Queste parole fecero immobilizzare immediatamente Erich, e fecero trarre ad alcuni di noi un respiro così profondo da dare l’impressione che fossimo rimasti tutti a bocca aperta. Erich approfittò dell’istante di silenzio per inserirsi nel monologo.
— Bruce! ti abbiamo permesso di continuare questa buffoneria troppo a lungo. Mi pare che tu creda che per il fatto che molte cose sono permesse nel Locale… duellare, ubriacarsi und so weiter… tu possa dire quello che ti pare, perché noi lo dimenticheremo subito, una volta cessata l’ebbrezza. Ebbene, non è così, anche se in un gruppo come il nostro, di persone strampalate e di spiriti liberi, che per di più lavorano come agenti segreti, non ci può essere la rigorosa disciplina militare di un normale esercito della Terra.
“Ma lasciati dire, Bruce, e ficcatelo bene nella testa… Sid, Kaby e Marcus potranno confermarlo, in quanto ufficiali di pari grado… che il dominio dei Ragni si estende fino a questo Locale e oltre, così come la parola di der Führer comanda fino a Chicago. E, cosa che non spetterebbe a me farti notare, Bruce, i Ragni hanno punizioni che farebbero… be’, impallidire i miei connazionali di Belsen e Buchenwald. Perciò, finché resta ancora un’ombra di possibilità, per noi, di giustificare le tue parole considerandole come una buffonata priva del minimo buon gusto…”
— Continua pure a blaterare — disse Bruce, senza neppure guardarlo e facendo con la mano il gesto di allontanarlo. — Vi ho fatto una proposta. — Fece una pausa. — Con chi stai, Sidney Lessingham?
Mi sentii le ginocchia molli, e Sid tardò a rispondere. Il mio amichetto trangugiò a vuoto, poi fece come per guardarsi intorno, per osservare gli altri. Il senso della realtà, già sceso su di noi, ora divenne qualcosa di spaventoso; Sid non si guardò affatto intorno, e si limitò a raddrizzare la schiena. Proprio in quel momento, Marcus si intromise per dire: — Questo mi addolora, Bruce, ma credo che tu sia invasato. Erich, dobbiamo confinarlo.
Kaby annuì quasi distrattamente. — Confinate o uccidete il codardo, quello che si fa prima; frustate la donna, poi proseguiremo subito per la battaglia egiziaca.
— Certo — disse Marcus. — Io sono morto in quella battaglia. Ma ora forse non vi morirò più.
Kaby lo guardò e gli disse: — Romano, mi piaci.
Bruce aveva ancora sulle labbra un sorriso forzato; i suoi occhi si fissarono su un altro di noi: — Tu, Ilhilihis?
La scatola fonica di Illy non aveva mai avuto un suono metallico, almeno alle mie orecchie, ma ora lo ebbe quando egli rispose: — Io vivo, molto più di voi, di tempo rubato al tempo, tra-la-la, ma al vecchio Illy piace ancora vivere. Lasciami fuori da queste cose, Bruce caro.
— Miss Davies?
Al mio fianco, Maud replicò subito, in tono molto sgarbato: — Mi credi pazza?
Dietro a Maud, scorsi Lili e pensai: Santo Cielo, forse sarei altrettanto orgogliosa, se fossi nei suoi panni; ma accidenti, non avrei un’aria tanto spavalda.
Lo sguardo di Bruce non era ancora giunto su Beau, ma il piccolo giocatore lo prevenne: — Non ho nessuna particolare ragione per trovarvi simpatico, signore, anzi, direi proprio il contrario. Tuttavia questo Locale comincia ad annoiarmi più ancora di quanto non mi avesse annoiato Boston a suo tempo, e inoltre mi è sempre risultato difficile resistere a un bel discorso. Anche se era un discorso assai prolisso. Sono con voi, signore.
Provai un tuffo al cuore e mi sentii ronzare le orecchie. Mi parve di sentire borbottare Sevensee: — Le ho piene, di questi Ragni puzzosi. Mettimi nella banda.
Nello stesso momento, Doc sorse da dove era scivolato, ai piedi del bar; era senza cappello, e i suoi capelli erano tutti arruffati. Afferrò la bottiglia per il collo e ne spezzò il fondo contro il bancone. Poi la brandì, gridando:
— Ubivaytye Pauki… i Nyemetzi!
Subito Beau tradusse: — Morte ai Ragni… e ai tedeschi!
Doc non scivolò a terra come si potrebbe pensare (con l’altra mano si afferrava al bancone, saldamente). Il Locale divenne silenzioso, dentro e fuori, come non lo era mai stato, e nel silenzio gli occhi di Bruce si mossero per incontrare quelli di Sid.
Prima di fissarsi su Sid, tuttavia, quegli occhi si arrestarono ancora una volta. Udii la voce di Bruce: — Miss Forzane?… — e pensai: È proprio una cosa ridicola. Feci per darmi un’occhiata intorno, cercando la Contessa, ma mi sentii guardata da tutti e compresi: Ehi, sono io! Ma è impossibile che mi stia succedendo una cosa come questa. Agli altri può succedere, certo, ma non a me. Io lavoro qui, e basta. Non può succedere a Greta, no, no, no!
Ma invece stava succedendo proprio a me, inequivocabilmente, e gli occhi di tutti continuavano a essere puntati su di me. Il silenzio, il greve senso di realtà sceso su di noi erano spaventosi. Pensai: Greta, devi dire qualcosa, magari soltanto una parolaccia adatta alla situazione. Poi, d’improvviso, capii che tipo di silenzio fosse quello che ci avvolgeva.
Era il silenzio di una grande metropoli, se si potessero cancellare in un istante tutti i suoi rumori. Era la canzone di Erich dopo che il piano aveva smesso di accompagnarlo. Era come se i Venti del Cambio potessero spegnersi completamente… e quando distolsi lo sguardo dagli altri, già sapevo cosa fosse accaduto.
Le due ragazze Fantasma erano sparite. Il Mantenitore Maggiore non era stato semplicemente Introvertito. Era scomparso.
9
— Abbiamo esaminato il muschio tra le piastrelle, e l’abbiamo trovato intatto.
— E immagino che avrete frugato tra le carte di D., e tra i libri della sua biblioteca!
— Certamente; abbiamo aperto ogni plico ed ogni busta; non soltanto abbiamo aperto ogni libro, ma abbiamo sfogliato ogni volume pagina per pagina…
Tre ore più tardi, io e Sid ci lasciavamo cadere sfiniti su un divano: era il divano più vicino alla cucina, ma eravamo troppo stanchi per provare desiderio di cibo, almeno per il momento. Una lunga ricerca, assai più minuziosa di quanto non si possa immaginare, ci aveva rivelato che il Mantenitore non era nel Locale.
Eppure doveva trovarsi nel Locale: continuammo a ripetercelo per le prime due ore. Doveva, se la pratica e le teorie che regolavano la nostra vita nel Mondo del Cambio significavano qualcosa. Un Mantenitore è ciò che mantiene in esistenza un Locale. Il Mantenitore Minore si occupa dell’ossigeno, della temperatura, umidità, gravità e in generale delle altre minuterie vitali e materiali, ma il Mantenitore Maggiore è quello che impedisce alle pareti di schiacciarci e al soffitto di cascarci sulla testa. Non è molto grande, ma, perdiana, svolge un compito molto importante.
Non funziona mediante fili o con onde radio e altre cose complicate. Si limita ad ancorarsi allo spaziotempo locale.
Mi hanno detto che la sua parte interna, la parte che ne assicura il funzionamento, è costituita da certe molecole molto robuste, molto dure, gigantesche, ciascuna delle quali è praticamente un minuscolo cosmo a sé stante. Visto dall’esterno, sembra una radio portatile, con qualche manopola in più del solito, varie spie luminose, levette e una serie di prese a cui collegare le cuffie auricolari e tutto l’assortimento degli altri ammennicoli sensoriali.