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Loga ebbe un attimo di esitazione. — Benissimo, Thanabur — replicò alla fine. — Burton, d’ora in poi dovrai stare molto attento. Non devi più commettere suicidio, e devi difendere la tua vita come facevi sulla Terra, quando sapevi di averne una sola. C’è un limite al numero di volte in cui un uomo può risorgere. A un certo punto l’aura diviene, per così dire, incapace di riunirsi al corpo. Non si può dire quando, perché il fenomeno varia da individuo a individuo. Ogni morte successiva indebolisce l’attrazione tra corpo e aura, alla fine questa diventa, per usare un’espressione non scientifica, un’«anima perduta», e prende a vagare per l’universo priva del suo corpo originale. Possiamo avvistare senza strumenti queste aure vaganti, a differenza di quelle dei… come chiamarli… dei «salvati», che scompaiano del tutto dalla nostra vista. Capisci pertanto che devi cessare questo tipo di viaggio attraverso la morte. Il suicidio ripetuto, da parte degli infelici che non riescono ad affrontare la vita, è un peccato non tanto imperdonabile quanto irrevocabile.

L’uomo dall’occhio di rubino aggiunse: — Il traditore, l’immondo sconosciuto che afferma di aiutarti, in realtà ti ha usato per i suoi scopi. Non ti ha spiegato che portando a termine i suoi (e tuoi) progetti, avresti esaurito le tue possibilità di conseguire la vita eterna. Uomo o donna che sia il traditore, è un essere malvagio! Pertanto d’ora in poi devi stare molto attento. Forse ti rimane ancora una dozzina di morti o giù di lì, o forse la tua prossima morte sarà l’ultima!

Burton balzò in piedi gridando: — Non mi volete far arrivare alla fine del Fiume? Perché? Perché?

— Addio — disse Loga. — Perdonaci per averti usato questa violenza.

Burton non vide nessuno dei dodici puntare verso di lui uno strumento: tuttavia, con la rapidità con cui una freccia scatta dall’arco, perse la conoscenza, e poi si svegliò di nuovo…

CAPITOLO TRENTESIMO

Il primo a dargli il benvenuto fu Peter Frigate. Frigate perse l’abituale riserbo, e si mise a piangere. Anche Burton era commosso, e per un po’ non poté rispondere al mitragliar di domande da parte di Frigate. Poi Burton volle sapere cos’avevano fatto Frigate, Loghu, e Alice, dopo che egli era scomparso. Frigate rispose che l’avevano cercato in lungo e in largo, e poi avevano risalito il Fiume fino a Theleme.

— E tu dove sei stato? — chiese Frigate.

— «Avanti e indietro e su e giù per il mondo» — rispose Burton. — Comunque, al contrario di Satana, sono riuscito a trovare parecchi uomini onesti, timorati di Dio e nemici del male. Maledettamente pochi, però. Già, perché in massima parte, gli uomini e le donne continuano ad essere le stesse creature egoiste, ignoranti, superstiziose, grette, ipocrite, codarde e miserabili, esattamente com’erano sulla Terra. E molto spesso, dentro di loro, la vecchia scimmia assassina lotta contro il suo guardiano — la società — perché vorrebbe scorrazzare liberamente con le mani grondanti di sangue.

Mentre camminavano verso l’immenso recinto che racchiudeva la sede del governo dello stato di Theleme, Frigate continuava a chiacchierare. Ma Burton lo ascoltava a metà. Stava tremando, e il cuore gli batteva all’impazzata: ma non per l’emozione di essere tornato fra amici.

Egli ricordava!

Contrariamente a quanto aveva annunciato Loga, Burton ricordava sia il risveglio nella camera di preresurrezione, avvenuto tanti anni prima, sia l’interrogatorio davanti ai dodici Etici.

Non c’era che una spiegazione: uno dei dodici doveva aver impedito la cancellazione della sua memoria, e all’insaputa degli altri.

Uno dei dodici era lo Straniero Misterioso, il Traditore.

Ma quale? Al momento non c’era modo di stabilirlo, ma un giorno o l’altro Burton l’avrebbe scoperto. E nel frattempo aveva un protettore nelle alte sfere, anche se costui lo stava usando per i propri scopi. Ma prima o poi sarebbe stato Burton a usare lui.

C’erano poi gli altri umani che lo Straniero aveva avvicinato. Forse Burton li avrebbe trovati, e tutti insieme avrebbero dato l’assalto alla Torre.

Ulisse aveva Minerva. Ulisse aveva sempre potuto uscire dai pericoli grazie all’intelligenza e al coraggio, ma la dea gli aveva dato una mano tutte le volte che le era stato possibile.

Ulisse aveva Minerva; Burton, lo Straniero Misterioso.

— E ora cosa pensi di fare, Dick? — chiese Frigate.

— Voglio costruire un’imbarcazione e risalire il Fiume, su su fino alle sorgenti. Vieni con me?

FINE