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Gli altri istruttori detestavano quell'occasione, il Giorno di Vorkosigan. Le loro classi restavano inquiete per parecchi giorni. E una delle ragioni per cui l'ammiraglio Vorkosigan non teneva quella conferenza alla chiusura dei corsi era che qualche settimana dopo tornava all'Accademia, per parlare a tu per tu con i cadetti che s'erano accorti di avere dei gravi problemi morali. Soltanto a loro suo padre, da quel che ne sapeva Miles, teneva discorsi di persona, benché avesse registrato numerosi video su argomenti generici come parte dell'addestramento per ogni ramo del Servizio. Quel suo breve seminario era stato una sorpresa anche per Miles.

Ma ora… se quei tecnici fossero stati civili, Metzov si sarebbe trovato chiaramente dalla parte del torto. Se fossero stati in guerra, al contrario, il suo comportamento avrebbe potuto essere ritenuto giustificabile, perfino doveroso. Quella era una via di mezzo. Un caso di disubbidienza, certo, ma disubbidienza passiva. Nessun nemico minaccioso nelle vicinanze. Nessuna situazione di pericolo per la vita di chi risiedeva alla Base (esclusa la loro) anche se un imprevisto vento da ovest avrebbe potuto costringerli a evacuare la zona. Io non sono pronto per cose di questo genere. Non ancora. Non so giudicarle. Cos'era giusto? Cos'avrebbe pensato qualcuno più anziano ed esperto di lui?

La mia carriera… Una sensazione di claustrofobia s'impadronì di lui, come se qualcosa lo stringesse da tutti i lati minacciando di soffocarlo. Fra le sue mani il distruttore neuronico tremò. Oltre il microriflettore in cima alla canna poteva vedere Bonn che vacillava storditamente, già troppo congelato per mantenersi eretto. I loro piedi erano bianchi come la neve su cui poggiavano. Uno degli uomini si chinò, rannicchiandosi a palla, ma non fece un gesto verso i suoi indumenti. Cominciava ad ammorbidirsi nel dubbio la rigida spina dorsale di Metzov?

Per un folle momento Miles immaginò di mettere da parte le considerazioni personali e di sparargli. E poi? Sparare anche al sergente e agli altri? Non avrebbe potuto colpirli tutti prima che lo ammazzassero.

Probabilmente io sono l'unico militare sotto ai trent'anni in tutta la base che abbia mai sparato a dei nemici in battaglia. I soldati del plotone avrebbero usato la loro arma senza conoscerne davvero l'effetto. Forse ne erano perfino curiosi. Quello che faremo nella prossima mezz'ora continueremo a rivederlo per tutta la vita.

Ma lui non era in grado di fare niente salvo che chinare il capo, eseguendo gli ordini. In quali guai uno poteva cacciarsi eseguendo gli ordini? Tuttavia, com'era possibile provare soddisfazione nel Servizio se non si accettavano i princìpi basilari della vita militare? Credi che sarai soddisfatto una volta imbarcato, allora, alfiere Vorkosigan, ripensando a questo branco di idioti congelati? O non è meglio che ti unisca a loro? Almeno non sarai solo…

Col distruttore neuronico imbracciato Miles indietreggiò, uscendo dalla fila dei soldati e dal campo visivo di Metzov. I suoi occhi erano annebbiati di lacrime. Per il freddo, senza dubbio.

Sedette al suolo. Si tolse i guanti e gli stivali. Lasciò cadere il parka, la giacca, la camicia; gettò sul mucchio anche i pantaloni e la biancheria intima, e vi poggiò sopra il fucile. Poi si mosse con andatura incerta. I gambali di sostegno erano gelidi contro i suoi polpacci.

Io odio la resistenza passiva. Sul serio, la odio.

— Che diavolo pensa di fare, alfiere? — sbottò Metzov quando lui gli passò davanti.

— Voglio aiutarla a prendere una decisione, signore — rispose Miles con voce ferma. Perfino in quel momento alcuni dei tecnici si ritrassero al suo avvicinarsi, come se le deformità fisiche fossero contagiose. Bonn non era fra questi, però. Neppure Pattas.

— Tenta lo stesso bluff di Bonn? Lo guardi, se n'è già pentito. Non funzionerà neanche per lei, Vorkosigan. — La voce di Metzov tremolò in una nota acuta nel pronunciare il suo nome.

Avresti dovuto dire «alfiere». Per quelli che non conoscevano il mio nome. Miles vide il disappunto sulle facce dei soldati del plotone, stavolta. Vero, l'iniziativa di Bonn non aveva funzionato. Lui era probabilmente il solo che con un atto di quel genere poteva ottenere qualcosa. Sempreché Metzov non giudicasse di essersi ormai spinto troppo lontano.

A voce alta, per farsi sentire anche dagli altri, disse: — Signore, è possibile… dico possibile, che a investigare sulla morte del tenente Bonn e di questi uomini sia soltanto la Sicurezza del Servizio, se lei riesce a falsificare il fatto abbastanza da farlo passare per un incidente di qualche genere. Ma le garantisco che a investigare sulla mia sarà la Sicurezza Imperiale.

Metzov sogghignò stranamente. — E se risultasse che non c'è stato nessun testimone?

Il sergente che comandava il plotone era altrettanto rigido e truce. Miles ripensò ad Ahn, il silenzioso Ahn, che aveva i suoi motivi per ubriacarsi. Quali cose «pazzesche» erano accadute su Komarr tanti anni addietro? E che genere di testimone era stato? Colpevole quanto altri, forse? — Mmi s-s-s-spiace, s-signore, ma vedo almeno dieci testimoni dietro quei distruttori neuronici. — Le parabole dei proiettori sembravano molto più grosse viste da lì. Il rovesciamento dell'angolazione visiva aveva avuto un preciso effetto chiarificatore. Non c'erano più ambiguità, adesso.

Miles continuò: — Oppure sta pensando di ammazzare gli uomini del plotone e poi di spararsi alla testa? La Sicurezza Imperiale userà la macchina della verità su ogni bipede di quest'isola. Lei non può mettermi a tacere. Vivo o morto, attraverso la bocca di questi uomini oppure la sua, signore, io testimonierò. — Lunghi brividi lo scuotevano da capo a piedi; stupefacente cosa poteva fare un alito di vento a quella temperatura. Doveva eliminarli almeno dalla sua voce, perché non fossero scambiati per paura.

— Magra consolazione, direi, dopo che… mmh, si sarà tolto lo sfizio di crepare congelato, alfiere. — Il sarcasmo di Metzov aveva qualcosa di grottesco. Quell'uomo era ancora convinto che avrebbe prevalso. Un atteggiamento maniacale.

Un bizzarro senso di calore saliva adesso dai piedi di Miles. Aveva le ciglia incrostate di ghiaccio. Stava già sorpassando gli altri sulla strada del congelamento, senza dubbio a causa della massa corporea inferiore. Sulla sua pelle cominciavano ad apparire chiazze violacee.

Coperta da quel candido manto invernale la Base era magicamente silenziosa. Miles sentiva che qualcuno accanto a lui stava battendo i denti. Sentiva il fruscio del vento sulla crosta superficiale della neve. Sentiva i lievi ansiti che accompagnavano le nuvolette di fiato condensato. Il tempo sembrava essersi fermato.

Avrebbe potuto minacciare Metzov, incrinare la sua sicurezza con oscuri accenni ai fatti di Komarr, la verità verrà fuori… avrebbe potuto ricordargli il rango e l'autorità di suo padre. Avrebbe potuto… dannazione, Metzov doveva aver capito che stava facendo il passo più lungo della gamba, per quanto pazzo fosse. La sua scena da giustizia sommaria sul campo di battaglia gli si era sgretolata fra le mani, eppure si intestardiva ad aggrapparvisi, deciso ad arrivare alle estreme conseguenze per salvare la faccia. Saprebbe essere pericoloso come una belva ferita, il bastardo, se lo minacciassi davvero… Era difficile vedere sotto quella dura maschera sadica l'ombra della paura. Ma doveva esserci… gelida e strisciante, al lavoro dentro di lui. Metzov le resisteva, come pietrificato. Forse, dandogli una spintarella…