doveva con­vincersi! Qualcuno della statura politica di suo pa­dre doveva intervenire presso i dirigenti del Bureau, costringerli ad ascoltare.

Il prefetto ritornò alla scrivania e sedette. Prese un antico crocefisso, un prezioso oggetto che il gran­de Aleihadinho aveva intarsiato nell’avorio. Lo prese in mano evidentemente per riacquistare la serenità, ma i suoi occhi si spalancarono e luccicarono. Len­tamente posò il crocefisso sulla scrivania, senza di­stogliere lo sguardo dall’oggetto. «Joao», bisbigliò.

Il suo cuore, pensò Joao. Balzò in piedi e si pre­cipitò al suo fianco. «Padre, che cosa c’è?»

Il vecchio fece un cenno con la mano tremante.

Tra la corona di spine, sul volto eburneo agoniz­zante, lungo i muscoli tesi del corpo di Cristo, stri­sciava un insetto. Era del colore dell’avorio e asso­migliava nella forma a uno scarafaggio, ma aveva una frangia di zampe sottili che spuntava dalle ali e dal torace; le antenne, straordinariamente lunghe, erano orlate di peluria.