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«Luce del paradiso!» sussurrò Dyelin, massaggiandosi le tempie. «Non so cosa riguardi questo, Nadere, ma dovrà aspettare finché...»

Elayne le appoggiò una mano sul braccio. «Non lo sai, Dyelin, e non può aspettare. Manderò via tutti e verrò con te, Nadere.»

La Sapiente scosse la testa in segno di disapprovazione. «Un bimbo che aspetta di nascere non può perdere tempo a mandar via le persone.» Diede uno scrollone allo spesso mantello. «Ti ho portato questo per proteggere la tua pelle dal freddo. Forse dovrei lasciarlo, e dire ad Aviendha che la tua modestia supera il suo desiderio di avere una sorella. Dyelin restò senza fiato, comprendendo all’improvviso. Il legame fra Custode e Aes Sedai fremette per il risentimento di Birgitte.

C’era una sola scelta possibile. Nessuna scelta, in realtà. Lasciando che il legame con le altre donne si dissolvesse, lei rilasciò saidar. Il bagliore rimase attorno a Renaile e Merilille, però. «Mi aiuterai coi bottoni, Dyelin?»

Elayne fu fiera della fermezza della propria voce. Si era aspettata questo. Solo non con così tanti spettatori!, pensò flebilmente. Voltando le spalle a Taim, — almeno non l’avrebbe visto osservarla! — cominciò dai bottoncini sulle maniche. «Dyelin, per cortesia? Dyelin?» Dopo un momento, Dyelin si mosse come una sonnambula e iniziò ad armeggiare coi bottoni lungo la schiena di Elayne, borbottando fra sé in tono indignato. Uno degli Asha’man accanto alla porta emise una risatina.

«Dietro front!» sbraitò Taim, e un rumore di stivali risuonò presso le porte.

Elayne non sapeva se anche lui si fosse voltato — era certa di poter sentire i suoi occhi su di lei — ma all’improvviso Birgitte fu lì, e Merilille e Reene, e Zaida, e perfino Renaile, assiepate spalla a spalla, corrucciate mentre formavano un muro fra lei e gli uomini. Un muro davvero inadeguato. Nessuna era alta quanto lei, e Zaida e Merilille non le arrivavano neanche alla spalla.

Concentrati, disse a sé stessa. Sono serena, sono tranquilla. Mi sto... mi sto spogliando nuda in una stanza piena di gente... ecco cosa sto facendo!

Si svestì il più in fretta possibile, lasciando che il suo abito e la sua blusa cadessero a terra, lanciandovi sopra le scarpette e le calze. Le venne la pelle d’oca nell’aria gelida; ignorare il freddo significava solo che non stava tremando. E preferiva pensare che il calore nelle sue gote avesse qualcosa a che fare con quello.

«Follia!» borbottò Dyelin a bassa voce, raccogliendo i vestiti. «Pura follia!»

«Cosa riguarda tutto questo?» sussurrò Birgitte. «Non dovrei venire con te?»

«Devo andare da sola» le mormorò Elayne di rimando. «Non discutere!»

Non che Birgitte le avesse dato espliciti segni di volerlo fare, ma il legame ne trasportava a bizzeffe. Togliendosi i cerchi dorati dalle orecchie, li pose a Birgitte, poi esitò prima di aggiungervi l’anello col Gran Serpente. Le Sapienti avevano detto che doveva venire come un bimbo alla nascita. Avevano fornito un gran numero di istruzioni, prima fra tutte di non dire a nessuno cosa sarebbe accaduto. A tale riguardo, sarebbe piaciuto saperlo anche a lei. Un bimbo nasceva senza sapere nulla di ciò che stava per accadere. I borbottii di Birgitte cominciarono ad assomigliare a quelli di Dyelin.

Nadere venne avanti col mantello, ma non fece altro che porgerglielo; fu Elayne a doverlo prendere e avvolgerlo rapidamente attorno a sé. Era ancora certa di poter percepire lo sguardo di Taim,. Tenendo stretta la pesante lana, il suo istinto fu di affrettarsi a lasciare la stanza, ma invece si erse in tutta la sua statura e si voltò lentamente. Non sarebbe sgattaiolata via avvolta in un mantello piena di vergogna.

Gli uomini che erano venuti con Taim, se ne stavano rigidi, con la faccia rivolta alle porte, e lo stesso Taim, stava scrutando il caminetto, le braccia incrociate sul petto. La sensazione dei suoi occhi era stata solo immaginazione, allora. Eccetto Nadere, le altre donne la guardavano con espressioni che variavano fra curiosità, costernazione e sorpresa. Nadere pareva semplicemente impaziente. Elayne cercò di assumere una voce il più possibile da regina. «Comare Harfor, offrite del vino a mastro Taim, e ai suoi uomini, prima che vadano.» Be’, almeno non tremava. «Dyelin, per favore, intrattieni la Maestra delle Onde e la Cercavento e vedi se riesci a dissipare i loro timori. Birgitte, aspetto di sentire il tuo piano di arruolamento stanotte.» Le donne che aveva nominato sbatterono le palpebre dallo stupore e annuirono senza parlare.

Poi se ne andò dalla stanza, seguita da Nadere, desiderando di aver potuto fare di meglio. L’ultima cosa che udì prima che le porte si chiudessero dietro di lei fu la voce di Zaida. «Strane usanze avete, voi terricoli.»

Nel corridoio tentò di muoversi un po’ più veloce, anche se non era semplice mentre impediva al mantello di spalancarsi. Le piastrelle rosse e bianche del pavimento erano molto più fredde dei tappeti nel soggiorno. Alcuni servi, avvolti nel calore di livree di lana buona, la fissarono mentre passava, poi si affrettarono a tornare ai propri compiti. Le fiamme delle lampade sui sostegni tremolavano; c’erano sempre degli spifferi nei corridoi. Di tanto in tanto l’aria si muoveva tanto da far increspare pigramente un arazzo alla parete.

«L’hai fatto di proposito, vero?» disse a Nadere, non intendendola proprio come una domanda. «Quando mi avessi chiamata, dovevi fare in modo che ci fossero molte persone a osservare. Per accertarti che adottare Aviendha fosse abbastanza importante per me.» Doveva essere più importante di qualunque altra cosa, le avevano detto. «Cosa avete fatto a lei

Aviendha talvolta sembrava avere ben poca modestia: se ne andava spesso in giro per i suoi appartamenti svestita e incurante, senza nemmeno fare caso a quando entravano i servitori. Far spogliare lei in mezzo alla folla non avrebbe provato nulla.

«Starà a lei dirtelo, se desidera» disse Nadere calma. «Sei acuta; molti non riescono a capirlo.» Il suo petto si gonfiò in un grugnito che avrebbe potuto essere una risata. «Quegli uomini che ti voltavano le spalle, e quelle donne che ti proteggevano. Vi avrei posto fine se l’uomo con la giubba ricamata non avesse continuato a guardare voltandosi appena per ammirarti i fianchi. E se il tuo rossore non avesse lasciato trasparire che lo sapevi.»

Elayne mancò un passo e inciampò. Il mantello si allargò, perdendo il poco calore corporeo che aveva intrappolato prima che lei riuscisse a richiuderlo di nuovo. «Quel lurido badamaiali!» borbottò. «Io... Io...!»

Dannazione a lei, cosa avrebbe potuto fare? Dirlo a Rand? Lasciare che si occupasse lui di Taim,? Mai e poi mai!

Nadere le lanciò un’occhiata interrogativa. «A molti uomini piace guardare il sedere di una donna. Smettila di pensare agli uomini, e inizia a pensare alla donna che vuoi come sorella.»

Arrossendo di nuovo, Elayne si concentrò su Aviendha. Non servì per niente a calmarle i nervi. C’erano cose specifiche a cui le era stato detto di pensare prima della cerimonia, e alcune la mettevano a disagio. Nadere uniformò il suo passo a quello di Elayne, e lei fece parecchia attenzione a non lasciare che le gambe sbucassero fuori dall’apertura del mantello — c’erano servi dappertutto — perciò impiegarono un bel po’ di tempo per raggiungere la stanza dove erano radunate le Sapienti, più di una dozzina di loro nelle loro gonne voluminose, bluse bianche e scialli scuri, adornate con collane e bracciali d’oro e argento, gemme e avorio, i loro lunghi capelli trattenuti indietro con sciarpe avvolte e annodate. Tutto il mobilio e i tappeti erano stati sgombrati, restavano solo le spoglie piastrelle bianche del pavimento, e neanche il fuoco nel caminetto. Qui, nel profondo del palazzo, senza finestre, il fragore del tuono si udiva a malapena. Gli occhi di Elayne si diressero subito verso Aviendha, in piedi all’estremità opposta della stanza. Nuda. Lei sorrise a Elayne nervosamente. Nervosamente! Aviendha! Scrollandosi rapidamente di dosso il mantello, Elayne le sorrise di rimando. Nervosamente, si rese conto. Aviendha emise una sommessa risata e, dopo un attimo, anche Elayne fece lo stesso. Luce, l’aria era fredda! E il pavimento lo era ancora di più!