Li comprai ed entrai. L’ingresso era pieno di gente in attesa di entrare. Evidentemente il tè freddo dell’Earth Mother cominciava a venire di moda. Mi avvicinai alla cameriera, che aveva capelli corti alla detenuta, shorts da jogging e Teva ai piedi.
Anche questa è una moda: cameriere vestite in modo da sembrare il meno possibile cameriere, probabilmente perché così non riesci mai a trovarle quando vuoi il conto.
— Nome e numero del gruppo? — chiese la cameriera. Sul suo blocchetto di carta c’erano almeno venti nomi.
— Foster, solo io — risposi. — Sala fumatori o non fumatori, la più rapida.
Sembrò indignata. — Qui non abbiamo una sala fumatori! Non sa cosa può farle il fumo?
In genere fa ottenere prima il posto, pensai. Ma quella pareva pronta a cancellare il mio nome, perciò dissi: — Io non fumo. Ero solo disposta a stare anche tra fumatori.
— Il fumo passivo è altrettanto dannoso — disse lei e tracciò una X accanto al mio nome, probabilmente per indicare che avrei trovato posto solo non appena l’inferno si fosse congelato. — La chiamo io — concluse, roteando gli occhi… e mi augurai davvero che anche quel roteare d’occhi non fosse una moda.
Mi accomodai sulla panca accanto alla porta e sfogliai i giornali. Erano pieni di articoli sui diritti degli animali e di inserzioni per la rimozione dei tatuaggi. Passai alla piccola pubblicità. Gli annunci personali non sono una moda. Lo furono sul finire degli anni Ottanta, e poi, come tante altre mode, anziché estinguersi si sono guadagnati una piccola ma solida nicchia nella società.
Accade a molte mode: le ricetrasmittenti su banda cittadina furono così popolari per alcuni mesi che “CQ, CQ” divenne uno slogan e tutti avevano un nome in codice come “Red Hot Mama”, e poi tornarono a essere usate da camionisti e automobilisti dalla guida superveloce. Biciclette, Monopoli, cruciverba: tutte manie che si sono stabilite nella corrente principale. Gli annunci personali hanno trovato posto nei quotidiani alternativi.
Possono esserci mode nelle mode, però, e gli annunci personali seguono mode tutte loro. Insolite varietà di pratiche sessuali sono state di gran moda per un poco. Ora vanno forte le attività all’aperto.
La cameriera, con aria d’infinita disapprovazione, disse: — Foster, gruppo di uno — e mi guidò a un tavolino proprio davanti alla cucina. — Abbiamo messo al bando il fumo già da due anni! — soggiunse, sbattendo sul tavolo un menu.
Presi il foglio, diedi un’occhiata per vedere se avevano ancora la tortina di cavoletti e pomodori seccati al sole, e ripresi a esaminare gli annunci personali. Il jogging era fuori moda, mentre andavano per la maggiore la mountain bike e il kayak. E gli angeli. Un annuncio era intestato MESSAGGERO CELESTE e un altro diceva: “I tuoi angeli ti dicono di chiamarmi? I miei mi hanno detto di scrivere questo annuncio”, cosa che trovai inverosimile.
Anche la ricerca dell’anima gemella era di moda, così come lo erano la spiritualità e gli annunci per i cuori solitari. “Cerco single-divorziata bianca” e “In area orientale-nativoamericana-crescita personale” e “Partner per divertimento-possibile convivenza”. Be’, non è quello che cerchiamo tutti?
Comparve un cameriere, anche lui con shorts da jogging, Teva ai piedi ed espressione imbronciata. Doveva aver visto la X accanto al mio nome. Prima che mi facesse la predica sui pericoli della nicotina, ordinai: — Tortina di cavoletti e tè freddo.
— Finito.
— I cavoletti?
— Tè. — Aprì il menu e indicò la pagina di destra. — Le bevande sono qui.
C’erano, certo. L’intera pagina era dedicata alle bevande: espresso, cappuccino, caffellatte, caffè moka, caffè cacao. Ma niente tè. — Mi piaceva il vostro tè freddo — dissi.
— Nessuno lo beve più.
Perché l’avete tolto dal menu, pensai. Forse usavano lo stesso principio della biblioteca; forse avrei dovuto andarci più spesso e ordinarne più d’uno per salvarlo dalla scure. Provai anche un certo senso di colpa: mi ero persa l’inizio di una moda o almeno di un suo nuovo stadio.
A dire il vero, la moda dell’espresso esisteva da parecchi anni, in particolare sulla West Coast e a Seattle, dove era iniziata. Un mucchio di mode sono nate a Seattle di recente: le orchestrine nei garage, il modo di vestire semplice e trascurato, il caffellatte. Prima di Seattle, le mode iniziavano solitamente a Los Angeles e, prima ancora, a New York. Negli ultimi tempi, Boulder sembra candidata a divenire il prossimo centro delle mode, ma la diffusione dell’espresso a Boulder probabilmente era legata più al nocciolo della questione che alle leggi scientifiche delle mode; comunque rimpiangevo ancora di non essere stata sul posto a osservare come avveniva e a cercare di individuarne l’azione scatenante.
— Prendo un caffellatte — dissi.
— Normale o doppio?
— Doppio.
— Lungo o corto?
— Lungo.
— Con una spolverata di cioccolato o di cinnamomo?
— Cioccolato.
— Poco zuccherato o amaro?
Mi ero sbagliata, quando avevo detto al dottor O’Reilly che tutte le mode devono avere una bassa soglia di abilità.
Dopo varie altre domande e risposte — volevo zucchero in zollette o zucchero scuro? niente grassi o due per cento di grassi? — il cameriere se ne andò e io tornai agli annunci personali.
L’onestà era fuori moda, come al solito. Gli uomini erano tutti “alto, bello, finanziariamente benestante” e le donne “magnifico aspetto, snella, sensibile”. I partner dello stesso sesso erano tutti “attraenti, sofisticati, premurosi”. Ognuno aveva un “eccezionale senso dell’umorismo”, altra cosa che trovai inverosimile. E tutti cercavano NF sensibile, intelligente, ecologista, romantico, buon parlatore.
NF. Cos’era, NF? Nordico Frenetico? Notturno Filarmonico? Notevole Fornicatore? Niente Fellatio? E c’era anche SNF. Sesso Non Fattibile? Tornai indietro di qualche pagina, guardai l’elenco delle abbreviazioni. E ti pareva! Soltanto Non Fumatore.
Le persone in forma, belle, premurose che mettono quelle inserzioni spesso sembrano fare confusione tra annunci personali e il catalogo della L.L. Bean: vorrei l’art. D2481, colore rosso passione. Taglia: piccola. E di frequente precisano colore, forma e niente animali domestici. Ma il numero di non fumatori pareva radicalmente aumentato, dall’ultima volta che avevo fatto un conteggio. Presi dalla borsetta una penna rossa e cominciai a cerchiare le inserzioni NF.
Quando arrivarono il sandwich e il complesso latte, la pagina era già coperta di segni rossi. Mangiai il sandwich, sorseggiai il caffellatte e continuai a segnare inserzioni.
La moda dei non fumatori è iniziata negli ultimi anni Settanta e finora ha seguito il tipico schema delle mode d’avversione, ma mi domandai se stesse per raggiungere un altro, più volubile livello. “Qualsiasi razza, religione, partito politico e preferenza sessuale sono okay” diceva una inserzione, e aggiungeva: “NON FUMATORI”. Tutte maiuscole.
E: “Dev’essere avventuroso, intrepido, ardito, non fumatore”. E: “Io: uomo di successo, ma stanco d’essere solo. Tu: comprensiva, premurosa, non fumatrice, senza figli”. E la mia preferita: “Cerco disperatamente uno che marcia al suono di un tamburo diverso, disprezza le convenzioni, se ne frega di ciò che è o non è alla moda. I fumatori facciano a meno di rispondere.”
Qualcuno era in piedi davanti a me. Il cameriere, probabilmente, in attesa di darmi un cerotto antinicotina. Alzai gli occhi.
— Non sapevo che veniva qui — disse Flip, roteando gli occhi.
— Neanch’io sapevo che ci venissi tu! — replicai. E ora che lo so, pensai, non ci metterò più piede. Soprattutto perché non servono più il tè freddo.