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Le biblioteche sono state responsabili di un mucchio di importanti conquiste scientifiche. Darwin leggeva Malthus per svago (il che dovrebbe dirvi qualcosa su di lui) e Alfred Wegener ebbe l’idea della deriva continentale mentre, nella biblioteca dell’università di Marburg, faceva ruotare oziosamente il mappamondo e sfogliava pubblicazioni scientifiche. A me invece non venne niente, neppure il titolo del libro di Billy Ray. Andai alla sezione Economia per vedere se ricordavo il titolo del libro, quando mi folgorò un’intuizione.

Qualcosa sulla tecnica di restringere il punto focale, di eliminare tutti gli aspetti secondari. “Può avere solo una causa, giusto?” aveva detto Billy Ray.

Sbagliato. In un sistema lineare sarebbe stato possibile, ma il taglio alla maschietta non era come la scabbia ovina. Era come uno dei sistemi caotici di Bennett. C’erano decine di variabili e tutte erano importanti. Si alimentavano l’una dell’altra, iterando e reiterando, incrociandosi ed entrando in collisione, determinandosi a vicenda in modi che nessuno si sarebbe aspettato. Forse il problema non era che avevo troppe cause, ma che non ne avevo a sufficienza. Passai al Novecento, presi Quei ruggenti anni Venti; Ragazze spregiudicate, macinini e flagpole-sitters; Gli anni Venti: Uno studio sociologico e tutti i libri su quel periodo che potevo portare e andai al banco.

— Registro a suo nome un ritardo di restituzione — disse la ragazza. — Quattro settimane.

Tornai a casa, eccitata all’idea di trovarmi per la prima volta sulla pista giusta, e mi misi a lavorare sulle nuove variabili.

Gli anni Venti affogavano nelle mode: il jazz, le fiaschette da tasca, le calze arrotolate alle caviglie, i balli, le pellicce di procione, il Mah-jong, le maratone di corsa, le maratone di ballo, le maratone di bacio, le auto da corsa Stutz Bearcat, il flagpole-sitting: ossia la moda lanciata dal famoso stuntman Alvin Kelly di stare appollaiati in cima a un’asta di bandiera, la conseguente mania di stare seduti sugli alberi, i cruciverba. E da qualche parte, fra tutte quelle ginocchia dipinte di rosso e gli impermeabili di tela cerata e le gare di sedia a dondolo, c’era l’azione scatenante che aveva messo in moto la moda del taglio alla maschietta.

Lavorai fino a tardi e poi andai a letto. Prima di addormentarmi, lessi Via dalla pazza folla. Avevo ragione, riguardava le pecore. E le mode. Nel capitolo 5, una pecora cadeva in un burrone e le altre la seguivano, precipitando una dopo l’altra sulle rocce sottostanti.

PARTE TERZA

Affluenti

“Prego, messeri” disse lui “riesco con un potente incantesimo segreto a convincere ogni essere vivente che sotto il sole striscia o vola o corre a lasciar tutto per venirmi dietro!”
ROBERT BROWNING

PARRUCCHE A DIORAMA (1750 – 60)

Moda della corte di Luigi XVI ispirata da Madame de Pompadour, che si divertiva a sfoggiare acconciature inusitate. I capelli venivano drappeggiati su un’intelaiatura imbottita di bambagia o di paglia e cementati con una pasta che si induriva; poi venivano incipriati e decorati con perle e fiori. La moda sfuggì rapidamente di mano. Le intelaiature arrivarono a essere alte anche un metro e le decorazioni divennero molto elaborate e poi pittoriche. Le acconciature comprendevano cascate, amorini e scene di romanzi. Battaglie navali, complete di navi e di fumo, dondolavano sulla testa delle donne, e una vedova, sopraffatta dal cordoglio per il marito defunto, si fece erigere fra i capelli la di lui pietra tombale. La moda morì con l’avvento della Rivoluzione francese e la conseguente scarsità di teste su cui mettere parrucche.

I fiumi non sono soltanto ampi corsi d’acqua. Sono bacini di drenaggio per decine, a volte centinaia di affluenti. Il fiume Lena, in Siberia, drena per esempio un’area di più di un milione di miglia quadrate, che comprende il Karenga, l’Olekma, il Vitim e l’Aldan, più un migliaio di torrenti e ruscelli di portata inferiore, alcuni dei quali seguono corsi così distanti e complicati che non si penserebbe mai che essi confluiscano nel Lena, distante mille miglia.

Gli eventi che conducono a una conquista scientifica sono di frequente non solo casuali, ma molto distanti dalla scienza. Prendiamo il morbillo. Einstein ebbe il morbillo a quattro anni, e suo padre cercava solo di distrarre un bimbo ammalato, quando gli diede come giocattolo un compasso tascabile. E le chiavi dell’universo.

La vita di Fleming è un intero sistema di coincidenze, a partire dal padre, giardiniere nella tenuta dei Churchill. Quando il decenne Winston cadde nel laghetto, il padre di Fleming si gettò in acqua e lo salvò. La famiglia riconoscente lo compensò mandando suo figlio Alexander alla scuola di medicina.

Prendiamo Penzias e Wilson. Robert Dicke, all’università di Princeton, suggerì a P.J.E. Peebles di calcolare quanto fosse caldo il Big Bang. Peebles eseguì i calcoli, capì che il Big Bang era stato abbastanza caldo da essere rilevabile come residuo di radiazione e disse a Peter G. Roll e a David T. Wilkinson che avrebbero dovuto cercare le microonde.

Peebles (mi seguite?) tenne una conferenza alla Johns Hopkins, nella quale accennò al progetto di Roll e Wilkinson. Ken Turner, del Carnegie Institute, ascoltò la conferenza e al MIT ne parlò con Bernard Burke, un amico di Penzias. (Continuate a seguirmi?).

Quando telefonò a Burke per parlare di tutt’altro (la festa di compleanno della figlia, probabilmente), Penzias accennò al rumore di fondo che non riusciva a eliminare. E Burke gli suggerì di parlarne con Wilkinson e Roll.

Tornando ai miei problemi, nella settimana seguente accaddero varie cose.

Inserii nel computer i dati riguardanti il flagpole-sitting e il Mah-jong; Grancapo dichiarò che la HiTek era un edificio dove non si fumava; la figlia di Gina, Brittany, compì cinque anni; la dottoressa Turnbull, fra tutte le persone possibili, venne a trovarmi.

Aveva addosso una camicetta da campo di seta rosa postmoderno, jeans rosa e un sorriso amichevole. I jeans e la camicetta significavano che seguiva la norma in vigore alla HiTek, ossia vestire casual. Non avevo idea di cosa significasse il sorriso.

— Dottoressa Foster — disse la Turnbull, prendendomi di petto. — Proprio la persona che volevo vedere.

— Se cerca un pacco, dottoressa Turnbull — replicai cautamente — Flip non è ancora passata.

Si mise a ridere, una risata allegra, argentina, di cui non l’avrei mai ritenuta capace. — Mi chiami Alicia — disse. — Niente pacchi. Avevo solo pensato di venire a fare due chiacchiere. Sa, per conoscerci meglio. In pratica abbiamo parlato solo un paio di volte.

Una volta sola… e hai inveito contro di me, pensai; per cosa sei venuta, in realtà?

— Allora — disse, sedendosi su un banco di laboratorio e accavallando le gambe — dove è andata a scuola?

“Conoscerti meglio” alla HiTek di solito consiste in “Esci con qualcuno?” oppure, nel caso di Elaine, “Fai aerobica ad alto impatto?”, ma forse per Alicia era questa l’idea di quattro chiacchiere.

— Dottorato a Baylor — risposi.

Alicia sorrise più apertamente. — In sociologia, vero?