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— Gli Scorpioni non parlano. Pensano insieme, ed è una cosa istantanea, come l’effetto filotico. Come l’ansible. Ma molta gente suppone che questo significhi solo una comunicazione codificata, come un linguaggio: io invio un pensiero a te, e tu trasmetti la risposta a me. Però non ho mai creduto che la cosa funzionasse così. Il loro modo di darsi risposte era troppo immediato. Hai visto i filmati. Fra loro non poteva esserci nessuno scambio di venute per stabilire il corso di un’azione. Ogni nave agiva come parte di un organismo singolo. Erano sempre coordinate come il tuo corpo quando stai lottando: parti diverse, ciascuna con il suo automatismo, collegate da un unico pensiero. Loro non hanno conversazione mentale, come fra due o più creature dai diversi processi psichici. Tutti i loro pensieri sono presenti, insieme e nello stesso istante.

— Un unico individuo, di cui ogni Scorpione è come una mano o un piede?

— Sì. Non fui io il primo a suggerirlo, ma a crederci davvero eravamo in pochi. Sembrava un’idea così semplicistica che gli xenobiologi furono molto cortesi e pazienti, dopo la battaglia, quando dovettero spiegarmi perché non poteva funzionare. Ma gli Scorpioni sono insetti. Come le api e le formiche da cui sembrano discendere: lo sciame, la regina, gli operai, i combattenti. Questa organizzazione l’avevano forse un milione di anni fa, ma è così che cominciarono, con uno schema sociale dal funzionamento perfetto. Ed è accertato che nessuno degli Scorpioni da noi sezionato aveva i mezzi per riprodursi. Dunque, quando evolsero la capacità di pensare insieme, perché non avrebbero dovuto tenere la loro efficientissima regina? Perché non avrebbero dovuto continuare ad accentrarsi intorno a questa meravigliosa macchina vivente? Perché avrebbero dovuto cambiare?

— Così è la regina che controlla l’intero gruppo.

— Ce n’è la prova. Non è una prova che tutti possano accettare, perché nella Prima Invasione non c’era una regina. Ma quella era una missione esplorativa. La Seconda Invasione invece doveva impiantare una nuova colonia; costruire un alveare, o qualcosa di analogo.

— E perciò si portarono dietro una regina.

— Vediamo i filmati della Seconda Invasione, quando distrussero la nostra flotta fuori dal sistema solare. — Mazer fece apparire le immagini sullo schermo e gli indicò la formazione nemica. — Mostrami la nave della regina.

Era problematico. Per un bel po’ Ender non riuscì a distinguerla. Le astronavi degli Scorpioni continuavano a spostarsi secondo schemi complessi, nei quali non c’era un centro evidente né una nave con palesi caratteristiche da ammiraglia. Ma pian piano, mentre Mazer continuava a far scorrere le stesse immagini, Ender cominciò a intuire che ogni spostamento era focalizzato attorno a un punto che risultava il meglio difeso. Il punto mutava posizione in modo ingannevole, tuttavia concentrando l’attenzione su di esso si capiva che quella nave particolare continuava ad essere l’occhio della flotta. Ender la indicò.

— L’hai vista! — esclamò Mazer. — L’hai vista! E con te fanno due, fra tutti quelli che hanno esaminato i film, che sono riusciti a identificarla. Gli Scorpioni la mimetizzano con un’astuzia maledetta.

— Riescono a farla manovrare come fosse una nave qualsiasi.

— Ma non dimenticano un istante che quello è il loro punto debole.

— Lei ha ragione. Quella è la nave della regina. In tal caso, però, vien da pensare che quando lei la prese di mira le altre avrebbero dovuto focalizzare a sua difesa tutto il loro potere distruttivo. Avrebbero dovuto scaraventarvi fuori dallo spazio.

— Lo so. Ed è questo che ancora non capisco. Non è che non tentassero di fermarmi: fra raggi e missili me ne inviarono addosso una gragnuola. Ma fu come se non riuscissero a capacitarsi, finché non fu troppo tardi, che io avrei veramente ucciso la regina. Forse nel loro mondo è inconcepibile che una regina possa essere aggredita, o catturata, o addirittura soltanto infastidita. Io feci qualcosa che loro si aspettavano dal nemico in via soltanto teorica, irreale.

— E quando lei morì, tutti gli altri morirono.

— Niente affatto. Morì solo la loro capacità di pensare. Sulla prima nave di cui salimmo a bordo gli Scorpioni erano ancora vivi. Organicamente. Ma non si muovevano, non rispondevano a nessuno stimolo, non reagirono neppure quando i nostri scienziati ne presero alcuni per vivisezionarli. Dopo qualche ora morirono tutti. Niente più volontà. Non resta niente in quei loro cervelli, quando il contatto con la regina è troncato.

— Perché lei non è stato creduto?

— Perché non trovammo nessuna regina.

— Se era finita in pezzi…

— Fortune e sfortune della guerra. Io capisco chi agisce senza tener presente la mia opinione. La sopravvivenza impone certi comportamenti, e le ipotesi biologiche vengono in seconda linea. Ma altri si sono avvicinati alle mie deduzioni. Non si può vivere su questo asteroide senza sbattere la faccia su certe prove.

— Che prove possono mai esserci, qui su Eros?

— Ender, guardati attorno. Non sono stati gli esseri umani a scavare questo posto. Noi abbiamo bisogno di soffitti più alti, per dirne una. Questo era l’avamposto degli Scorpioni. E l’affitto ci è costato caro. Oltre mille marines morirono per ripulirlo stanza dopo stanza, tunnel dopo tunnel. Gli scorpioni ne difesero ferocemente ogni palmo.

Ora Ender capiva perché le dimensioni dei locali gli erano apparse sbagliate. — Sentivo che questo posto aveva qualcosa d’inumano.

— Per noi fu lo scrigno del tesoro. Se avessero sospettato che il loro tentativo si sarebbe concluso con la nostra vittoria, probabilmente non avrebbero mai costruito e attrezzato questo posto. Noi imparammo a manipolare la gravità perché qui trovammo apparecchiature capaci di controllarla. Imparammo a sfruttare appieno l’energia solare perché furono loro a oscurare questo pianetino. E in realtà fu proprio questo che ci consentì di scoprirli: in un periodo di tre giorni Eros scomparve gradualmente da tutti i telescopi. Mandammo un rimorchiatore a indagare, e subito se ne capì il motivo. Le telecamere trasmisero alla Terra dozzine di scene, incluse quelle che accaddero quando gli Scorpioni abbordarono il rimorchiatore e fecero a pezzi l’equipaggio. Continuarono a funzionare mentre gli invasori esaminavano macchine e locali, e si spensero soltanto quando smantellarono infine tutto quanto. Il loro fu uno sbaglio… non possedevano attrezzature studiate per trasmettere segnali, e una volta morto l’equipaggio certo non sospettarono che qualcuno continuava a osservarli.

— Perché sterminarono l’equipaggio?

— E perché dovevano avere scrupoli? Per loro, perdere alcuni membri del gruppo è come per noi tagliarci le unghie. Niente di tragico e di immorale. Probabilmente pensarono che ammazzandoli non facevano altro che interrompere le loro comunicazioni con noi. Non eliminavano un essere senziente, indipendente, con un suo personale diritto al futuro e alla procreazione. L’assassinio deve avere scarso peso per loro. Soltanto l’uccisione di una regina è un delitto, perché eliminandola si annienta sia l’alveare che il suo intero bagaglio genetico.

— Così si può dire che loro non sanno quello che fanno.

— Non cercargli delle scuse, Ender. Solo perché non capiscono cosa significa uccidere essere umani, non vuol dire che siano degli innocentini. Abbiamo il sacrosanto diritto di difenderci con ogni mezzo, e la sola difesa buona è di annientarli prima che annientino noi. Così tu la devi pensare. In tutti gli scontri che abbiamo avuto, loro hanno ucciso migliaia e migliaia di esseri viventi. E quel che noi abbiamo fatto in due guerre è stato di ammazzarne uno solo.

— Se lei non avesse eliminato la regina, Mazer, avremmo perso la guerra?

— Direi che avremmo avuto non più di tre o quattro probabilità su dieci. Sono ancora convinto che avrei ridotto molto male quella flotta, prima che spazzassero via le mie navi. Loro avevano maggiore coordinazione tattica e un’enorme potenza di fuoco, ma anche noi avevamo qualche vantaggio. Ogni nostra nave, ogni piccolo astrocaccia, contiene un essere umano che pensa col suo cervello. Ognuno di noi può trovare soluzioni diverse e originali allo stesso problema tattico. Loro possono intervenire con una sola soluzione alla volta. Gli Scorpioni pensano in fretta, ma è il pensiero di un’unica creatura contro molte. Anche quando alcuni dei nostri comandanti, durante la Prima Invasione, persero delle battaglie a causa dell’indecisione e della stupidità, molti dei loro subordinati riuscirono a infliggere grosse perdite alla flotta degli Scorpioni.