È il momento del Sollevamento del Mare.
Nastri rosa sorgono dallo spuntone, attraversandolo tutto diretti alla grande massa d’acqua verde sottostante. Lui li segue. Diventa un fiume di sensazioni pure che si precipitano in zigzag luminosi lungo lo zoccolo continentale. Qui c’è il mare, un gigante dormiente che esce dal suo letto. Clay lo abbraccia. Lo percepisce tutto: la pesantezza, la "verdezza", la salatezza, la turbolenza, la calma, il calore, il freddo. Qui ci sono onde che baciano una spiaggia trasparente. Qui ci sono valli segrete e picchi ricoperti di fango. Qui c’è oscurità. Qui c’è brillantezza. Qui c’è luce, che danza tra i polipi scintillanti. Qui ci sono le creature della notte eterna, alla ricerca di incubi. Qui ci sono alcuni figli fuggitivi dell’umanità, alterati, nascosti, annidati nel profondo. Qui ci sono le corde che legano il pianeta. Qui i semi dell’anima. Qui c’è una cosa alata che si sposta attraverso un regno di sabbia luccicante. Spine nere che si sporgono da una roccia incrostata di verde. Molluschi assurdi che protendono misteriosi tubicoli carnosi. Bocche. Denti. Masse sorgenti di acque turbolente. Cellule fragili e delicate trasportate dalle onde. Silenziose correnti scivolose che erodono golfi e baie sommerse. Il balletto del plancton. La sinfonia dei fondali. Il peso. Il peso. Il peso. Il mare si scuote, interrogando gli intrusi. Ma è adeguato. Il rito è necessario. Quelli che sono venuti dal mare devono far ritorno alla loro fonte. Braccia si spingono nel letto roccioso dell’oceano. Mani controllano i livelli basilari. Corpi si immergono. Ah, sì, sì, sì! Il mare si solleva! Facilmente, orgogliosamente, confidenzialmente essi lo sollevano, trasportandolo in una massa coerente e pescosa fino a quando erompe dal luogo in cui riposa da eoni. Lo tengono sospeso in alto. Una pioggia salata comincia a cadere. Strie di alghe e creature d’incubo pure cadono, ma tutto viene ripreso e riportato alla giusta posizione. Il sole liquido bagna il fondo fangoso e ribollente. La pelle del pianeta è messa a nudo. La voce del mare si è unita alla loro canzone, superandola con toni spessi e liquidi e teneri rombi affettuosi. Trombe gorgoglianti suonano dolcemente. Gli Sfioratori esultano. Il potere dei figli dell’uomo è reso manifesto. Il cerchio delle stagioni si è chiuso. Sulla superficie della sfera marina levitata, piccole protuberanze sorgono e riaffondano rapidamente man mano che deboli variazioni di gravità ne perturbano l’armonia. Adesso la sfera discende, mentre coloro che l’hanno sollevata si riuniscono estaticamente al centro matematico dell’emisfera, prendendola leggermente sulle spalle, sorreggendone il turbinìo vorticoso di acque e osservando le occasionali creature marine che passano nei pressi. È questo il momento per realizzare il completamento? No. No. Non ancora. Il mare ridiscende. Il distante mormorio dei suoi echi diventa più debole. Ritorna nel suo letto. Delicatamente, delicatamente, delicatamente, tutto ciò che contiene rimane indisturbato, le enormi creature nuotanti continuano ad annidarsi nel buio, le città sommerse dell’antichità ancora una volta nascoste, le tracce degli esploratori perduti nascoste, i vascelli dei millenni ricoperti dalle acque familiari. Le esigenze del rito sono state soddisfatte. Coloro che l’hanno sollevato sono adesso liberi di riprendere le identità individuali e di vivere estasi individuali. Clay si sottrae al legame col gruppo. Sente il rombare sommesso dell’oceano rilassato che riprende a infrangersi contro le rocce costiere. Esce dalla sua immobilità, pronto adesso a godere il culmine, rinviato per favorire il miracolo.
Il suo corpo è ancora unito a quello di Ti. Lei si muove; lui si muove; comincia la frizione passionale. Insieme scivolano a terra, sullo spuntone. Le sue gambe si allargano; la sua schiena si inarca; il peso di lei gli scende addosso. Sente le labbra fredde di lei contro le sue. Le mani di Ti lo stringono al petto e gli pizzicano i capezzoli irrigiditi, tesi. Ti gli si affida completamente, scivolando infinite volte sul suo membro lubrificato, facendolo penetrare sempre più a fondo, bussando alla base del suo ventre; non era mai stato invaso in questo modo prima, e la penetrazione è strana e terrificante, anche se la trova estremamente piacevole. Ansimando, accarezza la schiena forte e muscolosa di Ti, il sedere liscio, le cosce tornite. Si alza sulle ginocchia in modo che la loro unione possa essere ancora più intensa. La pietra è fredda contro la sua schiena. Un curioso senso di bilocazione lo colpisce nel mezzo dell’estasi. Si muove ritmicamente e freneticamente, quasi senza avere alcun controllo su se stesso. Ondate di estasi si irradiano dai genitali, tremando nelle cosce, nella pancia, nel petto, nel cranio. Lui esplode di sensazioni. Ma non è finito. Può ancora continuare, Ti? Sì: trasportandolo verso la prossima esplosione. Il corpo di Ti preme con decisione il suo verso il basso. Sente il collo di Ti sul suo petto, sente il sesso di lei avvolgerlo con la sua frizione costante. Un’altra esplosione. Sì. Sì. Così! È perso, è travolto; è attonito. Stringe le cosce intorno ai fianchi di Ti e grida per l’estasi finale. Ti si spinge più a fondo che mai, martellandogli i reni, le ovaie, gli intestini, le strutture nascoste del suo corpo di carne, e poi viene il flusso improvviso di fluido che spruzza dal membro di Ti, la cascata che fuoriesce da lei e che lo colpisce con un’energia improvvisa e sorprendente, e lui si sottomette e si arrende e permette alla furia della passione di impadronirsi del suo corpo. È finito. Ti si rilassa. Dopo un po’, si distacca da lui. Accigliato, Clay rimane per un po’ sdraiato, a pancia all’aria. Le ginocchia flesse, le gambe aperte, e cerca di comprendere il motivo della sensazione di disorientamento che ha provato fin dalla fine del rito del Sollevamento del Mare. Lentamente riesce a comprenderne la natura. Ha assunto la forma femminile.