A questo punto, i comandanti della Confederazione, o meglio i pochi sopravvissuti al disastro (tra i morti c’era il Grande Ammiraglio Abli Juliene e il Capo di Stato Maggiore) decretarono la resa: e così la Terra, che era rimasta indenne, piegò il ginocchio davanti al generale Kantralas e alle sue truppe decimate, esauste, ma vittoriose.
La nave ammiraglia della Lega e cioè la “Guadalcanal” del generale Kantralas, al momento di penetrare nell’atmosfera, non incontrò nessuna resistenza e scese in un lungo volo a spirale fino al continente europeo. Le trasmittenti della “Guadalcanal” si sintonizzarono sulla città di Ginevra, chiedendo la resa immediata della Confederazione. Ginevra rispose che il presidente della Confederazione si era reso irreperibile durante la battaglia, ma che il vice-presidente, con l’appoggio del Parlamento riunitosi in tutta fretta, era pronto a discutere i termini della resa.
Quando il generale Kantralas prese terra a Ginevra, la Confederazione Terrestre non esisteva più.
27
Robert Janas uscì penosamente dall’elicottero che era sceso sul tetto del grande palazzo che si levava nel cuore di Central, e rimase indifferente, nel vedere che le guardie venute ad accoglierlo impugnavano la pistola. Nei pochi giorni trascorsi, aveva visto troppe armi contro di sé, per preoccuparsene ancora.
Jarl Emmett, vestito come Janas coll’abito grigio dei detenuti, saltò giù dall’elicottero e gli venne vicino. Il comandante dell’elicottero presentò al più alto in grado dei Neri un documento su cui l’agente prima di prendere in custodia i prigionieri appose la propria firma.
«Da questa parte, prego» disse cortesemente il capitano dei Neri, indicando l’ascensore che portava agli uffici del presidente della CNS. Janas e Emmett obbedirono.
Pochi minuti dopo, i due prigionieri e la loro scorta entravano nel grande ufficio sontuoso del presidente della Compagnia di Navigazione Solare. Altho Franken era seduto dietro al tavolo, con la faccia totalmente inespressiva e la mascella che, sebbene guarita, aveva una strana forma. Di fronte a lui, sul tavolo, era posata una pistola a ago.
In fondo all’ufficio, c’era Milton Anchor, con un’espressione di odio in faccia, e alla cintura una pistola simile a quella di Franken. Nella stanza vi erano altre quattro guardie, tutte armate di pistole a energia.
Il capitano dei Neri si fermò davanti al tavolo del presidente, scattò in un saluto quasi militare, e disse: «I prigionieri Janas e Emmett, cittadino Franken.»
«Grazie, capitano» disse Franken. «Me ne occupo io.»
Il capitano salutò, si voltò coi suoi uomini sulla pista di atterraggio.
Per lunghi minuti nessuno parlò nell’ufficio di Franken.
«Avete un’idea del perché vi trovate qui?» chiese finalmente Franken, che parlava adagio perché la mascella gli dava ancora delle fitte.
«Un’idea ce l’ho» rispose Janas.
«Ed è sbagliata» disse Franken, gelido.
«Mi stupisco che siamo ancora vivi» disse Jarl Emmett.
Franken rispose con un’occhiata fredda.
«Sedetevi» disse dopo un momento. «E state calmi. Presto saprete tutto.» Non si voltò a guardare i due uomini che armeggiavano con i documenti intorno al tavolo, dandosi l’aria di essere indaffaratissimi.
Janas si lasciò cadere nella seggiola più vicina. Si voltò verso le guardie armate, poi osservò Emmett e finalmente si mise a fissare il pavimento.
Qualcuno era uscito vivo da quel disastro, pensava tra sé, ma non erano in molti. Della Confederazione, troppo pochi erano sopravvissuti per riuscire a tener testa ai ribelli, e quelli della Lega dei Mondi Indipendenti erano campati in numero appena sufficiente per proclamarsi vincitori e dettare i termini di pace. Comunque, centocinquanta anni di guerre ininterrotte avevano dissanguato l’umanità, lasciando tutti esausti.
Robert Janas e Jarl Emmett erano tra i superstiti, ma forse ce l’avevano fatta solo perché si erano arresi alle guardie della CNS, anziché cadere in mano degli uomini della Confederazione, e nessuno dei due sapeva per quanto tempo ancora sarebbero rimasti in vita. Paul D’Lugan era morto e anche Hal Danser, freddato in fondo al pozzo dell’ascensore da una pallottola da 45. Anche Juan Kai era morto, in un disperato tentativo di sortita dal grattacielo Operazioni e Syble Dian era stata stroncata da una scarica di energia di un elicottero della CNS, nel momento in cui Janas teneva testa a Danser. Rinni e Gray, Rod Campbell, l’ammiraglio Juliene, e Dio sa quanti altri erano morti, in quello sforzo vano e pazzesco della Confederazione per sopravvivere.
Maura Biela era scampata al massacro ed era finita, anche lei, in prigione, insieme con Janas e Emmett, ma correva voce che fosse stata liberata per intervento di un ufficiale ribelle, suo lontano parente.
In quanto a Enid, Janas non ne sapeva nulla. Sperava, e credeva che fosse viva. Era sicuro che gli uomini di Franken non l’avessero trovata, perché, in caso contrario, Altho si sarebbe senza dubbio vendicato su di lei. La Confederazione, d’altra parte, non era più abbastanza potente per preoccuparsi di una ragazza di nessuna importanza. Janas continuava a ripetersi che Enid era salva.
“E ora” diceva tra sé per l’ennesima volta il comandante spaziale, “è tutto finito! La CNS è sopravvissuta al disastro, ed è questo che conta veramente, anche se un’età di tenebre ci attende.”
Dal tavolo di Altho Franken venne un ronzio. Il presidente della Compagnia di Navigazione Solare sussultò, poi si curvò in avanti, per premere il pulsante.
«Sì» disse rauco.
«Il cittadino Altho Franken?» chiese una voce all’apparecchio.
«Sono io» disse Franken. Janas notò che, mentre cercava di prendere un sigaro, la mano gli tremava.
«Il generale Henri Kantralas è in linea.»
«Passate» esclamò Franken.
«Cittadino Franken?» disse una voce sonora nell’apparecchio.
Janas rimpiangeva di non poter vedere nel piccolo schermo la faccia dell’uomo che aveva battuto la Confederazione.
Franken annui.
«Desidero congratularmi con voi, cittadino Franken» disse la voce del generale. «Avete dato prova di grande saggezza nel mantenere neutrale la Compagnia di Navigazione Solare.»
Franken disse: «Grazie, generale.»
«Veniamo subito al punto, cittadino.»
«P-prego, generale» balbettò Franken, guardando Janas.
«Questa mia chiamata ha una ragione ben precisa, cittadino Franken» proseguì il generale. «La CNS è l’unico organismo che sia rimasto ancora indipendente. Io e il presidente in carica ci siamo trovati d’accordo nell’invitare la Compagnia di Navigazione Solare ad agire come testimone e intermediario durante i negoziati in corso. È disposta la Compagnia a accettare l’incarico?»
«Certamente, sì, generale» disse Franken, con aria più distesa.
«Benissimo» disse il generale Kantralas. Seguì una breve pausa. «Due vostri funzionari mi sono stati caldamente raccomandati. Posso suggerire di nominarli vostri agenti?»
Franken guardò prima Janas, poi Emmett, stupito. «Ma vi prego, generale» disse dopo un istante, con voce incerta.
«Grazie, cittadino.» La voce del generale era cordiale. «Avete con voi il...» fece una breve pausa «... il comandante Robert Janas e il cittadino Jarl Emmett. Il mio aiutante mi consiglia di far venire questi due uomini perché siano presenti al nostro colloquio.»
«Ma generale» gridò quasi Franken. «Questi uomini sono sotto accusa. Hanno aiutato i ri...»
«Cittadino Franken» disse Kantralas, con voce dura e decisa. «Sono certo che siete a conoscenza dell’amnistia emanata sia dalla Lega, sia dalla Confederazione. Questa amnistia scagiona tutti coloro che sono stati compromessi nella così detta Rivolta, dall’una e dall’altra parte, fatta eccezione per pochi criminali di guerra.»