Tornai al taglio alla maschietta. Marydale, Ohio. Che cosa avrà avuto, per diventare un punto caldo nel taglio di capelli? Caldo, pensai. E se ci fosse stato un caldo insolito in Ohio nell’estate del 1921? Un caldo tale da appiccicare i capelli lunghi alla pelle sudata della nuca e da far dire alle donne: “Non li sopporto più”.
Richiamai i dati meteorologici dello stato dell’Ohio da giugno a settembre e cominciai a cercare Marydale.
— Hai un minuto? — disse una voce dalla porta. Era Elaine, del Personale. Aveva una fascia elastica sulla fronte e un’aria acida. — Hai idea di cosa siano le razioni struttura implementativa assunzionale? — domandò.
— Neanche per sbaglio. Hai provato in Direzione?
— Ci sono già salita due volte e non sono riuscita a entrare. C’è una vera folla. — Trasse un gran respiro. — Sto diventando totalmente stressata. Hai voglia di fare allenamento?
— Salire scale? — chiesi poco convinta. Elaine scosse con decisione la testa. — Salire scale non allena i muscoli più estesi. Wall-walking. Palestra nella Ventottesima. Hanno chiodi da roccia e tutto il resto.
— No, grazie. Le pareti le ho già qui.
Elaine le guardò con disapprovazione e uscì. Tornai al taglio alla maschietta. Nel 1921 le temperature a Marydale erano state leggermente più basse del normale, e poi quella non era la città natale né di Irene Castle né di Isadora Duncan.
Lasciai perdere per il momento e tracciai un grafico di Pareto e alcune altre regressioni. C’era una debole correlazione tra la frequenza in chiesa e il taglio alla maschietta, una forte correlazione fra capelli corti e vendite di Hupmobile, ma non di Packard o di Ford modello T, e una tortissima correlazione fra caschetti e infermiere professionali. Chiesi al computer l’elenco degli ospedali americani nel 1921. Non ce n’era nemmeno uno nel raggio di cento miglia da Marydale.
Entrò Gina, con un’espressione tormentata.
— No, non so come compilare il modulo per il finanziamento — la anticipai. — E non lo sa nessun altro.
— Davvero? — disse lei vagamente. — Non l’ho ancora neppure guardato. Sto sprecando tutto il tempo in quello stupido comitato di ricerca per l’assistente di Flip. Secondo te, qual è la più importante qualità di una assistente?
— Essere l’esatto contrario di Flip — risposi. Visto che non rideva, azzardai: — Competenza? Disponibilità? Voglia di lavorare?
— Esatto. E se una persona avesse queste qualità, l’assumeresti immediatamente, vero? E se loro fossero tanto qualificati per il loro lavoro come lo è lei per il suo, la prenderebbero subito. Tu non la bocceresti a causa di un solo piccolo lato negativo e non aspetteresti che intervistassero decine di altre candidate, soprattutto se hai altro da fare. Riempire quel ridicolo modulo, per dirne una, e preparare una festa di compleanno. Sai cos’ha scelto Brittany, quando le ho detto che non poteva avere i Power Rangers? Barney. E non è che non sia competente e disponibile e piena di voglia di lavorare. Giusto?
Non era chiaro se parlava di Brittany o della candidata al posto di assistente. — Barney è davvero orribile — dissi.
— Proprio così — convenne Gina, come se avessi dimostrato il suo punto, quale che fosse. — L’assumo — e si precipitò fuori.
Tornai a sedermi davanti al computer. Cappellini a cloche, auto Hupmobile e Marydale, Ohio. Pareva poco verosimile che una di queste cose costituisse l’azione scatenante. Qual era, allora? Che cosa aveva messo in moto all’improvviso la moda?
Entrò Flip, con la pila di ritagli e di annunci personali che le avevo appena dato. — Cosa vuole che ne faccio di questa roba?
MESMERISMO (1778 – 84)
Moda scientifica risultante da nuove scoperte sul magnetismo, da ipotesi sulle sue possibilità mediche e dall’avidità. La buona società parigina si riversava dal dottor Mesmer per avere terapie a base di “magnetismo animale” che comprendevano vasche di “acqua magnetizzata”, bacchette di ferro e assistenti in camice color lavanda, che massaggiavano i pazienti e li guardavano intensamente negli occhi. I pazienti urlavano, piangevano, sprofondavano in stato di trance e nell’uscire pagavano il dottor Mesmer. Il magnetismo animale (in realtà ipnotismo) era ritenuto in grado di curare qualsiasi malattia, dai tumori al mal sottile. Passò di moda quando un’indagine scientifica guidata da Ben Franklin dimostrò che non faceva niente del genere.
Martedì Grancapo indisse un altro meeting. — Per spiegare i moduli semplificati per il finanziamento — dissi a Gina mentre andavamo in sala mensa.
— Me lo auguro — disse lei, con espressione ancora più tormentata del giorno prima. — Sarebbe bello vedere qualcun altro sulla difensiva, tanto per cambiare.
Stavo per chiederle cosa volesse dire, quando dall’altra parte della sala scorsi il dottor O’Reilly che parlava con la dottoressa Turnbull. Quest’ultima aveva un abito color rosa postmoderno (senza spalline imbottite) e lui portava una di quelle camicie di poliestere stampato degli anni Settanta. Mentre notavo tutto questo, Gina si era già sistemata al nostro tavolino, con Sarah, Elaine e un gruppetto di altri.
Mi avvicinai, preparandomi a una discussione su problemi di intimità e camminate energetiche ma parlavano della nuova assistente di Flip.
— Credevo che fosse impossibile assumere qualcuno peggiore di Flip — diceva in quel momento Elaine. — Come hai potuto, Gina?
— Ma è molto competente — replicò Gina, sulla difensiva. — Ha esperienza con Windows e con il software di analisi statistica e sa anche riparare la fotocopiatrice.
— Tutte cose senza importanza — disse una di Fisica, ma a me non parevano cose prive d’importanza.
— Be’, io non sto lavorando con lei — disse uno dello Sviluppo Prodotti. — E non dirmi che non sapevi che era una di quelle. Basta guardarla.
Il settarismo è una delle mode più vecchie e più brutte, così persistente che si può considerare come moda solo perché il suo bersaglio cambia di continuo: ugonotti, coreani, omosessuali, musulmani, tutsi, ebrei, quaccheri, lupi, serbi, casalinghe di Salem. Quasi ogni gruppo, purché piccolo e diverso, ha avuto il suo turno, e lo schema non cambia mai: disapprovazione, isolamento, demonizzazione, persecuzione. Già questa è una ragione per cui sarebbe bello trovare l’interruttore che accende le mode. Questa moda qui mi piacerebbe spegnerla una volta per tutte.
— Non dovrebbero permettere a persone come lei di lavorare in una grossa azienda come la HiTek — diceva Sarah, che a dire il vero era una brava persona, malgrado le sue psico-ciance su Ted.
E il dottor Applegate, che decisamente avrebbe dovuto sapere come va il mondo, aggiunse con disgusto: — Immagino che se tu la licenziassi ci citerebbe in giudizio per discriminazione. Ecco cosa c’è di sbagliato in tutta questa robaccia sull’azione assertiva.
Mi domandai a quale minoranza la nuova assistente di Flip avesse la sfortuna di appartenere: latino-americane? lesbiche? membri dell’associazione possessori di armi?
— Quella non mette piede nel mio laboratorio — disse una donna col turbante. — Non voglio espormi senza necessità a rischi per la mia salute.
— Ma non fumerà sul lavoro! — obiettò Gina. — Può battere a macchina cento parole al minuto.
— Non riesco a credere alle mie orecchie — disse Elaine. — Non avete letto il rapporto della Sanità sui pericoli del fumo passivo?
D’altro canto, ci sono momenti in cui, più che riformare la razza umana, preferirei abbandonarla del tutto e diventare, che so, uno dei macachi del dottor O’Reilly, che di sicuro hanno più buonsenso.
Stavo per dirlo a Elaine, quando il dottor O’Reilly mi prese per il braccio. — Venga a sedersi con me — disse, tirandomi via. — Voglio che sia la mia partner, nel caso che Grancapo faccia a sorpresa un’altra seduta di sensitività. — Mi guardò incerto. — A meno che non preferisca stare con i suoi amici.