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La sua visitatrice era Cavilo, elegante e pratica nella sua versione sofisticata di una tuta da fatica dei Rangers. Una guardia si mise bene in evidenza fuori dalla porta, che però fu chiusa dietro di lei. Un altro colloquio privato, dunque. Miles si sforzò di fare il punto della situazione e tornare alla realtà in cui si trovava.

Cavilo sedette sulla branda di fronte e accavallò le gambe, all'incirca nella stessa posizione assunta da Metzov ma con un effetto estetico assai diverso. Poi intrecciò le dita delle mani intorno a un ginocchio e s'inclinò in avanti, con aria attenta e stranamente confidenziale. Miles reagì inclinandosi all'indietro e poggiò le spalle alla parete, sentendosi per qualche motivo a disagio e in netto svantaggio.

— Lord Vorkosigan, mi dica… — Cavilo s'interruppe e piegò la testa di lato. — Non si sente bene? Ha un aspetto stanco.

— La reclusione non mi si addice molto. — Dopo quel lungo silenzio la sua voce era rauca. Dovette schiarirsi energicamente la gola. — Forse un visore per libri… o meglio, la possibilità di fare una breve passeggiata sotto sorveglianza… — Che gli avrebbe dato modo di contattare, almeno con lo sguardo, qualcuno disposto ad accettare denaro per portare un messaggio. — I miei problemi fisici mi costringono a un'autodisciplina rigorosa, e si aggravano in fretta se devo restare confinato. Ho bisogno assoluto di esercizio fisico, o finirò per ammalarmi davvero.

— Mmh. Vedremo. — La bionda si passò delicatamente la punta di un dito lungo l'arco dorato di un sopracciglio. Poi la sua espressione tornò a focalizzarsi. — Lord Vorkosigan, vorrei che lei mi parlasse un momento di sua madre.

— Cosa? — Una tattica inaspettata. Per sconcertarlo, in attesa di passare a un interrogatorio militaresco? — Perché?

Lei sorrise candidamente. — Alcune cose che Greg ha raccontato mi hanno incuriosita.

Cose raccontate da Greg? L'Imperatore era stato sottoposto al penta-rapido? — Che… uh, cosa vorrebbe sapere?

— Be', a quanto ho saputo la Contessa Vorkosigan è una straniera. Una betana, sposata a un membro della vostra aristocrazia.

— I Vor sono una casta militare. Comunque, sì, è così.

— E com'è stata accolta fra questi aristocratici d'alta casta, o comunque vogliano farsi chiamare? Io ero convinta che i barrayarani fossero molto provinciali in questo, pieni di pregiudizi contro gli stranieri.

— Lo siamo — ammise lui con noncuranza. — Il primo contatto che i barrayarani, di ogni classe sociale, ebbero con gli stranieri alla fine dell'Epoca dell'Isolamento fu con le forze d'invasione cetagandane. Questo ha lasciato una cattiva impressione che perdura ancor oggi, quattro generazioni dopo esserci liberati di loro.

— E malgrado ciò nessuno ha discusso la scelta di suo padre?

Miles allargò le mani con un sorrisetto. — A quel tempo lui aveva appena passato i quaranta… ed era Lord Vorkosigan. — Come lo sono io. Perché le cose per me non funzionano nello stesso modo?

— La sua provenienza non creò difficoltà?

— Lei era betana. Prima nella Sorveglianza Astronomica, poi ufficiale e combattente. Colonia Beta aveva collaborato a darci una stangata, nel nostro stupido tentativo di invadere Escobar.

— Così, benché fosse straniera e nemica, il suo passato militare le fece ottenere il rispetto dei Vor?

— Suppongo di sì. Inoltre incrementò la sua reputazione militare durante la guerra contro il Pretendente Vordariano, in varie azioni belliche, l'anno prima della mia nascita. Guidò le nostre truppe più di una volta, quando mio padre non poteva essere in due posti allo stesso tempo. — Ed era stata responsabile della sicurezza personale dell'Imperatore, che allora aveva cinque anni… con più successo di quanto lui, il figlio, stesse facendo ora che Gregor ne aveva venticinque. «Fallimento totale» era la definizione a cui Miles fu costretto a pensare. — Nessuno avrebbe osato dire qualcosa su di lei, da quel tempo.

— Mmh. — Cavilo si appoggiò all'indietro e mormorò fra sé: — Se è stato fatto una volta, può esser fatto una seconda.

Cosa, cosa poteva essere fatto? Miles si passò una mano sulla faccia, cercando di concentrarsi. — Come se la passa Gregor?

— È una persona divertente.

Gregor il Lugubre, divertente? Tuttavia, se il senso dell'umorismo di Cavilo corrispondeva al resto della sua personalità, poteva essere vero. — Volevo dire come sta di salute.

— Meglio di lei, a giudicare dalla sua faccia.

— Suppongo che lui non mangi saponette per cani.

— Ma come, un po' di sana dieta militare è così insopportabile per lei, Lord Vorkosigan? Ha lo stesso cibo delle mie truppe.

— Ne dubito — Miles le mostrò quel che era avanzato dell'ultima razione, — visto che non si sono ancora ammutinate.

— Oh, caro. — Lei osservò con simpatia il frammento sbocconcellato. — Quella roba. Credevo che l'avessimo finita già l'anno scorso. Come può essere rimasta in giro? Qualcuno sta facendo economia. Vuole che le faccia portare i pasti dalla mensa di bordo?

— Gliene sarei grato — si affrettò a dire Miles, poi tacque. Cavilo aveva stornato abilmente il discorso da Gregor, ma lui doveva tenere la mente su un'altra linea di pensieri. Quante informazioni utili era riuscita a mungergli la bionda in quei giorni?

— Lei si rende conto — domandò con serietà, — che sta creando un gravissimo incidente interplanetario fra Vervain e Barrayar?

— Non è esatto — disse pacatamente Cavilo. — Io sono una buona amica per Gregor. L'ho salvato, impedendo che cadesse nelle mani della polizia segreta vervana. Ora è sotto la mia protezione, in attesa che si presenti l'opportunità di ricondurlo al posto che gli compete.

Miles sbatté le palpebre. — I vervani hanno una polizia segreta?

— Più o meno. — Lei scrollò le spalle. — Barrayar ce l'ha, no? E Stanis sembra abbastanza preoccupato nei suoi riguardi. La vostra Sicurezza Imperiale dev'essere assai imbarazzata per aver fallito così platealmente nel suo compito protettivo. Temo che goda di una reputazione del tutto immeritata.

Non del tutto. Io sono della Sicurezza, e so dov'è Gregor. Così, teoricamente, la Sicurezza Imperiale ha ancora le sue carte in mano. Miles non sapeva se piangere o ridere. Anche se non ha un soldo bucato da puntarci sopra.

— Se siamo tutti buoni amici — domandò, — come mai io sono chiuso in questa cella?

— Anche lei per sua protezione, naturalmente. Dopotutto il generale Metzov ha minacciato apertamente di… quali sono state le sue parole? Ah, sì, spezzarle tutte le ossa del corpo. — Fece un sospiro. — Temo proprio che il caro Stanis vada perdendo la sua utilità.

Miles s'irrigidì, cercando di ricordare cos'altro Metzov avesse detto in quella stessa conversazione. — Per… tradimento?

— Non proprio. I traditori possono essere utili, a volte, se manovrati nel modo giusto. Ma la situazione strategica generale potrebbe essere a una svolta importante. Forse inimmaginabile. E dopo tutto il tempo che ho sprecato a coltivare Stanis. Spero solo che non tutti i barrayarani siano tediosi come lui. — Ebbe un breve sorriso. — Sì, lo spero molto.

Cavilo si piegò verso di lui, con espressione intenta. — È vero che Gregor è… uh, fuggito di casa per colpa delle pressioni dei suoi consiglieri? So che volevano costringerlo a sposare una donna che lui odiava.

— Non mi ha mai parlato di questa donna — disse Miles, stupito. Un momento… a cosa mirava Gregor con quella dichiarazione? Meglio evitare accuratamente di smentirlo. — Tuttavia si tratta di pressioni… comprensibili. Se dovesse morire senza un erede, quante fazioni si scannerebbero per il diritto al trono?