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— Avete intenzione di congelare l’intero pianeta? — è la domanda di Clay.

C’è una risata generale, ma nessuno risponde. La linea del ghiaccio avanza di un altro mezzo centimetro. Un po’ più avanti, un albero cade, urlando. I Distruttori saranno all’opera ovunque sul bordo del ghiacciaio, in azione per espanderne il dominio? Quanto tempo ci vorrà prima che il mondo ne sia completamente coperto?

— Naturalmente — gli dice finalmente un Distruttore — perdiamo anche terreno. Il sole ci risospinge indietro. I nostri nemici ci restringono il perimetro gelato. In certi giorni non facciamo nulla tranne che riparare i danni subiti il giorno precedente, e spesso passa un’intera settimana senza il minimo progresso in avanti.

— Ma perché farlo? - chiede lui.

Ancora risate. Nessuna risposta. Hanno realmente parlato, i Distruttori? Non ha visto nessun labbro tremare. Non ha visto nessuna bocca in movimento.

Gira intorno al bordo del ghiaccio, accompagnato sempre da parecchi Distruttori, che non lo lasciano mai solo. Si sente come se gli venisse mostrata una fattoria modello particolarmente produttiva. I Distruttori mostrano un chiaro orgoglio nel loro lavoro. — Guardaci, vedi come siamo delicati! Tieniti i tuoi pigri Sfioratori, tieniti i tuoi passivi Respiratori, tieniti gli Aspettatori con le loro radici, tieniti i voraci Mangiatori: noi non siamo come loro, non siamo sognatori! Osserva il nostro zelo mentre consumiamo la foresta. Nota la passione con la quale estendiamo il ghiaccio! Siamo gli operai della terra; siamo creatori. E il ghiaccio cresce. E la dolce estate si restringe.

— C’erano sei Sfioratori — dice Clay. — Ero con loro e li ho persi nella nebbia. Sapete dove potrebbero essere? — Poi aggiunge: — Potete dirmi perché mi state tenendo qui? Sarei molto più felice in zone più calde. — E: — Non volete parlarmi? Dal momento che mi capite, perché non vi prendete la briga di rispondermi?

Al calar della notte lo riportano nel cuore del Ghiaccio.

Ancora una volta l’arcano bagliore d’aurora. Ancora una volta il verde e il rosso e il giallo si diffondono, i sibili, gli altri rumori. Il lamento profondo nel terreno. Osserva una festa dei Distruttori mentre sta seduto, stringendosi per ripararsi dal freddo. Hanno catturato uno degli animali con cinque tronchi e l’hanno portato prigioniero nel loro campo; ha una massa elefantina e una forma quasi sferica, con lunghi peli neri, ispidi e lucenti, e un numero incerto di piccole gambe tozze. I Distruttori lo circondano. Ognuno alza il braccio sinistro; gli artigli escono luccicando sinistramente. I bagliori d’aurora dardeggiano ancora più fieramente e discende il fuoco, giocando sugli artigli gialli splendenti con sobria lucentezza. Improvvisamente quel flusso concentrato di energia trova il suo fulcro, precipitandosi verso la bestia prigioniera. I peli della creatura si rizzano, rivelando grossi occhi grigi, una pelle tesa e purpurea, una bocca dalle labbra carnose. I cinque tronchi sono rigidi ed eretti ed emettono grida lamentose di dolore. L’animale cade e rimane immobile. I Distruttori saltellano. Hanno la nostalgia dei vecchi carnivori per un mondo di rapacità universale, e mordono e lacerano e strappano la carne con una furia superflua. Uno di loro, dando prova di macabro umorismo, porta a Clay quella che probabilmente è considerata una delicatezza raffinata: alcune interiora delle dimensioni di un pugno, con l’aspetto verde iridescente di un’ala d’insetto. Clay le guarda dubbioso. Non ha mangiato cibo solido fin dal suo risveglio, e anche se avesse ancora bisogno di cibo, esiterebbe di fronte alla carne cruda e quasi palpitante. Tuttavia, questa non appare affatto sgradevole: è calda nelle sue mani, e non è solo calore animale, ma forse il riflesso del tepore luminoso provocato dall’aurora. Il Distruttore che gliel’ha offerta mima l’atto del mangiare; e ride, e si batte le cosce corte per la soddisfazione. Clay si irrigidisce. L’istinto gli dice di guardarsi dalla generosità dei servitori dell’Errore. Forse quella carne lo trasformerà in un Distruttore? Lo avvelenerà? Gli produrrà allucinazioni? Scuote la testa. Fa per restituire il pezzetto di cibo al Distruttore, ma ne riceve un tale tremendo sguardo di minaccia che interrompe il gesto sul sorgere, e porta la carne alle labbra. Mordicchia. Mette in bocca un pezzettino di carne. Il gusto è straordinario: ricco, pungente, un sapore naturale che lascia in bocca una sensazione gradevolissima. Sorride. Il Distruttore sorride, quasi benevolo. Clay prende un altro boccone.

Adesso ne sente l’effetto. Un gusto metallico in bocca; una striscia di metallo rovente che preme contro la sua fronte; una fiamma infuocata che scaturisce dai suoi pori. Inghiotte la carne. Dove sono i Distruttori? Sdraiati nella neve, sazi, rilassati. Non li teme più. Bestie pacifiche e sgraziate. Scimmie assassine, passo falso dell’evoluzione. Traggono spinta creativa dal favorire l’avanzata del ghiaccio. — Costruite! — grida loro. — Guarite! Riparate! Migliorate! - Sollevano lo sguardo, con gli occhi annebbiati pieni di disprezzo. Vorrebbe scuoterli, farli reagire a tutti i costi. — Spingete indietro il ghiaccio! — urla. — Piantate vegetazione! Portate calore!

— Idiota — mormora un Distruttore.

— Sovversivo.

— Agitatore.

— Cerca guai.

— Pazzo.

È nervosissimo. Ha completamente dimenticato il freddo. Pianta solidamente i piedi nel ghiaccio, con la schiena dritta, bevendo l’aurora. Rosso e giallo e verde, e blu entrano ciclicamente nel suo cervello. Ride. Si muove. Si piega su un Distruttore prostrato dopo l’altro. Le gozzoviglie li hanno resi passivi. Sono molle scariche, sorgenti esaurite. Solleva dal terreno un masso nero e indirizza un raggio di fuoco dell’aurora verso il perimetro del ghiaccio; sibila, sfrigola, si fonde, svanisce. Taglia così una striscia di bordo, che rivela il suolo scuro sottostante. Mentre le bestie giacciono inerti fonderà tutto il ghiaccio possibile, e poi fuggirà. Colori e strutture risplendono nella sua mente infiammata. La testa gli gira; è esaltato dalla gioia e l’eccitazione, e così lancia un altro raggio energetico su un punto lontano del bordo di ghiaccio. Molecole in ebollizione si alzano verso i cieli. Quanto ne potrò sciogliere prima che i Distruttori escano dalla loro inerzia? Ho già disfatto quasi tutto il lavoro della loro ultima giornata. — Vedete? Anche il debole uomo preistorico ha i suoi poteri — grida loro. — Ciò che intontisce le vostre menti accende la mia. — Ha da tempo desiderato avere l’opportunità di agire, fare qualcosa di utile. Adesso riporterà la fertilità in questa zona coperta dal gelo. Lascia pure che i Distruttori si crogiolino: hanno scatenato una forza possente! Eppure ha già passato il suo momento di maggior energia. Ragnatele gialle si stanno formando sulla superficie del suo cervello. Il raggio di energia che invia al ghiaccio ha perso il suo vigore; si affievolisce, si riduce a uno stentato bagliore.