«Perdonatemi,» disse lei, alzandosi con grazia «ma adesso sono molto occupata. Affari di stato, capirete, o vi accoglierei come si confà al vostro rango.» Il Popolo del Mare era pignolo su cerimoniali e decoro, almeno secondo i propri termini. Era molto probabile che avessero superato la prima cameriera semplicemente non dicendole di voler vedere Elayne, ma di certo si sarebbero offese se le avesse accolte da seduta prima che la corona fosse sua. E, che la Luce le folgorasse entrambe, non poteva permettersi di offenderle. Birgitte apparve al suo fianco, inchinandosi in modo formale per prendere la sua coppa; il legame del Custode trasmetteva cautela. Era sempre circospetta col Popolo del Mare nei paraggi; aveva lasciato sfuggire la lingua anche in loro presenza. «Vi vedrò più tardi» concluse Elayne, aggiungendo: «...se la Luce ci. assiste.» Prediligevano anche pieghe cerimoniose nelle espressioni, e quella mostrava loro cortesia e forniva una via d’uscita.
Renaile non si fermò finché non fu proprio di fronte a Elayne, un po’ troppo vicina. Una mano tatuata fece un breve cenno per darle il permesso di sedere. Il permesso. «Mi stai evitando.» La sua voce era profonda per una donna e fredda quanto la neve che stava cadendo sul tetto. «Ricorda che sono il Cercavento di Nesta din Reas Due Lune, Maestra delle Navi degli Atha’an Miere. Devi ancora onorare il resto dell’Accordo che hai stipulato per la tua Torre Bianca.» Il Popolo del Mare sapeva delle divisioni nella Torre — a questo punto lo sapevano tutte loro e sua sorella — ma Elayne non aveva pensato che fosse il caso di rendere la situazione più difficile per sé dichiarando pubblicamente da che parte stava. Non ancora. Renaile terminò con un imperioso tono di comando. «Tu tratterai con me, ora!»
E tanti saluti ai cerimoniali e al decoro.
«Lei sta evitando me, non te, Cercavento.» In contrasto con Renaile, Zaida pareva quasi che stesse intrattenendo una semplice conversazione. Piuttosto che affrettarsi lungo i tappeti, si mosse distrattamente per la stanza, fermandosi ad accarezzare un alto vaso di fine porcellana verde, poi si alzò in punta di piedi per scrutare attraverso un caleidoscopio a quattro cilindri sopra un alto scaffale. Quando lanciò un’occhiata verso Elayne e Renaile, un luccichio divertito scintillò nei suoi occhi neri. «Dopotutto, l’Accordo era con Nesta din Reas, portavoce delle navi.» Oltre a essere Maestra delle Onde del Clan Catelar, Zaida era un’ambasciatrice della Maestra delle Navi. Per Rand, non per Andor, ma il suo mandato le dava l’autorità di parlare e stipulare accordi per Nesta stessa. Passando da un cilindro con incisioni dorate a un altro, si mise di nuovo in punta di piedi per guardare attraverso l’oculare. «Hai promesso venti insegnanti agli Atha’an Miere, Elayne. Finora ne hai consegnata una.»
Il loro ingresso era stato così improvviso, così drammatico, che Elayne fu sorpresa di vedere Merilille chiudere le porte e voltarsi verso di lei. Più bassa di Zaida, la Sorella Grigia era elegante nell’abito di lana blu scuro con pelliccia argentea e piccole pietre di luna cucite sul corsetto, tuttavia poco più di due settimane passate a insegnare alle Cercavento avevano introdotto dei cambiamenti. Quasi tutte erano donne potenti assetate di sapere, più che pronte a strizzare Merilille come uva in un torchio, pretendendo fino all’ultima goccia di succo. Una volta, Elayne l’aveva creduta una persona controllata, che non si faceva cogliere dalla sorpresa, ma ora Merilille aveva gli occhi costantemente sgranati, le labbra sempre un poco socchiuse, come se fosse mezza sbigottita e si aspettasse che qualcosa la facesse trasalire di nuovo da un momento all’altro. Incrociando le mani alla cintura, attese presso la porta e apparve sollevata di non essere al centro dell’attenzione. Schiarendosi rumorosamente la gola, Dyelin si alzò in piedi e rivolse uno sguardo accigliato verso Zaida e Renaile. «Prestate attenzione a come parlate» ringhiò. «Siete in Andor, ora, non su una delle vostre navi, ed Elayne Trakand sarà regina di Andor! Il vostro Accordo sarà onorato in tempo. Per ora, abbiamo questioni più importanti di cui occuparci.»
«In nome della Luce, non c’è nulla di più importante» brontolò a sua volta Renaile, voltandosi verso di lei. «Dici che l’Accordo verrà onorato? Allora farai da garante. Sappi che ci sarà spazio per far penzolare anche te per le caviglie dal sartiame se...»
Zaida schioccò le dita. Tutto qua, ma un tremito percorse Renaile. Afferrando la scatoletta dorata di sali che pendeva da una delle sue collane, se la premette contro il naso e inspirò profondamente. Poteva essere una Cercavento della Maestra delle Navi, una donna di grande autorità e potere fra gli Atha’an Miere, ma per Zaida era... una Cercavento. Il che feriva oltremodo il suo orgoglio. Elayne era sicura che ci dovesse essere un modo per sfruttare questa cosa per tenerle fuori dai piedi, ma ancora non l’aveva trovato. Oh, sì; nel bene o nel male, aveva il Daes Dae’mar nelle ossa, ora. Si mosse attorno a una Renaile piena di rabbia silenziosa come se fosse una colonna, una parte della stanza, ma non si diresse verso Zaida. Se c’era qualcuno che aveva diritto a essere disinvolto qui, era lei. Non poteva permettersi di concedere a Zaida neanche il minimo vantaggio, o la Maestra delle Onde avrebbe dato il suo scalpo ai fabbricanti di parrucche. Presso il caminetto, distese di nuovo le mani di fronte alle fiamme.
«Nesta din Reas confidava che avremmo adempiuto all’Accordo, altrimenti non vi avrebbe mai acconsentito» disse calma. «Hai recuperato la Scodella dei Venti, ma mettere insieme altre diciannove Sorelle che si uniscano a voi richiede tempo. So che ti preoccupi per le navi che erano a Ebou Dar quando sono arrivati i Seanchan. Fai aprire a Renaile un passaggio per Tear. Ci sono centinaia di vascelli degli Atha’an Miere là.» Ogni rapporto lo riferiva. «Puoi apprendere ciò che sanno e riunirti al tuo popolo. Avranno bisogno di te, contro i Seanchan.» E lei si sarebbe liberata di loro. «Le altre Sorelle vi verranno inviate non appena potrà essere predisposto.» Merilille non si mosse dalla porta, ma il suo volto assunse una sfumatura verde di panico alla possibilità di rimanere sola in mezzo al Popolo del Mare. Zaida smise di guardare attraverso il caleidoscopio e lanciò a Elayne un’occhiata in tralice. Un sorriso le increspò le labbra. «Io devo rimanere qui, almeno finché non avrò parlato con Rand al’Thor. Se mai arriverà.» Il sorriso si tese per un istante prima di tornare a sbocciare di nuovo; Rand non avrebbe avuto vita facile con lei. «E terrò Renaile e le sue compagne, per ora. Una manciata di Cercavento in più o in meno non farà una grossa differenza contro questi Seanchan, mentre qui, se la Luce ci assiste, possono imparare qualcosa che sarà loro molto utile.» Renaile sbuffò. Zaida si accigliò e cominciò a giocherellare con l’oculare che si trovava alla stessa altezza del suo viso. «Ci sono cinque Aes Sedai qui nel tuo palazzo, inclusa te» mormorò pensierosa. «Forse alcune di voi potrebbero insegnare.»
Come se quell’idea le fosse appena venuta in mente. E se era così, Elayne poteva sollevare entrambe le donne del Popolo del Mare con una mano!
«Oh, sì, sarebbe stupendo» proruppe Merilille, facendo un passo avanti. Poi lanciò un’occhiata a Renaile e si zittì, il rossore si diffuse sul suo pallore cairhienese. Incrociando di nuovo le mani sulla vita, si avvolse di mansuetudine come di una seconda pelle. Birgitte scosse il capo per lo stupore. Dyelin fissò l’Aes Sedai come se non l’avesse mai vista prima.
«Troveremo una soluzione, se così vorrà la Luce» disse Elayne cauta. Dovette sforzarsi per non grattarsi le tempie. Desiderava poter dar colpa del suo mal di testa ai tuoni incessanti. Nynaeve sarebbe andata su tutte le furie per quel suggerimento e Vandene avrebbe ignorato un ordine del genere, ma sarebbe stato possibile per Careane e Sareitha. «Per non più di qualche ora al giorno, capirai. Quando hanno tempo.» Evitò di guardare Merilille. Anche Careane e Sareitha si sarebbero potute rifiutare di essere gettate in quel torchio.