l’onor della milizia ed il vantaggio,
io tradirli così! Farla più serva,
più vil, più trista che non è!... Signori, 135
fidente io son, come i soldati il sono;
ma se cosa or da me chiedete a forza,
che mi tolga l’amor de’ miei compagni,
se mi volete separar da quelli,
e a tal ridurmi ch’io non abbia appoggio 140
altro che il vostro, mio malgrado il dico,
m’astringerete a dubitar...
SECONDO COMMISSARIO
Che dite!
SCENA III
I PRIGIONIERI, tra i quali PERGOLA figlio, e detti.
IL CONTE
(ai Prigionieri)
O prodi indarno, o sventurati!... A voi
dunque fortuna è più crudel? voi soli
siete alla trista prigionia serbati? 145
UN PRIGIONIERE
Tale, eccelso signor, non era il nostro
presentimento allor che a voi dinanzi
fummo chiamati, udir ci parve il messo
di nostra libertà. Già tutti l’hanno
ricovrata color che agli altri duci, 150
minor di voi, caddero in mano; e noi...
IL CONTE
Voi, di chi siete prigionier?
IL PRIGIONIERE
Noi fummo
gli ultimi a render l’armi. In fuga o preso
già tutto il resto, ancor per pochi istanti
fu sospesa per noi l’empia fortuna 155
della giornata; alfin voi feste il cenno
d’accerchiarci, o signor: soli, non vinti,
ma reliquie de’ vinti, al drappel vostro...
IL CONTE
Voi siete quelli? Io son contento, amici,
di rivedervi; e posso ben far fede 160
che pugnaste da prodi: e se tradito
tanto valor non era, e pari a voi
sortito aveste un condottier, non era
piacevol tresca esservi a fronte.
IL PRIGIONIERE
Ed ora
ci fia sventura il non aver ceduto 165
che a voi, signore? E quelli a cui toccato
men glorioso è il vincitor, l’avranno
trovato più cortese? Indarno ai vostri
la libertà chiedemmo; alcun non osa
dispor di noi senza l’assenso vostro; 170
ma cel promiser tutti. Oh! se potete
mostrarvi al Conte, ci dicean: non egli
certo dei vinti aggraverà la sorte;
non fia certo per lui tolta un’antica
cortesia della guerra,... ei che sapria 175
esser piuttosto ad inventarla il primo.
IL CONTE
(ai Commissari)
Voi gli udite, o signori... Ebben, che dite?...
Voi, che fareste?...
(ai Prigionieri)
Tolga il ciel che alcuno
più altamente di me pensi ch’io stesso.
Voi siete sciolti, amici. Addio: seguite 180
la vostra sorte, e s’ella ancor vi porta
sotto una insegna che mi sia nemica...
ebben, ci rivedremo.
(segni di gioia tra i Prigionieri, che partono;
il Conte osserva il Pergola figlio, e lo ferma)
O giovinetto,
tu del volgo non sei; l’abito, e il volto
ancor più chiaro il dice; e ti confondi 185
con gli altri, e taci?
PERGOLA FIGLIO
O capitano, i vinti
non han nulla da dir.
IL CONTE
La tua fortuna
porti così, che ben ti mostri degno
d’una miglior. Quale è il tuo nome?
PERGOLA FIGLIO
Un nome
cui crescer pregio assai difficil fia, 190
che un grande obbligo impone a chi lo porta:
Pergola è il nome mio.
IL CONTE
Che? Tu sei figlio
di quel valente?
PERGOLA FIGLIO
Il son.
IL CONTE
Vieni ed abbraccia
l’antico amico di tuo padre. Io era
quale or tu sei, quando il conobbi in prima. 195
Tu mi rammenti i lieti giorni, i giorni
delle speranze. E tu fa cor: fortuna
più giocondi princìpi a me concesse;
ma le promesse sue sono pei prodi;
e o presto o tardi essa le adempie. Il padre 200
per me saluta, o giovinetto, e digli
ch’io non tel chiesi, ma che certo io sono
ch’ei non volea questa battaglia.
PERGOLA FIGLIO
Ah! certo,
non la volea; ma fur parole al vento.
IL CONTE
Non ti doler: del capitano è l’onta 205
della sconfitta; e sempre ben comincia
chi da forte combatte ove fu posto.
Vien meco;
(lo prende per mano)
ai duci io vo’ mostrarti, io voglio
renderti la tua spada.
(ai Commissari)
Addio, signori;
giammai pietoso coi nemici vostri 210
io non sarò, che dopo averli vinti.
(partono il Conte e Pergola figlio)
SCENA IV
I due COMMISSARI
SECONDO COMMISSARIO
(dopo qualche silenzio)
Direte ancor che a presagir perigli
troppo facil son io? che le parole
de’ suoi contrari, il mio sospetto antico,
l’odio forse, chi sa? mi fanno ingiusto 215
contro costui? ch’egli è sdegnoso, ardente,
ma leal? che da lui cercar non dessi
ossequi, ma servigi, e quando in grave
caso il nostro volere a lui s’intimi,
il dubitar ch’egli resista è un sogno? 220
Vi basta questo?
PRIMO COMMISSARIO
C’è di più. Gli dissi
che a noi premea che s’inseguisse il vinto:
ei ricusò.
SECONDO COMMISSARIO
Ma che rispose?
PRIMO COMMISSARIO
Ei vuole
assicurarsi delle rocche... ei teme...
SECONDO COMMISSARIO
Cauto ad un tratto è divenuto... e dopo 225
una vittoria.
PRIMO COMMISSARIO
La parola a stento
gli uscia di bocca: ella parea risposta
all’indiscreto che t’assedia, e vuole
il tuo segreto che per nulla il tocca.
SECONDO COMMISSARIO
Ma l’ha poi detto il suo segreto? E questo 230
motivo ond’egli accontentar vi volle,
vi parve il solo suo motivo, il vero?
PRIMO COMMISSARIO
Nol so, non ci badai, tempo non ebbi
che di pensar ch’io mi trovava innanzi
un temerario, e ch’io sentia parole 235
inusitate ai pari nostri.
SECONDO COMMISSARIO
E s’egli
al suo signore antico, al primo ond’ebbe
onor supremi, all’alta creatura
della sua spada, più terror che danno
volesse far? fargli pensar soltanto 240
quel ch’egli era per lui, quel che gli è contro?
Tal nemico mostrarglisi, ch’ei brami
d’averlo amico ancor? S’ei non potesse
tutto staccare il suo pensier da un trono
ch’egli alzò dalla polve; ov’ebbe il primo 245
grado dopo colui che v’è seduto?
Se un duca ardente di conquiste, e inetto
a sopportar d’una corazza il peso,
che d’una mano ha d’uopo e d’un consiglio,
e al condottier lo chiede, e gli comanda 250