Il cameriere sospirò profondamente, come un personaggio di Dostoevskij. — Tirosina, L-fenilalanina e cofattori sinergici — disse. — E succo di ananas.
Lo assaggiai. Non mi sentii più intelligente di prima. — Perché si è marchiato la fronte?
Evidentemente non aveva ancora bevuto il suo smart drink. Mi fissò con aria assente.
— Quella i — dissi, indicandola. — Perché si è deciso a farsi marchiare?
— Tutti ce l’hanno — rispose, e si allontanò con andatura dinoccolata.
Mi domandai se si fosse fatto marchiare per compiacere la propria amica o per ribellione contro l’anti-intellettualismo o contro i genitori, oppure per amore di una ragazza che non conosceva nemmeno.
Sorseggiai il drink e continuai a leggere. Non mi sentii più intelligente. La casa editrice Bantam Books aveva pagato un anticipo a otto cifre per Prendi contatto con la tua fata madrina interiore. Il blu Cerenkhov era il colore “giusto/di moda” per l’inverno; a Los Angeles uomini e donne fumavano il sigaro, ispirati da Rush Limbaugh o David Letterman o da forze che non capivano. Come pecore. Come topi.
Niente di tutto questo risolveva il problema di come avrei continuato a lavorare con Bennett. Né quello di Barbie Sposa Romantica.
Andai in biblioteca e presi in prestito Anna Karenina e Cyrano de Bergerac; poi presi dal reparto consultazione la guida telefonica di Denver e copiai l’indirizzo di tutti i negozi di giocattoli che non comparivano nell’elenco di Gina e di tutti i grandi magazzini e dei discount; spiegai al clone di Flip che avevo già pagato la multa per le Opere complete di Browning e ripresi il giro, spuntando man mano i negozi dall’elenco.
Alla fine, in un supermercato Target di Aurora Street, trovai Barbie Sposa Romantica (la scatola era rimasta nascosta dietro la Scuderia di Barbie) e la portai alla cassa.
La commessa tentò di dare il resto all’uomo davanti a me.
— Diciotto e settantotto — disse.
— Lo so! — sbuffò l’uomo. — Le ho dato un biglietto da venti dollari e poi, quando lei ha battuto 18,78, le ho dato tre cents. Mi deve un dollaro e un quarto.
La commessa agitò con irritazione la testa, mettendo in mostra una i.
Rinuncia, mio caro, pensai; è inutile.
— Il registratore dice 1,22 — osservò la commessa.
— Lo so! — disse l’uomo. — Per questo le ho dato i tre cents. Ventidue più tre fa un quarto.
— Un quarto di cosa?
Posai sul banco Barbie Sposa Romantica. Lessi i titoli del tabloid e guardai gli oggetti che la gente acquista per impulso, sistemati nell’espositore accanto alla cassa. Nastro adesivo industriale in rotoli di varie altezze e confezioni di tacchi alti per Barbie in colori assortiti.
— D’accordo, va bene — disse l’uomo. — Mi renda i tre cents e mi dia il dollaro e ventidue.
Presi una confezione di tacchi alti. NUOVI! BLU CERENKHOV! c’era scritto. La posai accanto al nastro adesivo e, nel farlo, provai una bizzarra sensazione, come se fossi sull’orlo di una cosa importante, come quando l’ultima faccia del cubo di Rubik va a posto.
— Non c’è il prezzo — disse la cassiera. Teneva in mano Barbie Sposa Romantica. — Non posso vendere niente se manca il prezzo.
— Trentotto e novantanove — dichiarai. — Il direttore ha detto di batterlo sotto Miscellanea.
— Oh — disse lei, e batté il prezzo.
Ecco una moda che potrebbe finire per piacermi, pensai sorridendo. Donna avvisata, mezza salvata.
— Fa quarantuno e trentatré.
Lì ferma, portafoglio in mano, guardai le scatole di matite colorate e cercai di catturare la sensazione che avevo appena avuto. Qualcosa sul blu Cerenkhov e il nastro adesivo o…
— Quarantuno e trentatré — ripeté la cassiera.
Contai con cura banconote e monete e me ne andai con la Barbie Sposa Romantica. Nell’uscire pestai qualcosa. Un cent. Più avanti ne vidi altri due. Parevano gettati via con rabbia.
PROIBIZIONISMO (1895 – 16 GENNAIO 1920)
Moda di avversione all’alcol, alimentata dalla Women’s Chrìstian Temperance Union, dalla distruzione dei saloon a opera di Carry Nation e dai tristi effetti dell’alcolismo. Gli scolari erano esortati a “firmare l’impegno” e le donne a giurare di non toccare labbra che avessero toccato liquori. Il movimento trovò impulso e sostegno politico fino ai primi anni del Novecento (i politici brindavano con bicchieri d’acqua, e vari stati votarono la proibizione degli alcolici) e culminò nel Volstead Act. La moda si esaurì non appena fu emanata la legge sul Proibizionismo. Sostituita dal contrabbando di alcolici, dagli spacci clandestini, dai liquori fatti in casa, dalle fiaschette da tasca, dal crimine organizzato e dall’Abrogazione.
Gina non riusciva a credere che avessi trovato Barbie Sposa Romantica. Mi abbracciò due volte. — Sei una santa! Sai fare i miracoli!
— Non proprio — dissi, cercando di sorridere. — Pare che non abbia fortuna nel trovare l’origine del taglio alla maschietta.
— A proposito — disse Gina, rimirando Barbie Sposa Romantica — poco fa il dottor O’Reilly è salito a cercarti. Pareva preoccupato.
Cos’altro aveva perduto, Flip? La pecora guida? Mi avviai a Biologia. A metà strada incontrai Ben, che mi prese per il braccio. — Dovevamo essere nell’ufficio di Grancapo dieci minuti fa!
— Perché? Cos’è successo? — Cercai di stargli al passo. — Siamo nei guai?
Be’, naturalmente eravamo nei guai. Input di staff o no, l’unica volta che qualcuno vedeva l’interno dell’ufficio di Grancapo era quando veniva trasferito all’Economato. O quando gli tagliavano i finanziamenti.
— Speriamo che non siano gli attivisti per i diritti degli animali — disse Ben, fermandosi davanti alla porta di Grancapo. — Pensa che avrei dovuto mettere la giacca?
— No — risposi, ricordando le sue giacche. — Forse si tratta solo di una sciocchezza. Forse non ci siamo vestiti abbastanza casual.
La segretaria nell’anticamera ci disse di entrare subito. — Non è una sciocchezza — bisbigliò Ben. Allungò la mano verso la maniglia.
— Forse non siamo nei guai — dissi. — Forse Grancapo vuole farci un encomio per cooperazione interdisciplinare.
Ben aprì la porta. Grancapo, a braccia conserte, era in piedi dietro la scrivania.
— Non credo proprio — bisbigliò Ben. Entrammo.
Grancapo ci disse di sederci, altro brutto segno. Uno degli Otto Miglioratori di Efficienza del GAGS era: “Tenere meeting in piedi favorisce la concisione”.
Ci sedemmo.
Grancapo rimase in piedi. — È giunta alla mia attenzione una faccenda estremamente seria che riguarda voi e il vostro progetto.
Gli animalisti, pensai; e mi preparai per ciò che avrebbe detto.
— L’aiuto agevolazione messaggi interdipartimentali è stata vista fumare nell’area del complesso animali. Sostiene di avere avuto il permesso. È vero?
Fumare. La faccenda riguardava Shirl e le sue sigarette.
— Chi le ha dato il permesso? — domandò Grancapo.
— Io — dicemmo insieme.
— L’idea è stata mia — soggiunsi. — Ho chiesto al dottor O’Reilly se per lui andava bene.
— Sapete che nell’edificio della HiTek non si fuma?
— Era all’esterno — dissi, e poi ricordai Berkeley e il divieto di fumare anche all’aperto. — Non mi pareva giusto che dovesse stare fuori sotto la neve per fumare una sigaretta.