I loro rimorchiatori erano tutti nuovi fiammanti; la F.I. non faceva che togliere di circolazione i velivoli sorpassati per sostituirli con modelli più potenti e veloci. Quello su cui salirono aveva appena scaricato una gran quantità di lingotti d’acciaio fusi su un’astronave mineraria che raccoglieva minerale sulla Cintura degli Asteroidi. L’acciaio era stato scaricato in caduta libera sulla Luna, e ora il rimorchiatore s’era agganciato a quattordici chiatte. Ma Graff mise di nuovo la sua pallina in un lettore, e le chiatte furono rimandate in deposito sullo scalo. Sarebbe stato un viaggio più lungo stavolta, e per una destinazione che Graff aveva ordine di specificare soltanto dopo che il rimorchiatore avrebbe lasciato l’Attracco I.P.
— Non è poi un gran segreto — disse il comandante del rimorchiatore. — Quando si parte per una destinazione «sconosciuta» è sempre per l’AIS. — Per analogia con la sigla AIP, Ender si disse che questa doveva significare Attracco Inter-Stellare.
— Non questa volta — lo informò Graff.
— Per dove, allora?
— Comando F.I.
— Non ho una qualifica di sicurezza abbastanza alta da sapere dove si trova, signore.
— La sua astronave lo sa — disse Graff. — Lasci che il computer dia un’occhiata a questa, e seguirà una rotta già programmata. — Porse al comandante la pallina di plastica.
— E si suppone che durante il viaggio io tenga gli occhi chiusi, per ignorare ufficialmente dove stiamo andando?
— Oh, no. Naturalmente no. Il Comando F.I. è sul planetoide Eros, vale a dire a circa tre mesi di viaggio da qui procedendo alla massima velocità possibile. Lei non dovrà fare risparmio sul carburante.
— Eros? Ma credevo che gli Scorpioni l’avessero ridotto a una massa radioattiva di… ah! E quando ho ricevuto la qualifica di sicurezza necessaria per sapere questo?
— Non l’ha ricevuta. Presumo perciò che al nostro arrivo lei verrà assegnato in servizio permanente su Eros.
Il comandante strinse i denti. — Ma che razza di figlio di puttana è lei? — ringhiò. Ender pensò che le sue mani avrebbero afferrato Graff per il petto. — Io sono un pilota! E voialtri non avete nessun diritto di sbattermi su un pezzo di roccia!
Graff non batté ciglio. — Signore, sta cercando di convincere un ufficiale superiore a farle rapporto per insubordinazione? — L’altro gli volse le spalle di scatto. Dopo qualche momento lui continuò: — Non sono tenuto a offrirle la mia comprensione. Comunque, i miei ordini sono di requisire il mezzo di trasporto più veloce, e al momento questo è il suo. La consiglio di prenderla con filosofia. Del resto, la guerra potrebbe finire entro i prossimi quindici anni…
— Lo dica a mia moglie! È ausiliaria nella Sussistenza, a Orbit-Uno!
— … e al termine di questo periodo, ovviamente, la dislocazione dei nostri alti comandi non sarà più un segreto. Inoltre sarà bene che la informi sin d’ora che giunti a Eros il suo equipaggio non dovrà fare avvicinamento visuale, ma strumentale. Eros è stato oscurato, e la sua albedo è all’incirca quella di un buco nero. In quanto a sua moglie, sarà fatta salire a bordo di uno dei prossimi mezzi che seguiranno la nostra stessa rotta.
— Grazie — borbottò il comandante. — Anche a suo nome.
Occorse circa un mese di viaggio prima che il comandante del rimorchiatore tornasse a rivolgere la parola a Graff.
Il computer di bordo aveva una biblioteca limitata, libri e film il cui scopo non era tanto di fornire istruzione quanto divertimento all’equipaggio. Così, per ingannare il tempo dopo la colazione e gli esercizi fisici mattutini, Ender e Graff presero l’abitudine di chiacchierare. Sulla Scuola Ufficiali. Sulla Terra. Sull’astronomia, la fisica, o altri argomenti che il ragazzo desiderava approfondire.
E ciò che lui soprattutto voleva erano notizie sugli Scorpioni.
— Non ne sappiamo poi molto — gli disse Graff. — Non abbiamo mai potuto esaminarne uno vivo. Anche quando si riuscì a intrappolarne uno, disarmato e in apparenza sano, lui morì al momento della cattura. Perfino il lui è incerto: sembra infatti probabile che la maggior parte degli Scorpioni combattenti siano femmine, ma con organi sessuali atrofizzati o mai sviluppati. Non possiamo dirlo con certezza. Ciò che ti sarebbe più utile è la loro psicologia, e nessuno ha mai avuto la possibilità di intervistarne uno.
— Mi dica quello che sa, e forse riuscirò a ricavarne qualche dato utile.
Graff gliene parlò diffusamente. A detta degli studiosi, gli Scorpioni erano organismi che avrebbero potuto evolversi anche sulla Terra stessa, se nel periodo Cretaceo o nel Giurassico le cose fossero andate in modo diverso. A livello molecolare non presentavano sorprese; perfino il loro materiale genetico funzionava con gli stessi meccanismi. Ma non era un caso se agli occhi umani sembravano grossi insetti: benché i loro organi interni fossero più complessi e specializzati di qualunque altro insetto, ed avessero perso parte dell’esoscheletro per sviluppare un’autentica struttura ossea, la loro forma fisica riecheggiava ancora quella dei loro antenati, che probabilmente erano stato molto simili a formiche munite di pinze anteriori e coda aculeata. — Ma non confonderti con queste ipotesi — disse Graff. — Hanno la stessa plausibilità di quelle che potrebbero fare loro su di noi, se deducessero che gli uomini discendono dagli scoiattoli.
— Se è tutto qui quello su cui possiamo basarci, e pur sempre qualcosa - disse Ender.
— Gli scoiattoli non costruirebbero mai astronavi — osservò Graff. — Occorrerebbero troppi mutamenti sulla strada che corre fra il raccogliere noccioline e il raccogliere asteroidi o stabilire stazioni di ricerca sulle lune di Saturno.
Sembrava probabile che gli Scorpioni vedessero nello stesso spettro d’onde a cui erano sensibili gli occhi umani, poiché c’erano luci artificiali nelle loro astronavi e nelle istallazioni che costruivano al suolo. Le loro antenne dovevano essere vestigia sopravvissute all’evoluzione, e non sembravano possedere organi dell’udito né dell’odorato né recettori tattili o gustativi. — Ovviamente non possiamo esserne sicuri. Ma alla dissezione non risulta nessun organo capace di emettere suoni. E la cosa più strana è che sulle loro astronavi non è stato mai trovato alcun apparato per la comunicazione. Niente radio o TV, niente che potesse trasmettere o ricevere qualsiasi tipo di segnale.
— Comunicano da nave a nave. Ho visto i filmati, ed è chiaro che possono parlare fra loro.
— Vero. Ma corpo a corpo, mente a mente. Questa è la cosa più importante che abbiamo appreso di loro: la comunicazione, comunque essa avvenga, è istantanea. O immensamente superiore alla velocità della luce. Allorché Mazer Rackham sconfisse la loro flotta d’invasione, tutti gli altri distaccamenti o avamposti chiusero bottega. All’istante. Non fu diramato nessun segnale di carattere fisico. Ogni loro attività cessò.
Ender ripensò ai filmati che mostravano Scorpioni in apparenza sani che giacevano dove la morte li aveva colti.
— Fu allora che sapemmo, dinnanzi all’evidenza, che la comunicazione a velocità ultraluce era possibile. Questo accadde settant’anni fa. E una volta certi che la cosa poteva esser fatta, riuscimmo a realizzarla in pratica. Non io, intendo. Io non ero ancora nato.
Ender era stupefatto. — Com’è possibile una cosa simile?
— Non posso neppure cominciare a spiegarti la fisica filotica. È una scienza per metà ancora fuori dalla comprensione umana. Ciò che conta è che abbiamo costruito l’ansible. Il termine ufficiale è Comunicatore Istantaneo di parallasse Filotico, ma qualcuno ha tirato fuori il nome ansible da un vecchio romanzo e gliel’ha appioppato. Non che siano molti a conoscere l’esistenza di questo apparecchio.