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«A est della diga?» ripeté più forte.

«Conosci bene il lago» disse Eddie, bevendo un altro sorso della sua birra calda, assaporandone visibilmente ogni goccia.

«So perché hai ucciso tutte quelle persone, Eddie.»

«No che non lo sai.»

«Ci ho riflettuto a lungo. Tyler, Canney, Junior, Sally. E Hinson e Pembroke per metterci fuori strada. Sfalsato di un minuto, giusto? Di una sola tacca.»

«Non sai un cazzo.»

«Tuo padre era un uomo orribile, Eddie. So che è stato lui a portarti a questo punto. Hai ucciso per colpa sua, per quel che ha fatto a tua madre, e a tuo fratello.»

Eddie gli puntò la pistola alla tempia. «Ho detto che non sai un cazzo di niente del perché l’ho fatto.»

King si morse il labbro inferiore, cercando disperatamente di mantenere i nervi saldi, il che non era affatto una cosa facile in quel momento. «Okay, e se me lo spiegassi tu?»

«Che importanza ha, Sean? Sono uno psicopatico, okay? Se non mi arrostiscono su una sedia elettrica dovrebbero rinchiudermi in una segreta e buttar via la chiave. O lasciare che qualcuno mi sventri con un coltello mentre dormo nella mia cella. Allora tutti potrebbero tirare un bel sospiro di sollievo. Niente più Eddie. Che bello, Eddie non c’è più, e il mondo potrebbe andare avanti come prima.» Fissò un momento King e sorrise. «Ehi, se non altro quando morirai tu ci sarà un mucchio di gente che piangerà a calde lacrime la tua fine. Io non ho nessuno.»

«E Dorothea?»

«Già, certo.»

«Tua madre lo farà.»

«Credi davvero?»

«Tu no?»

Eddie scosse il capo. «Non entriamo nel merito.»

«Raccontami di Steve Canney.»

«Che cosa c’è da dire?»

«Sei un uomo rispettabile, Eddie. Avresti dovuto vivere centocinquant’anni. Perciò concedi a questo condannato a morte il suo ultimo desiderio. Raccontami tutto.»

Eddie finalmente si abbandonò a un sorriso. «Che diavolo! Okay, d’accordo. Risale a quand’ero all’università. I miei genitori erano di nuovo ai ferri corti. Savannah aveva solo due anni e papà era già stanco di lei. Sapevo che quel bastardo scopava ancora in giro. Lo seguii e lo scoprii insieme alla signora Canney. Quando le nacque il figlio, una notte entrai di nascosto all’ospedale, controllai la cartella clinica del neonato e il suo gruppo sanguigno. Roger Canney non era suo padre. Io sapevo chi era.»

«Savannah era figlia di Bobby e Remmy?»

«Oh, sì. Penso che papà fosse convinto che mamma stavolta avrebbe veramente divorziato. Così tutt’a un tratto si ritrovò incinta. Se il sesso sia stato consensuale o meno, dovresti chiederlo a lei.»

«Perché diavolo non hanno semplicemente divorziato?»

«La moglie di Bobby Battle che abbandona il marito? Quel tirannico maniaco non l’avrebbe mai permesso. Sarebbe stato un chiaro segno di fallimento. Il grande Bobby Battle non falliva mai. Mai!»

«Tua madre avrebbe potuto divorziare comunque, se avesse voluto.»

«Suppongo che non lo volesse.»

King rifletté se fosse il caso o meno di porre la domanda successiva, e giunse alla conclusione che quella poteva essere l’unica possibilità che aveva. Stava anche pensando che più a lungo continuava a far parlare Eddie, più a lungo lui e Sylvia sarebbero rimasti vivi. E chissà, forse poteva anche riuscire a convincerlo a lasciarli vivere. «Perché non hai ucciso il bambino, Eddie? Tommy Robinson.»

«Ho pensato che il bambino avrebbe incastrato suo padre, facilitandomi la vita.»

«Andiamo, non potevi esserne sicuro.»

«Sicché non c’era alcun motivo per ucciderlo. E allora? Credi che questo mi renda un boy scout solo perché non me la sono sentita di sgozzare un bambino puzzolente? Hai visto che cosa ho fatto a Sally. Che cosa cazzo mi aveva fatto, in fondo, eh? L’ho sfigurata fino a maciullarle le ossa della faccia.» Eddie abbassò lo sguardo e tirò indietro leggermente la manetta, diminuendo la velocità.

Il temporale si faceva sempre più violento con il passare dei minuti, e persino il FasTech aveva difficoltà a solcare le onde, che si erano ormai fatte enormi. La Formula fabbricava alcuni dei migliori motoscafi al mondo, e King pregò che il fiberglass con cui era costruita quell’imbarcazione resistesse alle tremende sollecitazioni che stava subendo. Eppure a ogni minuto che passava rischiavano che un fulmine li incenerisse appiccando il fuoco al serbatoio della benzina.

«E Junior?»

«Per quell’omicidio mi sentii veramente un verme. Quell’idiota di Sally! Perché non aveva rivelato subito con chi era quella notte? Maledizione, Junior mi era simpatico.»

«Non le avrebbe mai permesso di raccontare la verità. Non voleva ferire sua moglie.»

«Vedi? È sempre meglio dire la verità. Se lo avessero fatto sarebbero ancora vivi.» Eddie succhiò l’ultima goccia di birra dalla lattina, e la lanciò nell’acqua. Ruotò la testa da una parte all’altra, in cerchio, allentando la tensione nei muscoli del collo. «Anche tu hai ucciso della gente, Sean.»

«Solo quando stavano cercando di ammazzarmi.»

«Lo so. Non ti stavo considerando alla mia stregua. Come ti sentivi, un istante prima di vederli esalare l’ultimo respiro, sapendo di essere stato tu?»

Lì per lì King pensò che Eddie volesse solo fare il cinico, ma quando notò il suo sguardo fisso, perso nell’oscurità davanti a loro, comprese esattamente ciò che Eddie in realtà gli stava chiedendo.

«Mi sentivo come se una parte di me stesse morendo insieme a loro.»

«Immagino che sia in questo che tu e io siamo diversi.»

«Vuoi dire che a te invece piaceva?»

«No, voglio dire che io invece ero già morto quando ho cominciato a uccidere.» Eddie flette le braccia e scosse il capo per schiarirsi le idee. «Non sono sempre stato come sono adesso. Non avevo mai fatto del male a nessuno. Non sono mai stato uno di quegli uomini che cominciano da bambini a torturare gli animali fino a commettere atti atroci sugli esseri umani. Il genere di bestie di cui Chip Bailey parlava in continuazione.»

«Non ho mai pensato che tu fossi un mediocre serial killer.»

«Sul serio?» Eddie sorrise. «Volevo giocare nella National Football League. Ero abbastanza in gamba, un ottimo giocatore all’università. Avrei potuto farcela a diventare professionista. Be’, forse ce l’avrei fatta o forse no. Forte come un toro, buone gambe e odiavo perdere… Dio se lo odiavo! Ma non andò così, non era nelle carte. Hai ragione, sai? Sono nato nel secolo sbagliato. L’Ottocento mi sarebbe andato a meraviglia. Al giorno d’oggi mi sento maledettamente perso.»

«Quando hai scoperto la verità su tuo fratello?»

Eddie rivolse lo sguardo verso King e poi dietro di sé, dove Sylvia si era di nuovo seduta sul bordo del divanetto di poppa. Tornato con lo sguardo su King, disse lentamente: «Perché me lo chiedi?».

«Perché ritengo che tutto abbia avuto origine da lì.»

«Oh, che cosa sarebbe questa? La mia scusante?»

«La maggior parte degli uomini al posto tuo invocherebbe una giustificazione, una difesa legale, qualcosa che spieghi il loro comportamento.»

«Allora io non rientro nella maggioranza.»

«La sifilide. Quando scopristi che si trattava di questo?»

Eddie tirò ancora un po’ indietro la manetta e il FasTech rallentò a trenta nodi. Ancora veloce, ma almeno le eliche del motoscafo non emergevano dall’acqua ogni duecento metri.

«A diciannove anni» disse Eddie lentamente, contemplando ancora in lontananza oltre la prua come assorto in un calcolo mentale per determinare la posizione. «Non sapevano che l’avevo scoperto. Non facevano altro che raccontarmi un sacco di menzogne sul motivo della morte di mio fratello. Ma io avevo scoperto la verità. Già, proprio così. Non mi avrebbero fatto ingoiare quelle balle. Assolutamente.»