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«Io li amo» disse ser Illifer «ma devo anche mangiare.»

«Lo stesso vale per tutti i figli della Madre.»

«Noi siamo diretti a Duskendale» ripeté ser Illifer in tono piatto.

Uno dei fratelli questuanti sputò, una donna si lasciò sfuggire un gemito. «Voi siete falsi cavalieri» disse l’uomo robusto con la stella tatuata sul petto. Parecchi altri brandirono le mazze.

«Non giudicate, fratelli, perché del Padre è il giudizio.» Il septon scalzo li blandì con la parola. «Lasciateli andare in pace. Anche loro sono poveri uomini, sperduti sulla Terra.»

Brienne spinse un po’ in avanti la giumenta. «Anche mia sorella è perduta. Una fanciulla di tredici anni, con i capelli fulvi, di gradevole aspetto.»

«Tutti i figli della Madre sono di gradevole aspetto. Possa la Vergine vegliare su quella povera innocente, e anche su di te.»

Il septon si appoggiò sulla spalla una delle stanghe del carretto e ricominciò a tirare. I fratelli questuanti ripresero il loro coro. Brienne e i due cavalieri erranti rimasero in sella mentre la processione li superava lentamente, seguendo la strada malridotta in direzione di Rosby. A poco a poco il suono dei loro canti si affievolì e alla fine svanì.

Ser Creighton sollevò una chiappa dalla sella per darsi una grattata. «Che genere di uomo ucciderebbe un sacro septon?»

Brienne conosceva bene quale genere di uomo lo avrebbe fatto. Vicino a Maidenpool, ricordava, i Guitti Sanguinari avevano impiccato un septon al ramo di un albero, usando poi il cadavere come bersaglio per il tiro con l’arco. Si chiese se anche le sue ossa fossero ammucchiate su quel carretto assieme alle altre.

«Uno dovrebbe essere uno stolto per stuprare una Sorella del Silenzio» stava proseguendo ser Creighton. «Anche solo a toccarne una… si dice che siano le mogli dello Sconosciuto, e che le loro parti intime siano umide e fredde come il ghiaccio.» Gettò un’occhiata a Brienne. «Chiedo scusa.»

Brienne spronò la sua giumenta dal mantello baio in direzione di Duskendale. Poco dopo, ser Illifer la seguì, e da ultimo ser Creighton.

Tre ore dopo incontrarono un altro gruppo diretto a Duskendale. Un mercante e i suoi servitori, accompagnati da un altro cavaliere errante. Il mercante era in sella a un purosangue grigio pezzato, mentre i suoi servitori facevano a turno a tirare il carro. Quattro lottavano contro i solchi nella strada mentre altri due camminavano rasente alle ruote, ma non appena udirono il rumore dei cavalli si schierarono a difesa del carro, impugnando bastoni da combattimento di leccio. Il mercante estrasse una balestra, il cavaliere snudò la spada.

«Mi perdonerete se sono sospettoso» esordì il mercante «ma questi sono tempi difficili e ho solo il valido ser Shadrich a difendermi. Voi chi siete?»

«Ma come?» Ser Creighton era offeso. «Io sono il famoso ser Creighton Longbough, reduce della battaglia delle Acque Nere, e questo è il mio compagno, ser Illifer Tascavuota.»

«Non abbiamo intenzione di farvi del male» aggiunse Brienne.

Il mercante le lanciò uno sguardo dubbioso. «Mia signora, tu dovresti trovarti al sicuro a casa. Per quale ragione indossi quella tenuta così innaturale?»

«Sono alla ricerca di mia sorella.» Brienne non osò menzionare il nome di Sansa, accusata di regicidio. «È una fanciulla nobile, di bell’aspetto, occhi azzurri e capelli fulvi. Forse l’avete vista insieme a un cavaliere piuttosto in carne, o con uno stolto ubriacone.»

«Le strade sono piene di ubriaconi stolti e di fanciulle deflorate. Quanto a cavalieri bene in carne, è cosa ardua per un onest’uomo avere una pancia sovrabbondante quando così tanta gente non ha da mangiare… per quanto nemmeno il vostro ser Creighton pare abbia sofferto la fame.»

«Ho le ossa grosse» dichiarò ser Creighton. «Cavalchiamo insieme per un tratto? Non dubito del valore di ser Shadrich, ma è di piccola statura, e tre lame sono meglio di una.»

"Quattro lame" avrebbe voluto precisare Brienne, ma si morsicò la lingua.

Il mercante spostò lo sguardo sul cavaliere di scorta. «Tu che dici, ser?»

«Oh, questi tre non sono da temere.» Ser Shadrich era un ometto dalla faccia di volpe, il naso affilato e una gran massa di capelli color carota, in sella a un corsiero sauro. Superava di poco i cinque piedi e due pollici, ma appariva decisamente sicuro di sé. «Quello è un vecchio, l’altro è grasso e quello più alto è una donna. Che vengano pure.»

«Come dici tu» il mercante abbassò la balestra.

Dopo che ebbero ripreso il cammino, ser Shadrich rallentò l’andatura, cavalcando accanto a Brienne e scrutandola da capo a piedi. «Sei proprio una bella pollastra.»

All’epoca, la derisione di ser Jaime l’aveva ferita profondamente; le parole di quel piccoletto la sfiorarono appena. «Un gigante, confronto a certa gente.»

Il cavaliere rise. «Sono grosso quanto basta là dove conta.»

«Il mercante ti ha chiamato Shadrich.»

«Ser Shadrich di Gola Ombreggiata. Alcuni mi chiamano Topo pazzo.» Ruotò lo scudo, mostrando il proprio emblema: un grosso topo bianco dagli occhi rossi fiammeggianti in campo marrone e azzurro. «Il marrone è per le terre che ho attraversato. L’azzurro per i fiumi che ho guadato. Il topo sono io.»

«E saresti pazzo?»

«Direi di sì. Un topo qualunque fuggirebbe dal combattimento e dal sangue. Quello pazzo ne va in cerca.»

«Sembrerebbe che tu li trovi di rado.»

«Li trovo, li trovo. Non sono un cavaliere da torneo, questo è vero. Il mio valore lo riservo per il campo di battaglia, donna.»

"Donna" era già meglio di "pollastra" pensò Brienne. «Tu e il buon ser Creighton, quindi, avete molto in comune.»

Ser Shadrich rise. «Oh, su questo ho i miei dubbi, ma può darsi che la tua ricerca abbia qualcosa in comune con la mia. Una sorella minore dispersa, è così? Occhi azzurri e capelli rossi?» Il Topo pazzo rise di nuovo. «Non sei la sola a caccia in questi boschi. Anch’io sto cercando Sansa Stark.»

Il viso di Brienne restò impassibile come una maschera, celando la sua ansia. «Chi è questa Sansa Stark? E come mai la cerchi?»

«Per amore, che altro?»

«Amore?» Brienne aggrottò la fronte.

«Aye, amore dell’oro. A differenza del tuo buon ser Creighton, io ho combattuto alle Acque Nere, ma dalla parte degli sconfitti. Il riscatto che sono stato costretto a pagare mi ha mandato in rovina. Tu sai chi è Varys, suppongo? L’eunuco offre una grassa borsa d’oro per quella ragazza che tu non hai mai sentito nominare. Non sono un uomo avido, e se una pollastra più grande della norma volesse darmi una mano a trovare quella discola, condividerei con lei il conio del Ragno tessitore.»

«Pensavo che tu fossi al soldo del mercante.»

«Solo fino a Duskendale. Hibald è tirchio quanto pauroso. Ed è molto pauroso. Allora, che ne dici, pollastra?»

«Non conosco nessuna Sansa Stark» insistette Brienne. «Sono alla ricerca di mia sorella, una ragazza nobile…»

«… con gli occhi azzurri e i capelli fulvi, aye. Ma ti prego, dimmi, chi è il cavaliere che viaggia con tua sorella? Hai anche nominato uno sciocco, forse un giullare?» Ser Shadrich non attese la risposta, il che fu un bene: Brienne non aveva niente da dirgli. «Anche un certo sciocco, o meglio un giullare, è scomparso da Approdo del Re proprio la notte in cui re Joffrey è morto, un individuo tozzo dal naso pieno di venuzze scoppiate, tale ser Dontos il Rosso, originario di Duskendale. Prego quindi che tua sorella e il suo sciocco ubriacone non vengano scambiati per Sansa Stark e ser Dontos. Potrebbe rivelarsi una vera sfortuna.»