Michelle annuì. «In quest’ultimo caso, allora, si tratta di un uomo a cui non mancano i muscoli. Nell’omicidio dei due adolescenti l’assassino potrebbe averli seguiti sul promontorio oppure averli aspettati direttamente sul posto.»
«Be’, quella zona è rinomata per i guardoni, ammesso che si chiamino ancora così» commentò Williams. «Entrambe le vittime erano nude. È per questo che penso che forse sia stato qualche ragazzo che la Pembroke aveva piantato di recente o uno sbarbato geloso di Canney. La sconosciuta trovata nel bosco sarà il caso più tosto da risolvere. È lì che mi servirà maggiormente il vostro aiuto.»
King rifletté in silenzio per qualche secondo, poi disse: «L’orologio al polso della vittima nel primo omicidio… l’hai notato o no, Todd?».
«Be’, mi è sembrato un po’ troppo grosso e ingombrante per la ragazza.»
«Sylvia ha detto che il braccio con l’orologio era stato piegato e sorretto di proposito con un rametto biforcuto.»
«Non può affermarlo con assoluta certezza.»
«Ho notato che l’orologio era regolato sull’una» proseguì King.
«Esatto, ma si era fermato, oppure il perno della corona è stato tirato accidentalmente.»
King lanciò un’occhiata a Michelle. «Hai notato la marca dell’orologio?»
Williams lo fissò con curiosità. «La marca dell’orologio?»
«Era uno Zodiac: il marchio è un cerchietto con un crocino, come un mirino.»
Per poco Williams non si versò il caffè sulla camicia. «Uno Zodiac!»
King annuì. «Inoltre era un orologio da uomo. Penso che sia stato l’assassino a metterlo al polso della donna.»
«Uno Zodiac» ripeté Williams. «Stai forse dicendo…?»
«Il vero serial killer dello Zodiaco operava tra il 1968 e il 1969 nella Bay Area, a San Francisco e Vallejo» rispose King. «Credo che sia un un po’ troppo vecchio. Ma ci sono stati almeno altri due emuli, uno a New York e l’altro a Kobe, in Giappone. Il killer dello Zodiaco di San Francisco indossava un cappuccio nero da boia ricamato con due rette disposte a croce al centro di un cerchio, lo stesso simbolo che compare su ogni orologio Zodiac. Ha lasciato anche un orologio sulla sua ultima vittima, un tassista, se non ricordo male, sebbene non fosse uno Zodiac. Tuttavia, l’uomo sospettato di essere il serial killer di San Francisco possedeva un orologio Zodiac. Si ritiene che sia da lì che abbia preso l’idea per il marchio con la croce inscritta in un cerchio che portava sul cappuccio da boia e che gli ha fruttato il soprannome: il “San Fran Zodiac”. Il caso non è mai stato risolto.»
Williams si sporse in avanti sulla sedia. «Senti, queste in effetti sono semplici supposizioni. È un’ipotesi alquanto azzardata.»
Michelle volse lo sguardo verso il suo socio. «Sean, pensi davvero che si tratti di un imitatore?»
Lui alzò le spalle. «Se due persone hanno copiato il primo, chi mai può dire che una terza non potrebbe aver fatto lo stesso? Il killer dello Zodiaco di San Francisco scriveva ai rotocalchi in un codice che alla fine la polizia era riuscita a decifrare. Le lettere in codice rivelarono che l’assassino traeva ispirazione da un racconto breve intitolato Il gioco più pericoloso. È una storia basata su delle elaborate tecniche di caccia all’uomo.»
«Un gioco di caccia all’uomo?» ripeté Michelle lentamente.
King domandò: «I corpi trovati sull’auto portavano l’orologio?».
Williams aggrottò le sopracciglia. «Aspetta un attimo, Sean, come ho già detto sono due omicidi completamente diversi da quello della donna del bosco. In questo caso è stato usato un fucile, con cartucce a pallettoni e… be’, non so ancora come sia morta la sconosciuta del bosco, ma non è stato di certo con una fucilata, poco ma sicuro.»
«Ma avevano l’orologio o no?»
«D’accordo, sia la ragazza che il ragazzo portavano l’orologio. E allora? È un delitto?»
«E non hai notato se erano degli Zodiac?»
«No, non ci ho badato. Ma in fondo non l’avevo neppure notato nel caso della sconosciuta del bosco.» Il capo della polizia si interruppe brevemente per riflettere. «Anche se il braccio di Canney in effetti era come appoggiato appositamente sul cruscotto.»
«In modo che puntasse verso l’alto, intendi?»
«Può darsi» concesse Williams cautamente. «Ma era stato colpito da una fucilata a bruciapelo. Inutile dire come un impatto del genere possa averlo scaraventato malamente all’indietro.»
«Gli orologi funzionavano entrambi?»
«No.»
«Che ora segnava l’orologio di Janice Pembroke?»
«Le due.»
«Le due precise?»
«Credo di sì.»
«E l’orologio di Canney?»
Williams estrasse di tasca il suo taccuino e voltò alcune pagine, finché non trovò quel che cercava. «Le tre» disse nervosamente.
«L’orologio era stato colpito dalla rosa dei pallettoni?»
«Non saprei» ribatté Williams. «Suppongo ce lo possa dire Sylvia.»
«E quello della ragazza?»
«Sembra che sia stato colpito da alcuni frammenti di vetro del parabrezza.»
«Eppure il suo orologio segnava le due, e quello di Steve Canney le tre» disse Michelle. «Se l’orologio della ragazza si è fermato alle due quando è stata uccisa dalla fucilata a bruciapelo, come potrebbe quello del ragazzo essersi fermato alle tre senza essere stato colpito da nulla?»
Williams continuò a restare sulla difensiva. «Suvvia, a parte questa faccenda degli orologi — che non mi convince più di tanto —, non vedo alcun collegamento tra i casi.»
Michelle scosse il capo testardamente. «L’omicidio del bosco è stato il numero uno, Janice Pembroke il numero due e Steve Canney la vittima numero tre. Non può essere solo una coincidenza.»
«È assolutamente necessario che controlli se gli orologi di Steve Canney e Janice Pembroke erano Zodiac» disse King a Williams in tono deciso.
Williams usò il proprio cellulare per fare alcune telefonate. Quando ebbe finito aveva l’aria confusa.
«L’orologio trovato al polso di Janice Pembroke era il suo, un Casio. Sua madre ha confermato che era quello solitamente indossato dalla figlia. Ma il padre di Canney mi ha detto che suo figlio non portava mai l’orologio. Ho verificato con uno dei miei agenti. L’orologio trovato al polso di Steve Canney era un Timex.»
King si incupì. «Perciò nessun orologio di marca Zodiac. Ma quello di Canney forse è stato lasciato dall’assassino, come con ogni probabilità è successo anche nel primo omicidio. Se non ricordo male, anche il San Fran Zodiac commise un omicidio in un luogo di ritrovo per innamorati. La maggior parte, se non tutti i suoi omicidi, furono commessi nelle vicinanze di fiumi o laghi, o in località il cui toponimo derivava dall’acqua.»
«Il promontorio a scogliera su cui sono stati uccisi Janice Pembroke e Steve Canney sovrasta il Cardinal Lake» ammise Williams a malincuore.
«E nemmeno la sconosciuta del bosco era molto lontana dal lago» fece notare Michelle. «Non si deve far altro che scavalcare la sommità della collina su cui l’abbiamo trovata per accedere direttamente a un’insenatura.»
«Quel che farei io, Todd» disse King «è cominciare a lavorare sulla traccia dell’orologio Zodiac. L’assassino deve pur averlo comprato da qualche parte.»
Williams si stava osservando le mani, con le sopracciglia aggrottate.
«Cosa c’è?» chiese Michelle.
«Sul pavimento dell’auto di Canney si trovava un collare per cani. Abbiamo semplicemente dedotto che appartenesse al ragazzo. Ma suo padre mi ha detto che non possiedono cani.»
«Non potrebbe essere appartenuto a Janice Pembroke?» domandò King, ma Williams scosse prontamente il capo.