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Intontito da questo cambiamento improvviso, si alza per fare una specie di inventario. Il rito, come può vedere, li ha trasformati tutti: Hanmer e Bril adesso sono femmine; Angelon, Ninameen e Ti sono maschi. Per loro non c’è nulla di strano, però; per lui, le cose stanno un po’ diversamente. Si analizza. Ha perso forse quindici centimetri di altezza… non è più alto di Hanmer, adesso, e la prospettiva dalla quale osserva il mondo è mutata. La carne è più spessa intorno alle cosce. Si percorre tutto il corpo con una mano e rimane stupito dalle modifiche subite dal suo aspetto. Si pizzica, e solo a fatica riesce a essere consapevole della struttura ossea sepolta nella carne, le nascoste ossa pelviche. Ha i seni. Ballonzolano quando muove le spalle. Dall’alto sembrano essere a pera, e terminano in piccoli capezzoli rosa. Sembrano più separati di quanto pensasse che i seni dovessero essere; facendoci passare una mano in mezzo, percorre avanti e indietro il solco ampio dello sterno, sentendo solo ossa piatte. Fruga nei ricordi. I seni spuntano davvero sotto le ascelle, sfiorando quasi le braccia? Sta esagerando. Sono al punto giusto. Non aveva mai studiato i seni con un’intensità di questo tipo, prima, si dice tra sé. Né da un’angolazione simile. Li accarezza con le mani. Li stringe. Prende i capezzoli tra le dita. Avvicina tra loro le due montagnole di carne per creare una profonda valle, ricettiva. Li sostiene da sotto, assaporandone il peso. Non ha toccato veri seni di donna fin dal momento del suo risveglio; adesso si rende conto di come le sensazioni arrecate da uno Sfioratore femmina siano diverse da quelle della genuina carne dell’Homo Sapiens. Eppure non ne è particolarmente eccitato. Quei seni sono suoi.

Li lascia. Fa scorrere le mani verso il basso, verso la pancia dalla curva gentile. Soppesa i misteriosi organi interni e nascosti, le vene femorali, i vasi ovarici, l’utero, l’osso pubico, i vasi iliaci esterni, il fornice, la cervice, le tube di Falloppio, i follicoli, gli infundiboli, le mesovaie, i legamenti infundibolo-pelvici. Si chiede se sarebbe fertile, posto che qualcuno volesse metterlo incinto. Certamente non Ti (come mettono al mondo i bambini in quest’epoca? hanno bambini?), ma qualche prigioniero del flusso del tempo, che venga su di lui, lo ecciti e gli entri dentro, riempiendolo di sperma, embrioni in fioritura, nell’utero che si espande… È possibile? Rabbrividisce. Si tocca le cosce, così levigate, così stranamente lisce, e, esitando solo un momento, infila quattro dita della mano destra nelle sue parti intime. L’assenza dei soliti genitali lo allarma molto meno di quanto avrebbe creduto possibile. I familiari organi sessuali sono scomparsi, è vero, lasciando un vuoto, lasciando questo spazio vuoto e aperto, eppure ha qualcos’altro qui, dopo tutto. Allarga delicatamente le labbra carnose della vagina e, meravigliato, tocca la clitoride, le pareti, il canale più interno, dicendosi: queste sono le mie piccole labbra, questo deve essere la clitoride, qui ci sono le grandi labbra, questa è l’apertura vaginale, questo è il monte di Venere. È da qui che urino. Sarò penetrato e non penetratore. Vede la scena come attraverso un fluoroscopio: il suo corpo stretto e avvinto a un altro, e un oggetto lungo e spesso infilato profondamente dentro di lui, che gli dà sensazioni di intenso piacere. Com’è strano. Modifica la grammatica della sua metamorfosi: non scopare, ma essere scopato sarà d’ora in poi la definizione appropriata. Devo imparare a tenere le cosce aperte per periodi prolungati; devo padroneggiare i miei muscoli interni; devo esser capace di tenere la schiena in nuove posizioni, orizzontali. Avrò le mestruazioni? Saranno dolorose? Come posso evitare di far ballonzolare i seni quando vado in giro? Il mio incedere è abbastanza femminile? Dovrei ancheggiare? Ci saranno molte differenze? Affronterò diversamente le situazioni? Chiude gli occhi. Si rilassa contro la roccia fredda, scuotendo la testa, lasciando scorrere le sue mani stupite su seni, pancia, cosce, pube. Il cambiamento assume per lui la sua reale portata solo adesso. Ricorda Ti sdraiato su di lui, mentre lo penetrava. È così che vedono le cose gli altri, tutti i partner di sesso femminile? Un’invasione? Un ariete martellante? Devono apprezzare la cosa molto di più. Un milione di milioni di milioni di anni, e continuano a farlo; le mie reazioni non possono certo essere definite tipiche. Un risultato del mio condizionamento maschile. O solo l’ostilità iniziale di un’ex vergine. E ho anche provato molto piacere. Anche se mi sono sentito insultato, e assalito.

Cambierò di nuovo?

Porta entrambe le mani sul pube. Cerca di ricordare la virilità perduta. Che splendida sensazione avere un’erezione! E i brividi anticipatoli, e l’inserimento, i movimenti ritmici e l’eiaculazione. Spariti: adesso dovrà solo addolcirsi e fluire, e ricevere.

Hanmer, di nuovo maschio, gli si avvicina.

— Sei bellissima — gli dice. — Molto strana. Ed elegante.

Clay vorrebbe poter nascondere il proprio corpo.

Hanmer si avvicina maggiormente. — Posso toccarti? Posso esaminarti? Noi ammiriamo la tua forma precedente, ma valutiamo molto questa nuova. Corrisponde bene all’originale?

Clay emette un suono pastoso di assenso.

— Ti amo — dice tranquillamente Hanmer.

— Per favore.

— Dovremmo celebrare ancora una volta. Abbiamo avuto un Sollevamento del Mare molto riuscito.

— Forse un’altra volta.

— Un rinvio sarebbe crudele. Qui. Qui. — Hanmer tocca i seni di Clay. Le piccole dita magre sembrano migliaia di tentacoli di artropode mentre gli sfiorano i capezzoli. Clay esprime il suo disagio, e Hanmer si incupisce. — Dobbiamo condividere le sensazioni — dice. — Vieni. Lasciami entrare in te come tu una volta sei entrato in me. — Clay ricorda: un Hanmer diventato femmina, poco tempo dopo il loro incontro, un compagno caldo e delizioso, rapidamente scomparso. Clay non aveva fatto obiezioni allora alla sua transessualizzazione. Non gli era sembrato improprio accoppiarsi con una persona che era stata così recentemente maschio. Ma adesso che la situazione si è invertita, per lui le cose sono più difficili. Non sarà posseduto. Una ruvida carezza, un rossore improvviso; cerca di coprire la sua nudità, un braccio piegato sui seni ballonzolanti, una mano distesa alla base della sua pancia. Un tentativo di pudicizia. Hanmer esprime il sorriso malinconico di delusione improvvisa, e batte in una prudente ritirata di fronte a un tale insuperabile pudore: non lo costringerà, perché il gioco potrebbe non valere la candela. E ora? E ora? Gli occhi di Clay ammiccano. Api dorate gli ronzano nella testa. Si volta. Si allontana velocemente, lungo un sentiero scosceso che scende verso il fiume ai piedi del promontorio. Rovi si protendono verso di lui, graffiando il soffice seno, e lasciandovi una traccia rossa. Lui accelera al massimo l’andatura. Il sentiero è contorto e fa spesso brusche curve, cosicché dopo qualche momento non riesce più a vedere il promontorio su cui si trovano gli Sfioratori. Non l’hanno seguito. Nudo, ballonzolante, troppo in carne, si precipita verso il basso.

Inciampa, negli ultimi tre metri del sentiero, e cade lungo disteso. Poi si rialza. È solo. Cerca di riprendersi. Le pareti del promontorio sono simili a muraglie di vetro nero intorno a lui. Il cielo è una fessura lontana. Non ci sono alberi qui, solo piccoli funghi fallici rossi che spuntano sulle rive fangose. Si apre la strada in mezzo a questi ultimi, temendo di schiacciarne uno sotto i piedi.

Il fiume non corrisponde esattamente all’idea che lui ha dei fiumi.