— Strategia della distorsione. Le porte dell'inferno, che con una mano di vernice bianca diventano quelle del paradiso — borbottò Illyan fra sé. — Osservò lo schema tridimensionale. — Quattro giocatori e una scacchiera. Dovrebbe essere semplice…
«Comunque… — Illyan si fece restituire il telecomando e tornò ad appoggiarsi all'indietro, — il Mozzo Hegen è più che un potenziale punto caldo per i quattro sistemi limitrofi. Il venticinque per cento del nostro traffico commerciale passa da lì, via Pol. E anche se Vervain è chiuso alle navi militari cetagandane come Pol è chiuso alle nostre, quelle commerciali di Cetaganda passano tranquillamente dentro e fuori da questa zona della distorsione attraverso il Gruppo Jackson e Vervain. Qualunque cosa che bloccasse il Mozzo Hegen, come ad esempio una guerra, danneggerebbe il traffico dei cetagandani quanto il nostro.
«E tuttavia, dopo decenni durante i quali tutti abbiamo rispettato la neutralità di questa zona di transito, all'improvviso vediamo che in essa prende l'avvio quella che posso definire una situazione prebellica. Tutti e quattro i nostri vicini sembrano aver dilatato i loro interessi militari. Pol ha potenziato gli armamenti delle sue sei stazioni di balzo rivolte verso il Mozzo, e sta ammassando forze anche sul nostro lato… cosa che io trovo poco sorprendente, visto che da quando abbiamo conquistato Komarr i poliani sono assai circospetti nei nostri confronti. La confederazione del Gruppo Jackson sta facendo lo stesso dalla sua parte. Vervain ha assoldato una flotta di mercenari che si fanno chiamare Randall Rangers.
«Tutta questa attività sta causando agitazione su Aslund, il cui interesse nel Mozzo Hegen è per ovvie ragioni più critico. Aslund sta devolvendo metà della sua spesa militare annuale per rinforzare la porta di casa con una grossa stazione di balzo… diavolo, una vera e propria fortezza spaziale, e nel frattempo ha pensato bene di procurarsi anche dei guerrieri a noleggio. Lei dovrebbe conoscerli, alfiere. Sono quelli che si facevano chiamare Libera Flotta dei Mercenari Dendarii. — Illyan fece una pausa, in attesa della reazione di Miles.
Delle sue ipotesi, forse. Ma ne aveva? Miles disse: — Una volta erano molto esperti nel blocco dei corridoi di transito. È logico, suppongo. Uh… ha detto che si facevano chiamare Dendarii? Hanno cambiato nome?
— Di recente sono tornati alla loro originale denominazione di Mercenari Oserani, a quanto sembra.
— Strano. Perché?
— Perché, mi chiede? — Illyan strinse i denti. — Questa è una delle domande, benché di gran lunga la meno urgente. Ma è la reazione cetagandana, o forse la mancanza di essa, a preoccuparmi. Il caos che può crearsi in quella zona danneggerebbe i cetagandani quanto noi. Tuttavia, una volta definita la situazione, Cetaganda potrebbe cercare di prendere sotto controllo il Mozzo Hegen. In questo caso regolerebbero a loro piacimento il nostro traffico in quella regione, così come noi facciamo col loro attraverso Komarr. Perciò, se consideriamo dove porta il corridoio Komarr-Cetaganda, loro si troverebbero sulla strada di due delle nostre quattro rotte galattiche più importanti. Ora, in questa situazione c'è qualcosa di intricato, di indiretto, che puzza dei metodi dei cetagandani. Sono certo che fra le mani che tirano i fili ci sono le loro. So che devono essere là, anche se finora non li vedo… — Illyan ruminò un poco fra sé, poi scosse il capo. — Se il corridoio di transito per il Gruppo Jackson fosse bloccato, tutti dovrebbero allungare quella rotta attraverso l'Impero Cetagandano, con costi… e indubbiamente i loro profitti…
— Oppure attraverso la nostra zona — puntualizzò Miles. — Perché Cetaganda dovrebbe farci questo favore?
— Ho pensato a un motivo. In realtà ne vedo almeno nove, ma questo è per lei, alfiere Vorkosigan: qual è il modo migliore per impadronirsi di un corridoio di transito?
— Bloccarne entrambe le estremità contemporaneamente — recitò Miles, senza pensarci.
— E questa è la ragione per cui Pol ci ha sempre impedito di creare una presenza militare sul Mozzo Hegen. Ma supponiamo che qualcuno su Pol raccolga la spiacevole voce che io mi sono preso il disturbo di far sì che i Mercenari Dendarii diventassero l'esercito privato di un certo Lord Vor barrayarano. Cosa ne penserebbero?
— Si convincerebbero che ci stiamo preparando a stringerli da due lati — disse Miles. — Avrebbero una reazione paranoica. Potrebbero perfino cercare una temporanea alleanza, che so, coi cetagandani?
— Buona ipotesi — annuì Illyan.
Il capitano Ungari, che aveva ascoltato con la pazienza di chi ha già ascoltato le stesse cose, guardò Miles con aria incoraggiante e approvò la sua deduzione con un cenno del capo.
— Ma anche se tutti ia considerassero una forza indipendente — proseguì Illyan, — quella dei Mercenari Dendarii resterebbe una presenza destabilizzante nella zona. La situazione è inquieta, e si fa più tesa ogni giorno che passa, senza un movente definibile. Un improvviso squilibrio di forze, un malinteso o un grave incidente potrebbero innescare conseguenze letali e inarrestabili. Il movente, alfiere Vorkosigan! Ho bisogno di informazioni.
Illyan, era risaputo, aveva per le informazioni la stessa bramosia di un drogato; doveva averne la sua dose quotidiana, e gli uomini come Ungari erano gli spacciatori da cui si serviva. Si volse a lui. — Allora, capitano, cosa ne pensa? Lui può andar bene?
Ungari rifletté un momento. — Come aspetto… dà più nell'occhio di quello che avrei creduto.
— Non è necessariamente uno svantaggio. In sua compagnia lei può risultare quasi invisibile. L'esca luccicante e il pescatore.
— Forse. Ma potrà sopportare la fatica? Io non avrò tempo da dedicare alle sue private difficoltà. — La voce di Ungari era baritonale, ben controllata; si sentiva un'istruzione dietro di essa, anche se non portava le mostrine dell'Accademia.
— L'ammiraglio sembra convinto di sì. Dovrei dargli torto?
Ungari guardò Miles. — È sicuro che l'opinione dell'ammiraglio non sia… raddolcita dalle sue personali speranze?
Falsata di brutto dalle sue illusioni, tradusse Miles quel delicato eufemismo.
— Se fosse vero, sarebbe la prima volta. — Illyan si strinse nelle spalle. E c'è una prima volta per tutto, disse il silenzio che aleggiò nell'aria. L'uomo inchiodò su Miles uno sguardo trucemente intenso. — Alfiere Vorkosigan, crede che saprebbe, se le fosse richiesto, recitare di nuovo la parte dell'ammiraglio Naismith, per un breve periodo?
Lui le aveva viste arrivare, ma pronunciate in tono così ufficiale quelle parole gli diedero uno strano brivido freddo. Attivare di nuovo quella personalità… Io non mi limitavo a recitare, Illyan. - Posso riassumere il ruolo di Naismith, certo. È smettere di recitarlo che mi dà fastidio.
Illyan la giudicò una battuta e gli concesse un sorriso. Quello con cui gli rispose Miles fu alquanto più faticoso. Tu non sai com'era, non sai cosa significava… Due terzi di spettacolo senza copione, e un terzo di… zen, gestalt, doppia personalità? Incontrollabili momenti di quasi-esaltazione schizofrenica… se la sentiva di rifarlo? Forse ormai la sapeva troppo lunga. Il fascino dell'altezza e poi le vertigini, e la caduta. Forse sarebbe stata soltanto una recita, questa volta.
Illyan si appoggiò allo schienale e lasciò che le mani, unite, gli ricadessero in grembo; un gesto rilassato. — Molto bene. Capitano Ungari, questo signore è tutto suo. Ne faccia ciò che ritiene opportuno. Lo scopo della missione è di raccogliere informazioni sull'attuale crisi al Mozzo Hegen. Secondariamente, se possibile, usi l'alfiere Vorkosigan per togliere di scena i Mercenari Dendarii. Se occorresse un acconto, nel caso che decida di prenderli sotto contratto per spedirli lontano con qualche scusa, attinga la cifra dal nostro fondo segreto. Lei sa quale risultato desidero. Non posso essere più specifico, quindi toccherà a lei stabilire i passi da fare. O da non fare.