che non è il nostro, e del Senato a voi
riferir la letizia e il guiderdone. 15
Ei sarà pari al merto.
IL CONTE
Io già lo tengo.
Venezia è salva; ho liberata in parte
una grande promessa; ho fatto alfine
risovvenir di me tal che m’avea
dimenticato; ho vinto.
PRIMO COMMISSARIO
Ed or si vuole 20
assicurar della vittoria il frutto.
IL CONTE
.... Questa è mia cura.
PRIMO COMMISSARIO
Or che dal vostro brando
sgombra è la via, noi ci aspettiam che tutta
voi la farete, né starem fin tanto
che non si giunga del nemico al trono. 25
IL CONTE
Quando fia tempo.
PRIMO COMMISSARIO
E che? Voi non volete
inseguire i fuggenti?
IL CONTE
Ora non voglio.
PRIMO COMMISSARIO
Ma il Senato lo crede... E noi ben certi
che pari all’alta occasion, che pari
alla vittoria il vostro ardor saria 30
nel proseguirla, abbiamo a lui...
IL CONTE
Vi siete
troppo affrettati.
PRIMO COMMISSARIO
E che dirà mai quando
udrà che ancor siam qui?
IL CONTE
Dirà, che il meglio
è di fidarsi a chi per lui già vinse.
PRIMO COMMISSARIO
Ma... che pensate far?
IL CONTE
Ve l’avrei detto 35
più volentier pochi momenti or sono;
pur convien ch’io vel dica. Io non mi voglio
allontanar di qui pria ch’espugnate
non sian le rocche che ci stan d’intorno.
Voglio un solo nemico, e quello in faccia. 40
PRIMO COMMISSARIO
Or dunque i nostri voti...
IL CONTE
I vostri voti
più arditi son del brando mio, più rapidi
de’ miei cavalli;... ed io... la prima volta
è che mi sento dir pur ch’io m’affretti.
PRIMO COMMISSARIO
Ma pensaste abbastanza?
IL CONTE
E che! Sì nova 45
mi giunge una vittoria? E vi par egli
che questa gioia mi confonda il core
tanto che il primo mio pensier non sia
per ciò che resta a far?
SCENA II
IL SECONDO COMMISSARIO, e detti.
SECONDO COMMISSARIO
(al Conte)
Signor, se tosto
non correte al riparo, una sfacciata 50
perfidia s’affatica a render vana
sì gran vittoria; e già l’ha fatto in parte.
IL CONTE
Come?
SECONDO COMMISSARIO
I prigioni escon del campo a torme;
i condottieri ed i soldati a gara
li mandan sciolti, né tener li puote 55
fuor che un vostro comando.
IL CONTE
Un mio comando?
SECONDO COMMISSARIO
Esitereste a darlo?
IL CONTE
È questo un uso
della guerra, il sapete. È così dolce
il perdonar quando si vince! e l’ira
presto si cambia in amistà ne’ cori 60
che batton sotto il ferro. Ah! non vogliate
invidiar sì nobil premio a quelli
che hanno per voi posta la vita, ed oggi
son generosi, perché ier fur prodi.
SECONDO COMMISSARIO
Sia generoso chi per sé combatte, 65
signor; ma questi, e ad onor l’hanno, io credo,
al nostro soldo han combattuto; e nostri
sono i prigioni.
IL CONTE
E voi potete adunque
creder così: quei che gli han visti a fronte,
che assaggiaro i lor colpi, e che a fatica 70
su lor le mani insanguinate han poste,
nol crederan sì di leggieri.
PRIMO COMMISSARIO
È questa
dunque una giostra di piacer? Non vince
per conservar, Venezia? E vana al tutto
fia la vittoria?
IL CONTE
Io già l’udii, di novo 75
la devo udir questa parola: amara,
importuna mi vien come l’insetto
che, scacciato una volta, anco a ronzarmi
torna sul volto... La vittoria è vana?
Il suol d’estinti ricoperto, sparso 80
e scoraggiato il resto... il più fiorente
esercito! col qual, se unito ancora
e mio foss’egli, e mio davver, torrei
a correr tutta Italia; ogni disegno
dell’inimico al vento; anche il pensiero 85
dell’offesa a lui tolto; a stento usciti
dalle mie mani, e di fuggir contenti
quattro tai duci, contro a’ quai pur ieri
era vanto il resistere; svanito
mezzo il terror di que’ gran nomi; ai nostri 90
raddoppiato l’ardir che agli altri è scemo;
tutta la scelta della guerra in noi;
nostre le terre ch’egli han sgombre... è nulla?
Pensate voi che torneranno al Duca
que’ prigioni? che l’amino? che a loro 95
caglia di lui più che di voi? ch’egli abbiano
combattuto per esso? Han combattuto
perché all’uomo che segue una bandiera,
grida una voce imperiosa in core:
combatti, e vinci. E’ son perdenti; e’ sono 100
tornati in libertà; si venderanno...
oh! tale ora è il soldato... a chi primiero
li comprerà... Comprateli, e son vostri.
PRIMO COMMISSARIO
Quando assoldammo chi dovea con essi
pugnar, comprarli noi credemmo allora. 105
SECONDO COMMISSARIO
Signor, Venezia in voi si fida; in voi
vede essa un figlio; e quanto all’util suo,
alla sua gloria può condur, s’aspetta
che si faccia da voi.
IL CONTE
Tutto ch’io posso.
SECONDO COMMISSARIO
Ebben, che non potete in questo campo? 110
IL CONTE
Quel che chiedete: un uso antico, un uso
caro ai soldati violar non posso.
SECONDO COMMISSARIO
Voi cui nulla resiste, a cui sì pronto
tien dietro ogni voler, sì ch’uom non vede
se per amore o per timor si pieghi, 115
voi non potreste in questo campo, voi
fare una legge, e mantenerla?
IL CONTE
Io dissi
ch’io non potea: meglio or dirò: nol voglio.
Non più parole; con gli amici è questo
il mio costume antico, ai giusti preghi 120
soddisfar tosto e lietamente, e gli altri
apertamente rifiutar. Soldati!
SECONDO COMMISSARIO
Ma... che disegno è il vostro?
IL CONTE
Or lo vedrete.
(a un Soldato che entra)
Quanti prigion restano ancora?
IL SOLDATO
Io credo
quattrocento, signor.
IL CONTE
Chiamali... chiama 125
i più distinti... quei che incontri i primi:
vengan qui tosto.
(parte il Soldato)
Io ’l potrei certo... Ov’io
dessi un tal cenno, non s’udria nel campo
una repulsa; ma i miei figli, i miei
compagni del periglio e della gioia, 130
quei che fidano in me, che un capitano
credon seguir sempre a difender pronto