“Vuoi scalare la collina successiva? Perché? È quasi uguale a qui. Ti chiedi cosa siano le stelle? Sono dei mondi. E allora? Vuoi sapere per quale motivo quell’uomo fa quella data cosa? Perché? Non te ne viene niente. Se anche tu vuoi farlo, fallo, non importa a nessuno. Perché? Perché? Perché? Non sembra esserci alcuna forza nel mondo. La gente non vuole costruire, non vuole nemmeno distruggere. C’è una donna con un bambino, ai piedi della montagna. Pensa di dover prendersi cura di lui, il che è già qualcosa. Ma sapete cos’ha fatto? Se n’è rimasta lungo la strada e ha ucciso il nostro cavallo. Potrebbe andare fino a Hawkeyrie e trovare cibo, latte per il bambino, ma non le importa abbastanza per farlo. Sta dove sta, e lì rimane. Che vita ‘è’ questa?
“Questo è il mondo in cui sono nato ma non è il mio mondo, forse quello di Matthew. Mio fratello maggiore potrebbe vivere in una fogna e non accorgersi del fetore, ma io no. Quando ho sentito parlare di voi, pensavo di aver trovato il modo per andarmene da qui, per tornare al tempo in cui il genere umano viveva, in cui essere un uomo significava qualcosa di più che essere un vegetale.
“E che cosa scopro? Che voi non potete portarmici, che potete solo andare in un futuro che non potrà mai esistere. Tutta la razza umana è un cadavere che respira, e io devo guardarlo putrefarsi e morire con esso pur essendo l’unico sciocco a provarne dolore. Potrò trovare una vita qui? No, non tra gente che vive solo per delle illusioni. Che felicità è quella che deriva solamente dalla follia e dall’inganno? Da anelli e droghe e nulla di reale? Non fa per me. Io sono “reale” e voglio cose reali.
“Oh, sì, potrei predicare ciò in cui credo. Potrei provare a istruire la gente. Ma anche questa è, o sarebbe, illusione: un fanatico vagabondo che minaccia la dannazione per tutti quelli che non credono. Ma davvero pensate che qualcuno lo starebbe a sentire? E poi io non voglio cambiare nessuno. Perché dovrebbero cambiare loro quando il problema è in me? Loro sono felici! Sono io a non esserlo. Io! Loro hanno raggiunto ciò che volevano, mentre io non posso nemmeno cominciare a cercarlo. La loro felicità li sta uccidendo. E io morirò per la mancanza di una mia felicità.”
— In un certo senso hai ragione — disse l’uomo che viaggiava nel tempo. — Tu non puoi avere tutto quello che gli altri hanno ottenuto. Non è giusto. Ma a quale giustizia puoi appellarti? Così stanno le cose e non c’è via d’uscita. Non si può tornare indietro!
USCITA. Dall’altra parte della porta. A senso unico. “Povera Lucciola” pensai. “Povera piccola Lucciola.” “Non importa quale sia o non sia il vostro nome, signore. È impossibile.”
— Non si può tornare indietro — ammise John senza tradire la minima emozione.
“Piangi, sciocco, piangi!” avrei voluto gridare, ma non era da lui sfogarsi. John sarebbe morto senza una lacrima.
— C’è una cosa — disse l’uomo che viaggiava nel tempo.
— Cosa?
Non osai nemmeno sperare.
— Il Genere Umano si sta spegnendo perché la razza ha esaurito il suo potenziale. Non è rimasto più nulla, il tempo ha fatto il suo corso. Ma mentre l’umanità muore, si va formando qualcosa di “nuovo”, un nuovo essere. Non un nuovo uomo, non un Homo superior, come abbiamo vanamente immaginato, ma qualcosa di alieno. Qualcosa di tanto lontano dall’uomo quanto l’uomo è lontano dal dipnoo.
— L’Uomo Futuro — disse John.
— L’Uomo Futuro. Non puoi essere uno di loro, ma puoi aiutarli. Puoi preparare loro la strada. Puoi prolungare la morte dell’uomo, così che dalla sua morte nasca una nuova vita. Non più tempo per noi… solo esistenza. Ma all’Uomo Futuro tutto il tempo del mondo potrebbe essere solo appena sufficiente. Dobbiamo mantenere in vita la razza umana, dobbiamo dare all’Uomo Futuro il tempo di nascere e maturare. Possiamo essere “d’aiuto”, Lucciola, possiamo fare qualcosa.
“Quando sono venuto qui dal passato, mi aspettavo di trovare la razza umana assorta a quella che credevo la sua vera grandezza. Ma sono stato accecato dal mio orgoglio. Non esiste una simile grandezza: sono andato sempre più avanti nel tempo e l’ho trovata sempre meno. Ma adesso non andrò oltre, Lucciola. Da oggi alla mia morte, i giorni e le notti possono passarmi accanto seguendo il loro ritmo, perché ho trovato il luogo dove riposare.”
— Con la Confraternita dell’Uomo Futuro — disse John con disprezzo. — Con le loro mire. Con le loro aspirazioni. Quelli sono tutto ciò che questo mondo contiene. Tutto ciò che potrebbe significare qualcosa per me e per voi. — Rimase in silenzio per un istante. — Non sono sufficienti — concluse.
— Sono l’unica cosa disponibile.
— Io sono la Lucciola — disse. — Emano la mia luce.
— In questo caso — decretò con rammarico l’uomo che viaggiava nel tempo — non c’è altro da dire.
— No — ammise John.
Si alzò e si avviò lentamente per la discesa lasciandosi alle spalle i sogni infranti. Non lo seguii: non voleva il genere di maldestra consolazione che il saggio fratello Matthew avrebbe potuto offrirgli.
Guardai l’uomo dritto negli occhi.
— Ritornerà — disse l’uomo che viaggiava nel tempo. — Laggiù sono soltanto persone felici, ma lui non potrà mai essere uno di loro.
10. Il viaggiatore nel tempo
Ritornai insieme all’uomo che viaggiava nel tempo alla sua piccola capanna e aspettai con lui fino a notte fonda. L’uomo mi ignorò per la maggior parte del tempo. Si cucinò un pasto sulla vecchia stufa e non si offrì di dividerlo con me. Desideravo andarmene, cosa che ovviamente si augurava anche lui, ma non volevo trovare John troppo presto, e avevo molta più considerazione per i sentimenti di John che non per quelli dell’uomo che lo aveva tranquillamente torturato con sagge parole e nessuna speranza.
Alla fine però l’uomo divenne più ospitale e bevemmo insieme del vino. Ormai aveva terminato di cenare e gli restava ben poco da fare se non sedersi davanti al fuoco. Non mi diedi la pena di chiedergli cosa ci facesse lassù, ma intuii che era semplicemente una tappa intermedia dei suoi spostamenti.
Ora che non aveva più nulla con cui occupare le mani e la mente, la mia presenza non gli sembrava più una seccatura. Ero qualcuno con cui parlare.
— Non ritornerà mai più da voi, sapete — dissi.
L’uomo alzò le spalle. — Non importa, non lo voglio. In ogni caso la mia è una faccenda personale, lui non potrebbe capire. Può fuggire via di nuovo, meglio così. L’Uomo Futuro non ha bisogno di lui. Ma non esiste posto dove fuggirlo. È finita l’epoca dell’uomo sulla Terra, e lui scoprirà che non si può sfuggire all’obsolescenza. Lo può fare l’Uomo Futuro, ma non noi. Siamo legati alla nostra miserabile esistenza, siamo solo animali e non possediamo ciò che serve per essere liberi.
— Non capisco.
— Nemmeno io, non completamente. Un rettile riuscirebbe a comprendere un uomo? Ma eravamo rettili un tempo… i vostri progenitori e i miei. E così i primi mammiferi, i primi primati. Gli uomini continueranno a progredire ma saranno sempre le scimmie del futuro, i rami sterili, i ritardatari, semplici animali senza scopi e senza destino. Gli uomini “speciali”, i miei uomini, continueranno a evolversi e a dare vita a nuove creature, a nuovi mondi. Io morirò, ma i semi che pianto cresceranno. I loro figli e le loro figlie tra diecimila, dieci milioni di anni non assomiglieranno più all’uomo, non penseranno come l’uomo. Di certo non saranno uomini.