Entrarono in un ascensore. Miles sospirava di sollievo per ogni metro in più che stava mettendo fra Gregor e Cavilo.
— La mia più grossa preoccupazione, fino al momento in cui ho potuto parlarti — disse, — era che Cavilo fosse davvero riuscita a ottenebrarti il cervello come si vantava. Era impossibile che il suo piano funzionasse, se non grazie a te. E in questo caso non so proprio cos'avrei potuto fare, se non darti l'indirizzo del migliore psichiatra di Barrayar. Sempre che ne fossi uscito vivo. Non sapevo quanto tu ci avresti messo a leggerle nella testa.
— Oh, quella era un libro aperto fin dall'inizio. — Gregor scrollò le spalle. — Cavilo mi accarezzava con lo stesso dolce sorriso di Lord Vordrozda, e di un'altra dozzina di cannibali dello stesso genere. Ormai il mio radar individua i cacciatori di potere anche su distanze interstellari.
— Appena potrò togliermi lo scafandro m'inchinerò a un maestro della strategia — disse Miles. — Be', allora avresti potuto salvarti da solo. Lei ti avrebbe portato dritto fino a casa.
— Sarebbe stato facile — annuì lui, accigliato. — Non avrei dovuto far altro che comportarmi come un serpente viscido, privo del senso dell'onore. — Nello sguardo di Gregor, notò Miles, c'era un'ombra che sembrava la completa assenza di ogni emozione.
— Non credo che tu potresti raggirare una donna onesta — disse, incerto. — Cos'avresti fatto, se ti avesse riportato in patria?
— Dipende. — Gregor evitò i suoi occhi. — Visto che ha complottato per assassinarti, suppongo che l'avrei fatta impiccare. — Uscendo dall'ascensore si volse a guardarlo. — Così è meglio, però. Forse… forse c'è il modo di darle l'occasione di redimersi.
Miles sbatté le palpebre. — Io ci andrei molto cauto prima di dare a Cavilo qualunque genere e specie di occasione, se fossi in te. Credi che la meriti? Ti rendi conto di quanta gente ha tradito e di quanto sangue c'è sulle sue mani?
— Più o meno. Però…
— Però cosa?
La voce di Gregor fu quasi inudibile quando mormorò: — Vorrei che fosse stata sincera, in tutto questo.
— … di conseguenza, quando si sono resi conto che Cavilo non aveva preparato loro la strada con l'incursione preliminare ai danni dei vervani, hanno deciso di tentare ugualmente un'azione di forza. Questa è l'attuale situazione strategica nel Mozzo e nello spazio territoriale di Vervain, per quanto posso stabilire con i dati di cui dispongo — concluse Miles, distogliendo lo sguardo dallo schermo su cui l'aveva illustrata a Gregor. Avevano la sala riunioni della Ariel tutta per loro. Arde Mayhew era di guardia in corridoio. Poco prima Elena aveva riferito che tutti gli elementi ostili saliti a bordo erano stati catturati senza troppi danni. Miles aveva interrotto il suo resoconto solo per togliersi lo scafandro da combattimento, che era stato subito rimandato alla mercenaria da cui se l'era fatto prestare, la stessa che gli aveva fornito gli stivali e che forse cominciava ad averne abbastanza di lui.
Congelò l'immagine sull'olovisore al centro del tavolo. Gli sarebbe piaciuto poter premere un pulsante e congelare allo stesso modo gli eventi in essa rappresentati, per fermare la loro terribile corsa verso quella che poteva essere soltanto una tragedia. — Avrai notato che la nostra falla più evidente resta l'assenza di informazioni precise sulle forze cetagandane. Spero che il servizio segreto dei vervani, e forse anche i Randall Rangers, possano darmi qualcosa di utile, se riusciremo a tirarli dalla nostra parte.
«Ora, Altezza Imperiale, la decisione spetta a lei. Combattere o non combattere? Io posso separare la Ariel dal resto della Flotta e rimandarti a casa anche subito, senza che questo influisca troppo sulla battaglia che senza dubbio ci sarà al corridoio di transito. A determinare le nostre possibilità non sarà la velocità di manovra, ma la pura e semplice potenza di fuoco. Ed è quello che farebbero mio padre o Illyan, se fossero qui, lo sai.
— No. — Gregor s'irrigidì. — Comunque loro non sono qui.
— Vero. In alternativa, se esaminiamo la soluzione opposta, te la sentiresti di essere il comandante in capo di una faccenda sporca e sanguinosa? Comandante di fatto, oltreché di nome?
Gregor ebbe un sorrisetto. — Che tentazione. Ma non credi che ci sia una certa… folle arroganza nel prendere il comando senza aver fatto apprendistato sul campo di battaglia?
Miles sentì una vampa di rossore. — Io… mmh… sono alle prese con lo stesso dilemma. Tu però hai una soluzione: si chiama Ky Tung. Parleremo con lui più tardi, quando ci trasferiremo sulla Triumph. - Fece una pausa. — C'è un paio di altre cose che dovresti fare per noi. Se credi. Cose di una certa importanza.
Gregor si grattò il mento, scrutando Miles come se stessero giocando a mini-tattica. — Scopra le sue intenzioni, Lord Vorkosigan.
— Legittimare i Dendarii. Presentarli ai vervani come Flotta ufficialmente al servizio di Barrayar. Io susciterei dubbi. La tua parola è legge. Potresti concludere un vero trattato di alleanza difensiva fra Vervain e Barrayar… e anche Aslund, se riuscissimo ad averlo. Il tuo principale valore è, mi spiace dirtelo, non militare ma diplomatico. Fermati a Stazione Vervain e tratta con quella gente. E intendo dire contratta.
— Al sicuro dietro le linee — notò seccamente Gregor.
— Soltanto se noi vincessimo, sul nostro lato del corridoio di transito. Se fossimo sconfitti, il fronte arriverà fino a te.
— Vorrei essere un soldato e basta. Un semplice tenente, con una sola squadra di uomini a cui pensare.
— Moralmente non c'è alcuna differenza fra mandarne alla morte uno o diecimila, stanne certo. Sarai dannato allo stesso modo.
— Sì, ma vorrei andare in battaglia. Probabilmente è l'unica occasione che avrò mai di correre i miei rischi sul serio.
— E il rischio che corri ogni giorno, quello d'essere ucciso in un attentato, non è un brivido sufficiente per te? Capisco.
— Parlo di rischio attivo, non passivo. In servizio.
— Se dal tuo punto di vista il servizio migliore che puoi rendere alla gente che combatte è di rischiare la tua vita qui, col grado di tenente, ti faccio subito portare un'uniforme.
— Ouch! — mormorò Gregor. — Riesci a rivoltare ogni cosa che dico contro di me, come un coltello, vero? — Fece una pausa. — Trattati militari, eh?
— Sempreché Sua Altezza li trovi abbastanza rischiosi, Maestà.
— Oh, piantala — sospirò Gregor. — Io reciterò la parte che mi è stata assegnata. Come sempre.
— Grazie. — Per un attimo Miles fu tentato di chiedergli scusa, di ammorbidire quelle parole, poi ci ripensò. — L'altro nostro jolly sono i Randall Rangers. Che in questo momento, se posso permettermi una solida ipotesi, sono in pieno caos. Metzov è scomparso, l'attacco in superficie non è avvenuto, la loro comandante ha disertato la scena dell'azione… a proposito, com'è riuscita a convincere i vervani a lasciarla allontanare?
— Ha detto loro che veniva a conferire con te, facendo credere che ti consideravi davvero al suo servizio. Penso che contasse su un rapido arrivo delle forze cetagandane, per farsi inseguire fino a Pol. Ma a quanto pare gli invasori non sono ancora riusciti a raggiungere il corridoio di transito Vervain-Mozzo.
— La loro avanguardia ha compiuto il balzo Cetaganda-Vervain, ma sta attaccando i cantieri orbitali. O almeno credo. — Miles annuì fra sé. — Mmh. Cavilo potrebbe averci spianato la strada. Ha negato d'essere in qualche modo coinvolta coi cetagandani?
— Non credo che i vervani abbiano capito che i Rangers dovevano aprire la strada agli invasori. Quando siamo partiti da Stazione Vervain sapevano che i Rangers non avevano neppure cominciato a difendere l'uscita del corridoio di transito Cetaganda-Vervain, ma lo attribuivano a incompetenza.