Chiedere qualcosa in prestito, anche se avesse avuto un collega a cui chiedere un favore così personale, era impossibile. Le sue uniformi erano fatte su misura in sartoria, e costavano almeno il quadruplo di quelle normali. Parte della cifra era dovuta al tessuto e alla fattura, ma soprattutto c'erano gli accorgimenti particolari e le protesi che il sarto doveva aggiungere per rimediare alle imperfezioni estetiche del suo corpo. Imprecò fra i denti e tirò fuori dall'armadio l'alta uniforme, compresi gli stivaloni lucidati a specchio e alti fino al ginocchio. Questi ultimi, almeno, rimediavano alla perdita dei gambali rinforzati.
GENERALE STANIS METZOV, diceva la targhetta alla porta, COMANDANTE DELLA BASE. Miles aveva accuratamente messo in opera ogni espediente per evitare l'ufficiale, dopo il loro primo poco fortunato incontro. E in compagnia di Ahn non era stato difficile, malgrado la scarsa popolazione attuale dell'isola Kyril; Ahn non cercava la compagnia di nessuno. Ma ora lui cominciava a pentirsi di non aver mai fatto conversazione con gli altri ufficiali, a mensa. Tenersi in disparte, anche se le necessità di lavoro lo imponevano, era stato un errore. In cinque giorni di chiacchiere casuali qualcuno avrebbe sicuramente almeno accennato alle voraci paludi dell'isola.
Il caporale addetto agli impianti di comunicazione nell'anticamera lo scortò alla porta dell'ufficio interno. Miles stabilì che avrebbe dovuto prendere il comandante della Base per il verso giusto e scoprire il suo lato buono, sempre che ne avesse uno. Gli servivano alleati. Il generale Metzov lo accolse seduto rigidamente dietro la sua scrivania, prese atto del suo saluto con un impercettibile cenno del capo e restò in attesa.
Quel giorno il generale era aggressivamente vestito in tuta nera da fatica. All'altezza gerarchica a cui il suo grado lo poneva, uno stile di quel genere per solito indicava la deliberata volontà di identificarsi col Soldato Combattente/Rude Patriota. L'unica concessione al suo grado era la perfetta stiratura dell'indumento, senza una macchia. Le sue decorazioni erano modestamente limitate a tre, tutte ricevute in battaglia. Pseudo-modestia, comunque, perché i nastrini erano incorniciati di alloro e saltavano agli occhi. Dentro di sé Miles dovette applaudire a quell'effetto. Metzov recitava la sua parte, quella di comandante-combattente, con una spontanea naturalezza che gli si adattava.
Una scelta al cinquanta per cento, fra due uniformi, e io vado a scegliere la possibilità sbagliata, s'irritò con se stesso Miles, mentre lo sguardo sarcastico del generale percorreva da capo a piedi la smeraldina eleganza della sua uniforme da parata. E va bene, si disse: così ora Metzov mi identifica col tipico giovane ufficiale Vor di stanza nella capitale. Non che gli dispiacesse. Ma dopo dieci secondi decise che ne aveva abbastanza di lasciarsi arrostire a fuoco lento dal suo sguardo e si schiarì la voce. — Sì, signore?
Metzov si appoggiò all'indietro sulla poltrona, con una smorfia pensosa. — Vedo che lei non si serve in una qualsiasi sartoria militare, alfiere Vorkosigan. E, uh… stivali da cavallerizzo, anche. Avrà notato che non ci sono cavalli, su quest'isola.
Neanche al Quartier Generale, pensò lui, seccato. Non ho disegnato io questi dannati stivali. Suo padre li aveva fatti ordinare per tutto il suo stato maggiore, anni addietro, quando aveva scoperto che poteva parlare di lavoro anche al galoppatoio mentre faceva rilassare i suoi ufficiali con un po' di equitazione. Incapace di escogitare una risposta che non fosse pungente, Miles si limitò a un: — Sì, signore. — E restò in dignitoso silenzio, testa alta e petto in fuori.
Metzov poggiò di nuovo i gomiti sulla scrivania, intrecciò le dita e mise da parte l'umorismo pesante. Il suo sguardo si fece duro. — Lei ha perduto una costosa motopulce con equipaggiamento completo per averla parcheggiata in una zona chiaramente segnata come Terreno Congelato Artico, soggetto ai pericoli dell'inversione termica. Non insegnano più a leggere le carte all'Accademia Imperiale? O per certi cadetti si preferiscono i corsi di Alta Diplomazia… come ad esempio l'equitazione e prendere il tè con le signore?
Miles richiamò alla mente l'aspetto della mappa. Poteva rivederla in ogni particolare. — Le zone azzurre erano marcate T.C.A., signore. Nient'altro. Non si tratta di una sigla cartografica standard, e non appare sugli atlanti né sulle mappe militari.
— Allora devo presumere che lei abbia trascurato di leggere il suo manuale.
Miles era stato sepolto nei manuali fin dal suo arrivo. Procedure meteorologiche, attrezzature tecniche… — A che manuale si riferisce, signore?
— Il Regolamento della Base Lazkowski.
Miles cercò freneticamente di ricordare se avesse mai visto un disco con quell'etichetta. — Io… penso che il luogotenente Ahn me ne abbia dato una copia… due sere fa. — In effetti l'ufficiale gli aveva lasciato sul letto uno scatolone pieno di dischi, negli alloggi. Stava cominciando a imballare gli oggetti personali, aveva detto, e gli sembrava giusto regalare a lui tutta la sua libreria. Miles aveva letto due trattati di meteorologia generale quella notte stessa, prima di addormentarsi. Nel frattempo, evidentemente, Ahn s'era chiuso in camera per dedicarsi a ciò che ormai lo appassionava più del suo lavoro, e il mattino dopo lui aveva dovuto partire da solo per il giro di manutenzione…
— E lei non lo ha neppure aperto. È così?
— Sissignore. È così.
— Perché?
C'erano necessità più urgenti, avrebbe voluto lamentarsi lui. Alle sue spalle poteva sentire la presenza del segretario del generale, silenzioso testimone fermo sulla soglia dell'ufficio. Metzov non lo aveva mandato via; gli stava facendo una lavata di capo pubblica, non in privato. Ma quello che lo rodeva era un altro pensiero: com'era possibile che i due maledetti bastardi del reparto veicoli fossero stati così intuitivi da capire che lui non aveva letto il regolamento? Gli piacesse o meno, comunque, doveva ingoiare il rospo. — Non ci sono scuse, signore.
— Be', alfiere, nel capitolo terzo del Regolamento della Base Lazkowski lei potrà trovare una descrizione completa del Terreno Congelato Artico, più le precauzioni per evitarne i pericoli. Ci dia un'occhiata, quando non sarà occupato con… l'equitazione o cos'altro la interessa.
— Sissignore. — La faccia di Miles era impassibile. Il generale aveva il diritto di spellarlo vivo con una vibrolama se voleva farlo… ma in privato. L'autorità che Miles riceveva dalla sua uniforme bilanciava a stento i tristi effetti dei pregiudizi storici della società di Barrayar per le deformità fisiche. E un'umiliazione pubblica che lo destituisse della sua autorità di fronte a uomini ai quali anche lui doveva dare ordini era molto simile a un atto di sabotaggio. Deliberato, o inconscio?
Il generale stava solo scaldando le batterie. — Il Servizio può sempre fornire pseudo-occupazioni più o meno utili ai Vor in eccesso al Quartier Generale Imperiale; ma qui, nel mondo reale, dove c'è da combattere, non abbiamo posto per gli animali da salotto. Io mi sono fatto strada dalla gavetta, alfiere, e ho visto i miei compagni cadere attorno a me nella guerra contro il Pretendente Vordariano prima che lei nascesse…
Io pure sono caduto nella guerra contro il Pretendente, quand'ero nel grembo di mia madre, pensò Miles, irosamente. La soltoxina, il gas che aveva quasi ucciso sua madre e fatto di lui un minorato, era un'arma chimica usata in quel conflitto.