— No, grazie — dissi. — Non so cosa ha causato quella moda e non me ne frega niente.
— Abbiamo trovato il libro su Browning. L’aveva restituito, alla fin fine. La nostra assistente per l’organizzazione dei media l’aveva messo nello scaffale dei libri di cucina.
Ecco, mi dissi (mentre entravo al Kepler’s Quark e davo il nome a una cameriera con i capelli rasati e una uniforme che probabilmente non era una uniforme), le cose vanno già meglio. Hanno trovato il Browning, non devo più leggere gli annunci personali e Flip non può entrare qui a rovinarmi la giornata e affibbiarmi il suo conto.
La cameriera mi sistemò a un tavolino accanto alla vetrata. Ma guarda, pensai ancora, non ti ha sistemato al tavolo comune. Non ha addosso pezzi di nastro adesivo industriale. Tutto va decisamente meglio.
Ma non mi sentivo di quell’umore. Mi sentivo come chi è senza lavoro. Mi sentivo come chi è innamorata di uno che non la ricambia.
Lui è totalmente insensibile alla moda, mi dissi. Considera il lato positivo: non devi più preoccuparti di chi ha lanciato il taglio alla maschietta.
Ed era un bene, perché ero proprio senza idee.
— Salve — disse Ben, sedendosi di fronte a me.
— Cosa ci fa qui? — dissi appena riuscii a spiccicare parola. — Non dovrebbe essere al lavoro?
— Ho dato le dimissioni.
— Le dimissioni? Perché? Pensavo che avrebbe lavorato al progetto della Turnbull.
— Si riferisce al progetto di Alicia, statisticamente pensato e garantito per vincere il Niebnitz Grant? Troppo tardi. Il Niebnitz Grant è già stato assegnato.
Non pareva sconvolto, per questo. Non sembrava una persona che aveva appena lasciato il lavoro. Aveva una luce di esultanza negli occhi, dietro quei suoi fondi di bottiglia.
Sta per dirmi che si è fidanzato con Alicia, pensai.
— Chi l’ha vinto? — domandai per impedirglielo. — Il Niebnitz Grant. Il previsto sperimentatore trentottenne a ovest del Mississippi?
Ben chiamò con un gesto la cameriera. — Cosa avete da bere che non sia caffè?
La cameriera roteò gli occhi. — C’è il nostro nuovo drink. Il Chinatasse. L’ultimo grido.
— Due Chinatasse — ordinò Ben, e io aspettai che la cameriera gli facesse l’interrogatorio: intero o scremato, bianco o scuro, Pechino o Canton. Ma a quanto pareva il Chinatasse aveva una soglia di abilità inferiore al caffellatte. La cameriera si allontanò con passo dinoccolato, e Ben disse: — Questa è per lei. — Mi porse una busta.
La guardai: era in bianco, a parte il mio nome. — Come sapeva dove trovarmi? — domandai.
— Me l’ha detto Flip.
— Credevo se ne fosse andata.
— Me l’ha detto qualche tempo fa. Ha detto che frequentava parecchio questo locale. Sono venuto tre o quattro volte sperando di incontrarla, ma inutilmente. Secondo Flip, veniva qui a cercare ragazzi negli annunci personali.
— Flip — dissi, scuotendo la testa. — Li leggevo per le mie ricerche sulle tendenze. Non per trovare… È venuto qui a cercare me?
Annuì, non più esultante. Dietro i fondi di bottiglia, i suoi occhi grigi erano seri. — Ho smesso un paio di settimane fa, perché Flip mi ha detto che si era fidanzata col tizio delle pecore.
— Struzzi — lo corressi. — Flip mi ha detto che era pazzo di Alicia e che per questo voleva lavorare con lei.
— Be’, almeno adesso sappiamo che cosa indica la i che Flip ha in fronte. Imprecisa. Non voglio lavorare con Alicia. Voglio lavorare con lei.
— Non sono fidanzata col tizio delle pecore — dissi. Mi venne in mente una cosa. — Perché ha comprato quella cravatta blu Cerenkhov?
— Per fare colpo su di lei. Flip mi ha detto che non sarebbe mai uscita con me se non mi fossi messo qualcosa di nuovo, e quell’orribile blu era l’unica cosa che sono riuscito a trovare nei negozi. — Parve imbarazzato. — Ho anche messo una inserzione negli annunci personali.
— Un’inserzione? Cosa diceva?
— Insicuro impacciato teorico del caos desidera ricercatrice di mode intelligente intuitiva incandescente. CS indispensabile.
— CS?
— Compatibilità Scientifica. — Sorrise. — La gente fa pazzie, quando è innamorata.
— Come prendere in prestito un gregge di pecore per evitare che uno perda il finanziamento?
La cameriera posò bruscamente davanti a noi i due bicchieri, schizzando Chinatasse dappertutto.
— Vorremmo quelli da portare via — disse Ben.
La cameriera sospirò forte e si allontanò a passi pesanti, portando via i bicchieri.
— Se dobbiamo lavorare insieme — mi disse Ben — faremo meglio a incominciare.
— Un momento. Ci siamo licenziati tutt’e due, no?
— Ah, il fatto è che la HiTek ci vuole indietro.
— Davvero?
— Tutto perdonato. — Annuì. — Dicono che possiamo avere tutto quello che ci occorre… spazio di laboratorio, assistenti, computer.
— Ma le pecore e il fumo passivo?
— Apra la busta.
Aprii la busta.
— Legga la lettera.
Lessi la lettera. — Non capisco.
Girai il foglio. Sul retro non c’era niente. Guardai di nuovo la busta. Solo il mio nome. Guardai Ben, che era di nuovo esultante. — Non capisco — ripetei.
— Nemmeno io — disse Ben. — Alicia era presente, quando ho aperto la mia. Ha dovuto ricalcolare tutte le sue percentuali.
Lessi di nuovo la lettera. — Abbiamo vinto il Niebnitz Grant?
— Abbiamo vinto il Niebnitz Grant.
— Ma… non siamo… non abbiamo…
— Be’, ecco il punto. — Si appoggiò sul tavolo e, finalmente, mi prese la mano. — Ho avuto questa idea. Ti avevo detto che era possibile fare previsioni sui sistemi caotici, misurando tutte le variabili e calcolando l’iterazione? Be’, penso che in fin dei conti Verhoest avesse ragione. C’è davvero un altro fattore in gioco. Ma non è un fattore esterno. È un qualcosa già presente nel sistema. Ricordi che Shirl disse che la guida era uguale alle altre pecore, solo un po’ più avida, un po’ più svelta, un po’ più avanti? E se…
— …invece delle farfalle ci fosse una guida nei sistemi caotici?
— Esattamente. — Mi prese tutt’e due le mani. — Non è diversa dalle altri variabili del sistema, ma è quella che scatena l’iterazione, è il catalizzatore, è…
— Pippa — dissi, stringendogli le mani. — C’è una poesia, Passa Pippa, di…
— Browning. Canta sotto le finestre…
— E cambia la vita delle persone, e loro non la vedono mai. Se facessi al computer un modello del paese di Asolo non ce la metteresti nemmeno, ma lei…
— …è la variabile che mette in moto le ali della farfalla, la forza dietro l’iterazione, l’azione scatenante dietro l’azione scatenante, il fattore che provoca…
— …il taglio alla maschietta nelle donne di Hong Kong.
— Esattamente. L’azione scatenante che provoca le tue mode. Le…
— …sorgenti del Nilo.
La cameriera tornò con gli stessi due bicchieri. — Non abbiamo quelli da portare via. Inquinano l’ambiente. — Posò sul tavolo i bicchieri e si allontanò di nuovo a passi pesanti.
— Come Flip — disse Ben, riflettendo. — Ha consegnato quel pacchetto alla persona sbagliata, ed è così che ti ho conosciuta.
— Fra le altre cose — dissi, e provai di nuovo quell’impressione di essere vicina a qualcosa… Il cubo di Rubik che cominciava a girare nel senso giusto.
— Andiamo — disse Ben. — Voglio vedere che cosa succede se aggiungo la guida ai dati della teoria del caos.
— Un momento… voglio bere il Chinatasse, casomai fosse la prossima moda. E c’è un’altra cosa… Non hai ancora comunicato alla HiTek la nostra decisione di fermarci, vero?