— Ma dato che non l’ha trovata, non sarebbe ragionevole cambiare idea?
— Forse sarebbe ragionevole per me e per te. Noi sappiamo ammettere gli errori, sappiamo adattarci ai cambiamenti di situazione. Ma il generale no. Stabilisce una linea d’azione e la segue. Se dice che una cosa è così, è così e basta. Non cambierà idea.
— E dato che lo sappiamo, cosa possiamo fare?
— Assecondiamolo. Percorreremo un tratto di strada insieme a lui. Forse verrà un momento, non troppo lontano, in cui si lascerà convincere.
— Temo che dovremmo attendere troppo a lungo.
— In tal caso — disse Lansing, — decideremo quel che dovremo fare.
— Il primo suggerimento sarebbe dargli una botta in testa.
Lansing le rivolse un sorriso, e Mary lo ricambiò.
— Forse — disse lei, — è una cattiveria troppo grossa. Ma certe volte mi fa piacere pensarci.
S’erano seduti su di un lastrone di pietra e, mentre stavano per alzarsi, Mary disse bruscamente: — Ascolta. Non è qualcuno che urla?
Per un momento rimasero irrigiditi, fianco a fianco, poi il suono che Lansing non aveva udito in un primo momento si ripeté… fievole e lontano, attutito dalla distanza. Una voce di donna che urlava.
— Sandra! — gridò Mary e incominciò a correre verso la piazza. Correva a passo svelto e leggero, come se avesse le ali ai piedi, e Lansing la seguiva, pesantemente. Il percorso era tortuoso, orlato dai blocchi di pietra caduti nella stretta via.
Lansing sentì l’urlo ripetersi, altre volte.
Si precipitò nella piazza. Mary la stava già attraversando. Sulla scalinata c’era Sandra, che agitava freneticamente le braccia e continuava a urlare. Lansing cercò di correre più forte, ma le gambe non gli obbedivano.
Mary volò su per la gradinata e abbracciò Sandra. Rimasero così, strette l’una all’altra. Con la coda dell’occhio, Lansing vide il generale di brigata schizzare fuori a corsa da una via, ma continuò a correre. Raggiunse la scalinata e salì a precipizio.
— Cos’è successo? — chiese ansimando.
— Il reverendo — disse Mary. — È scomparso.
— Scomparso! Sandra doveva sorvegliarlo.
— Ho dovuto andare al bagno — gli gridò Sandra. — Ho dovuto trovare un posto. È stata questione d’un minuto.
— L’hai cercato? — chiese Mary.
— L’ho cercato — rispose Sandra, con voce stridula. — L’ho cercato dappertutto.
Il generale di brigata salì sbuffando i gradini. Dietro di lui, sulla piazza, Jurgens avanzava saltellando e manovrando la gruccia nel tentativo di affrettarsi.
— Cos’è tutto questo baccano? — Volle sapere il generale.
— Il reverendo è scomparso — disse Lansing.
— E così è scappato — disse il generale di brigata. — Quel mascalzone è scappato.
— Ho cercato di ritrovarlo — urlò Sandra.
— Io so dov’è — disse Mary. — Sono sicura di saperlo.
— Anch’io — disse Lansing, correndo verso l’ingresso.
Mary lo rincorse, gridando: — Troverai una torcia elettrica nel mio sacco a pelo. L’ho tenuta lì tutta la notte.
Lansing trovò la torcia elettrica e la raccolse, soffermandosi appena. Corse verso la scala del sotterraneo. E mentre scendeva, parlava tra sé. — Pazzo — disse. — Pazzo, pazzo!
Arrivò nel sotterraneo e si lanciò verso il corridoio centrale, illuminandosi il cammino con la torcia elettrica.
Forse era ancora in tempo, si disse. Forse era ancora in tempo. Ma era sicuro che non era così.
E aveva ragione. Non era più in tempo.
La grande camera in fondo al corridoio era vuota. La fila degli spioncini luccicava fioca nell’oscurità.
Lansing raggiunse la prima porta, quella che si apriva sul mondo dei meli selvatici, e vi fece scorrere il raggio della torcia elettrica. Le alette che l’avevano tenuta saldamente bloccata, adesso, pendevano dai bulloni.
Tese le mani verso la porta e una forza tremenda lo investì alle spalle, gettandolo sul pavimento. La torcia elettrica, ancora accesa, rotolò via. Aveva battuto la testa, nel cadere, e stelle e lampi luminosi gli saettavano nel cervello, ma continuava a lottare contro il peso che lo tratteneva.
— Idiota! — urlò in generale di brigata. — È una porta a senso unico. Si può entrare, ma non tornare indietro. Se entra, si accorgerà che la porta non esiste. E adesso, si comporterà in modo ragionevole se la lascio andare?
Mary aveva raccattato la torcia elettrica e la teneva puntata su Lansing. — Il generale ha ragione — disse. — Potrebbe essere una porta a senso unico. — Poi gridò: — Sandra, allontanati!
Al suo grido, Jurgens uscì dal buio e si avventò su Sandra, tendendo la gruccia. La colpì alle costole e la scagliò da un lato.
Il generale di brigata si rialzò in piedi, pesantemente, e indietreggiò contro la porta, per difenderla contro tutti.
— Sia chiaro — annunciò. — Nessuno deve uscire da questa porta. Nessuno deve toccarla.
Lansing si rialzò, un po’ scosso. Jurgens, dopo averla buttata a terra, adesso stava aiutando Sandra a rimettersi in piedi.
— Ecco lì — disse Mary, puntando la torcia elettrica sul pavimento. — Ecco la chiave inglese che ha usato per allentare le alette.
— L’ho vista ieri — disse Jurgens. — Era appesa a un gancio, vicino alla porta.
Mary si chinò e raccolse la chiave inglese.
— E adesso — disse il generale di brigata, — poiché tutti noi siamo passati attraverso i nostri periodi di follia, mettiamoci un po’ calmi. Fisseremo di nuovo le alette, e butteremo via la chiave inglese.
— Come può sapere che quella è una porta a senso unico? — chiese Sandra.
— Non lo so — rispose il generale. — Ma sono pronto a scommettere che lo è.
E infatti era così, pensò Lansing. Nessuno poteva saperlo, neppure il generale di brigata. E fino a quando non l’avessero saputo, con certezza assoluta, nessuno avrebbe potuto varcare quella porta.
— Non c’è modo di scoprirlo — disse Jurgens, — fino a quando non la si varca. E allora potrebbe essere troppo tardi.
— Giustissimo — disse il generale di brigata. — Ma nessuno dovrà azzardarsi a farlo.
Tese la mano a Mary, e lei gli porse la chiave inglese.
— Tenga la torcia puntata su di me — disse il generale. — Così potrò vedere quello che faccio.
XVIII
— È scappato — disse il generale di brigata. — Lansing, quando ha parlato con lei ieri sera, le ha parlato della sua intenzione di fuggire?
— No, sono sicuro che non ne ha parlato, ma sembrava disperato. Ha detto che questo posto era l’Inferno, e intendeva dire che era veramente l’Inferno, l’Inferno biblico. Non lo intendeva in senso metaforico.
— Era un debole — disse il generale di brigata. — Ha scelto una via d’uscita da vigliacco. È stato il primo di noi ad andare.
— Ora sta parlando come se si aspettasse che anche altri se ne vadano — disse Sandra, in tono ancora piangente.
— Ci sono sempre perdite di vite umane — disse il generale di brigata. — Sono inevitabili. Naturalmente, bisogna fare tutto il possibile perché non superino una percentuale accettabile.
Lansing fece una smorfia. — Se pensa di essere spiritoso, mi lasci dire che è uno spirito ripugnante. Non credo che riuscirà a farci ridere.
— E adesso — disse Mary, — ci annuncerà che dobbiamo andare avanti. Dobbiamo andare avanti anche se il reverendo non c’è.
— Certo, dobbiamo andare avanti — disse il generale di brigata. — È la nostra unica possibilità. Se non troveremo qualcosa qui…
— Se troveremo qualcosa qui, lei penserà che è una trappola — disse Sandra. — E non oserà servirsene. Non possiamo servirci delle porte perché potrebbero essere trappole.