— Da quanto ne so io, influenza è sinonimo di potere.
— Se dovessero sgarrare troppo, potremmo smascherarli pubblicamente.
— Solo per pochi anni ancora. Più aspettiamo e più invecchiano, e allora desterà ben scarso stupore scoprire chi sono.
— Lei sa quali sono stati i movimenti delle truppe russe. C’è sempre la possibilità che Demostene abbia ragione. E in questo caso…
— Ci farà comodo avere Demostene all’opera. Va bene. Li terremo fra due guanciali di piume, per ora. Ma sorvegliateli. E io, naturalmente, dovrò lambiccarmi il cervello per tenere tranquilli i russi.
A dispetto della sua apprensione, per Valentine era un divertimento essere Demostene. Quasi ogni video-giornale della nazione riportava ora la sua colonna, ed era soddisfacente vedere il denaro accumularsi nei conti a cui attingeva sotto falsa identità. Di tanto in tanto lei e Peter, a nome di Demostene, facevano a certi candidati e a certe organizzazioni delle donazioni accuratamente calcolate: abbastanza denaro da far notare la cosa, ma non abbastanza da far sospettare al candidato che si volesse comprare il suo voto. Lei riceveva una tale mole di corrispondenza che la Calnet doveva dirottargliela su una segreteria, la quale rispondeva a quella di routine. Le lettere più interessanti le arrivavano da uomini politici di statura nazionale e anche internazionale, talvolta ostili, talaltra amichevoli, ma sempre miranti a influenzare diplomaticamente le vedute di Demostene. Queste lei e Peter le leggevano insieme, ridacchiando al pensiero che gente come quella stesse, senza saperlo, scrivendo a due ragazzini.
A volte, però, se ne vergognava. Suo padre leggeva regolarmente Demostene; ignorava Locke o, se mai l’aveva letto, non ne parlava. A pranzo non di rado elargiva loro punti di vista che Demostene aveva espresso nel suo articolo di quel giorno. Peter ne rideva sotto i baffi: — Vedi? Questo dimostra che l’uomo della strada ha bisogno che gli dicano quale opinione deve avere. — Ma Valentine si sentiva umiliata per suo padre. Se mai venisse a sapere che ho scritto io gli articoli di cui ci parla, e che non credo a metà di quelle cose, la rabbia e la vergogna lo ucciderebbero.
A scuola rischiò di combinare un guaio quando la sua insegnante di storia incaricò ogni studente di scrivere un saggio critico sulle vedute di Demostene e di Locke espresse in due dei loro primi articoli. Valentine dimenticò la prudenza e fece un brillante lavoro di analisi. Come risultato, dovette sudare per dissuadere il preside dal far pubblicare il saggio da uno dei videogiornali della stessa California Network. Peter s’infuriò selvaggiamente. — Sembrava uscito dalla penna di Demostene! Vuoi rovinare tutto? Piuttosto faccio fuori Demostene definitivamente. Tu non sai cos’è l’autocontrollo!
Se dava in escandescenze per cose da poco, Peter la spaventava ancor di più quando smetteva di parlarle. L’episodio accadde quando Demostene fu invitato a far parte del Comitato Presidenziale per l’Educazione al Futuro, un gruppo onorario che in realtà non faceva niente, ma lo faceva splendidamente. Valentine avrebbe supposto che Peter l’avrebbe presa come un’altra vittoria, ma così non fu. — Rifiuta — le disse.
— Perché dovrei? — si oppose lei. — Non si tratta di un lavoro, e hanno perfino detto che rispettando il ben noto desiderio d’anonimato di Demostene potrò limitarmi a partecipare con interventi scritti. Questo darà un peso autorevole alla persona di Demostene, e…
— E ti godrai l’idea d’essere riuscita a ottenerlo prima di me.
— Peter, non si tratta di te e di me, ma di Demostene e Locke. Noi li abbiamo costruiti. Non sono veri. E poi questo invito non significa che Demostene gli piaccia più di Locke, ma soltanto che ha una più vasta base di consenso popolare. Tu sapevi che sarebbe stato così. L’hai progettato per solleticare gli umori di tutti gli antisovietici e gli sciovinisti del mondo occidentale.
— La cosa non doveva funzionare a questo modo. Era Locke quello destinato a diventare autorevole e rispettato.
— Lo è. Il rispetto delle persone intelligenti non ha a che vedere con le manovre governative per accontentare le masse. Peter, non prendertela con me se ho fatto fin troppo bene quello che volevi.
Ma l’ira di lui durò molti giorni, e il suo mutismo costrinse Valentine a scrivere diversi articoli senza consultarlo. Probabilmente in quell’occasione Peter fu convinto che la colonna di Demostene avesse perduto mordente, ma anche se così fu nessuno parve notarlo. E la sua acrimonia dovette peggiorare quando vide che lei non veniva piangendo a chiedergli aiuto. Ma Valentine era stata Demostene ormai troppo a lungo per aver bisogno che le si dicesse cos’avrebbe pensato Demostene su questo o quell’argomento.
E mentre la sua corrispondenza con altri cittadini politicamente attivi s’intensificava, venne a conoscenza di fatti e retroscena di solito celati al grosso pubblico. Alcuni ufficiali delle forze armate di tendenze reazionarie le scrivevano accennando sovente a episodi e fatti tenuti sotto silenzio, e lei e Peter si divertivano a metterli insieme per ottenere un affascinante e inquietante quadro dell’attività segreta del Patto di Varsavia. I comunisti si stavano senza dubbio preparando alla guerra, una guerra che evidentemente prevedevano sanguinosa e di vasta portata. Demostene non sbagliava, strombazzando che il Patto di Varsavia stava violando ogni regola e tradiva la fiducia degli Alleati.
E il personaggio di Demostene pian piano cominciò ad acquistare una sorta di vita indipendente. A volte, dopo aver partecipato a dibattiti televisivi in cui era concesso inviare per video domande e risposte scritte, s’accorgeva d’aver pensato come Demostene, e d’essersi trovata d’accordo con idee che avrebbero dovuto essere soltanto un copione fasullo. E a volte, leggendo articoli di Locke, si sentì irritata dalla sua evidente cecità per quello che stava realmente accadendo.
Forse non era possibile indossare l’abito senza diventare monaco almeno in parte. Questo le dava da riflettere, e un giorno in cui certe deduzioni finirono col preoccuparla scrisse un articolo usando quel concetto come una premessa, per dimostrare che i politicanti usi a tranquillizzare i russi per tener calme le acque finivano inevitabilmente per divenire loro succubi, o addirittura loro involontari strumenti. Questo fu il sottile e calunnioso pugnale che Demostene affondò nella schiena del Governo, e gli estremisti di destra ne furono elettrizzati. Ricevette moltissima corrispondenza, e consensi anche da parte di gente che fin’allora l’aveva osteggiata. L’episodio fece svanire la sua paura di diventare, realmente e fino a un certo punto, Demostene. È più intelligente di quel che io e Peter avessimo mai pensato, si disse.
All’uscita dalla scuola trovò ad attenderla Graff. Era dall’altra parte della strada, appoggiato alla portiera della sua auto, e poiché indossava abiti civili ed era ancora aumentato di peso Valentine non lo riconobbe subito. Ma quando l’uomo le fece cenno di avvicinarsi ella trasalì; quegli occhi penetranti non erano cambiati affatto.
— Guardi che non scriverò un’altra lettera — gli disse subito. — Non avrei neppure dovuto scrivere la prima.
— Allora suppongo che non le piaccia ricevere medaglie.
— Non molto.
— Venga a fare un giretto con me, Valentine.
— Non salgo in macchina con sconosciuti dall’aria equivoca.
Lui le porse un foglio. Si trattava di una richiesta legale in piena regola, un’autorizzazione firmata dai suoi genitori.
— Ammetto che lei non si può definire uno sconosciuto — sospirò lei. — Dove intende portarmi?
— A vedere un giovane soldato che risiede provvisoriamente a Greensboro, di passaggio.