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«Perciò lo scopristi pochi mesi prima dell’idea del rapimento.»

Eddie sorrise. «Stento a credere di essere riuscito a mantenere il segreto per tutti questi anni. Immagino che Chip si sia stupito parecchio.»

«Puoi dirlo forte.» King lanciò un’occhiata a Sylvia, ma la donna stava semplicemente fissando spaventata il lago nero, sobbalzando a ogni lampo e a ogni tuono. Le onde erano talmente alte che King aveva lo stomaco sottosopra. Respirando a pieni polmoni represse lo stimolo impellente di vomitare e chiese: «Non affrontasti mai tuo padre in merito?».

«Sì, e con quale risultato? Lui era l’indomabile Bobby Battle. Quel bastardo non poteva sbagliare. Mai e poi mai avrebbe ammesso con suo figlio ciò che aveva fatto. Si era scopato tutte le puttane che gli capitavano a tiro, si era beccato il regalino, lo aveva portato a casa, aveva ucciso Bobby Jr, e non gliene importava un accidente. Non mi sorprese affatto. Non gliene fregava un cazzo di aver ucciso il sangue del suo sangue. Un dannato cervello in pappa, gli occhi fuori dalle orbite, i denti marci. Nei suoi ultimi anni di vita Bobby Jr fu sempre angosciato e sofferente, e sottolineo sempre. Era come se qualcuno avesse preso quello stupendo quadro e ci avesse sfregato sopra dell’acquaragia. Io sapevo che Bobby Jr era ancora là, ma non riuscivo più a guardarlo.» Eddie batté rapidamente le palpebre. «Ogni santo giorno, amico, vedevo che si rovinava sempre più. Quando cominciò a stare veramente male dissi di portarlo dal medico. Maledizione, aiutate Bobby, aiutatelo. Vi prego! Ma non lo fecero mai. Ero solo un ragazzo, dissero. Non capivo, dissero. Capivo eccome, amico. Avevo capito tutto. Solo che per Bobby ormai era troppo tardi.»

«Ho sentito che tuo fratello era un ragazzo meraviglioso, nonostante tutte le sue sofferenze e le sue angosce.»

Eddie si illuminò in volto. «Avresti dovuto vederlo, Sean. Era un ragazzo dolcissimo. Era tutto ciò che io non ero. Prima che andasse via di testa era intelligente, amico, realmente intelligente. Mi rimproverava, mi aiutava, si prendeva cura di me. Era il mio fratellone. Non c’era nulla che non avremmo fatto l’uno per l’altro. Quanti bei momenti abbiamo passato insieme!» King restò in silenzio a osservare le lacrime rigare il volto di Eddie e mescolarsi alla pioggia. «E poi cominciò semplicemente a stare male, e a peggiorare sempre più. Finalmente la mamma si decise a portarlo da uno specialista. Non mi disse mai ciò che il dottore le aveva riferito, ma Bobby continuò a peggiorare. Morì quattro giorni dopo il nostro diciottesimo compleanno. Papà era lontano da casa per lavoro. Mamma non entrò neppure in camera. Io restai abbracciato a lui, lo tenni stretto finché non morì, e poi rimasi abbracciato a lui finché non mi costrinsero a lasciarlo.» Si interruppe un istante e poi soggiunse: «Bobby è stato l’unico vero amico che io abbia mai avuto. È l’unica persona che conosco che mi abbia mai amato veramente.»

«Hai detto che la reazione di tuo padre non ti stupì affatto. Ci fu qualcos’altro che ti sorprese?»

«Vuoi proprio sapere che cosa mi sorprese più di tutto? Ti interessa veramente?»

In quel preciso istante Eddie Battle sembrava un bambino disperatamente ansioso di condividere un segreto tenuto nascosto per anni.

«Sì, mi interessa davvero.»

«Che mia madre, la mia cara mamma rigida come un palo d’acciaio, non alzò un dito per salvare suo figlio. Il suo dannato figlio, capisci? Spiegami com’è possibile. Dimmelo tu.»

«Non lo so, Eddie. Non so perché.»

Eddie emise un profondo respiro liberatorio. «Benvenuto nel club.» Un istante dopo diminuì ulteriormente la velocità. «Okay, siamo arrivati.» Mentre il motoscafo rallentava, King si guardò intorno per vedere se riusciva a riconoscere dove si trovavano. Era buio pesto e il suo senso dell’orientamento era completamente sfasato, eppure quel punto del lago aveva qualche cosa che gli sembrava familiare.

Eddie estrasse un coltello dalla sua sacca a tenuta stagna e lo puntò contro King, il quale si ritrasse spaventato.

«Non farlo, Eddie. Possiamo farti curare.»

«Non c’è cura che mi possa guarire, Sean, ma ti ringrazio comunque per l’offerta.»

Sylvia strillò alle loro spalle. «Ti scongiuro, Eddie, non farlo.»

Eddie la fissò un momento, poi all’improvviso sogghignò e le fece segno di avvicinarsi. Quando Sylvia non si mosse, impugnò la pistola. «Il prossimo proiettile te lo pianto dritto nel cervello, dottoressa. Sbrigati a venire qui.»

Sylvia si fece avanti saltellando, tremante di paura. Eddie recise con il coltello il filo con cui era legata e la spinse giù per la scaletta nella cabina di prua, chiudendo il portello alle sue spalle. Poi infilò la lama del coltello sotto il filo che legava i piedi a King e tagliò di netto anche quella.

«Scendi e vai dietro alla barca, Sean» disse. Per essere più convincente, gli piantò la canna della pistola nelle costole.

«Che cosa vuoi fare, Eddie?»

«Solo tornare al punto di partenza, amico. Al punto di partenza. Ora scavalca il parapetto e gira dietro.»

«Hai intenzione di spararmi qui o mentre sono in acqua?»

Per tutta risposta Eddie prese il coltello e tagliò il filo che legava i polsi a King, liberandolo. King lo guardò confuso.

«Non capisco, Eddie.»

«Già, non lo capisci, dato che viene da me.» Con una brusca spinta Eddie colpì King al torace con uno dei suoi possenti avambracci. King cadde all’indietro e piombò nel lago, finendo sott’acqua.

Eddie si precipitò ai comandi, spinse avanti bruscamente la manetta di accelerazione e il FasTech partì a razzo prima ancora che King avesse il tempo di ritornare a galla.

Quando riemerse in superficie, vide il FasTech compiere una virata circolare e dirigersi dritto verso di lui.

King si voltò e cominciò a nuotare per allontanarsi. Perché quel bastardo non gli aveva sparato un colpo in testa e non l’aveva fatta finita? Perché investirlo in acqua con il motoscafo? Mentre il FasTech gli si avventava contro, King riuscì quasi a immaginare le eliche che gli mordevano la carne, maciullandolo e arrossando l’acqua con il suo sangue.

All’ultimo istante il motoscafo compì una virata e gli passò accanto. Eddie gli gridò: «Grazie per avermi chiesto di mio fratello, Sean. Ti ha salvato la vita. Te ne auguro una come si deve».

Il motoscafo si allontanò rombando, trasformandosi rapidamente in un puntino sopra il lago prima di sparire completamente nell’oscurità.

King urlò: «Sylvia! Sylvia!», ma fu inutile. Si voltò, si guardò intorno, e finalmente comprese perché quel punto del lago gli sembrasse tanto familiare. Il pontile che ora stava guardando era il suo pontile. Erano nella sua insenatura. E il suo motoscafo era ormeggiato proprio là.

Ma il FasTech era già lontano e non si vedeva più. Come avrebbe potuto ritrovarli in tempo?

E solo in quel momento capì che cosa avesse voluto dire Eddie. Al punto di partenza. Sta tornando al punto di partenza.

Nuotò verso il pontile con tutte le sue forze.

97

Michelle stava volando nell’oscurità ai comandi del Sea Ray, diretta verso la casa di Sylvia, quando Williams le andò vicino.

«Abbiamo perso il collegamento col tuo cellulare» la informò in tono depresso.

«Probabilmente è dovuto al temporale.»

«Già, è probabile» disse.

Michelle alzò gli occhi al cielo. «Non vedo nessun elicottero.»

«Maledizione, Michelle, con questo tempaccio? Che cosa ti aspettavi? Non si può pretendere che un mucchio di persone rischino la pelle in questo modo.»

«Perché no? Ho trascorso nove anni della mia vita a fare la stessa cosa quando ero nel Servizio segreto!»

«Stiamo facendo il possibile…»