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Restavano Erich, Bruce, Lili e la sottoscritta.

Erich, pensai… ecco, qui si comincia a ragionare. Il mio piccolo comandante ha lo scatto di un coyote e il coraggio di un gatto arrabbiato: se avesse giudicato opportuno farsi chiudere con Bruce per averla vinta, non avrebbe esitato un istante a farlo.

Erich, prima di mettersi a fare balletti sulla cassa della bomba, aveva continuato a stuzzicare Bruce dalla folla, ma forse, tra una punzecchiatura e l’altra, aveva avuto il tempo di fare un passo indietro, in silenzio, Introvertire il Mantenitore e… be’, in questo modo il novanta per cento del problema era risolto.

Se la colpevole ero invece io, voleva dire che ero pazza e questa era la spiegazione migliore. Ah, ah.

I possibili moventi di Bruce parevano ovvi, soprattutto il pericolo mortale (o si trattava di un pericolo immortale?) in cui si era messo con l’incitarci all’ammutinamento: poteva essere un’ottima spiegazione, e quindi era un vero peccato che Bruce fosse rimasto in piena vista, sul bancone del bar, così a lungo. Del resto, se il Mantenitore fosse stato Introvertito prima che lui saltasse sul bancone, ciascuno di noi avrebbe notato la spia luminosa azzurra che si accendeva a intermittenza. Anzi, l’avrei notata io stessa, quando mi ero girata a guardare le ragazze Fantasma — sempre che si accendesse nel modo descritto da Sid, il quale non l’aveva mai vista in azione e si era limitato a leggere la descrizione sul manuale — oh, come dice lui: cospetto!

Comunque, Bruce non aveva bisogno dell’occasione adatta — sono certa che ogni maschio presente nel Locale mi avrebbe subito mosso la stessa obiezione — perché a sua disposizione c’era Lili, che poteva fare quel lavoro per lui: e Lili aveva avuto molte occasioni per farlo, come gli altri, del resto. Per conto mio, ho varie riserve sul detto che “una donna innamorata è come argilla nelle mani dell’uomo che ama”, ma confesso che nel caso di Bruce e Lili queste riserve cadevano alquanto, e già in precedenza mi era parso ovvio, quando tutti lo avevano deciso, di muto accordo, che né i controlli di Lili né quelli di Bruce potevano avere valore, relativamente alla ricerca del Mantenitore.

Con questo, avevo terminato l’esame di coloro che erano presenti nel Locale, e rimaneva soltanto un eventuale Estraneo Misterioso, penetrato, chissà come, da una Porta (ma come, senza usare il nostro Mantenitore?), uscito da qualche inconcepibile nascondiglio o scivolato fuori dal Vuoto stesso. So che quest’ultima ipotesi è totalmente assurda — dal niente non può venire fuori niente — ma se c’è una cosa che dà proprio l’impressione di essere stata fatta apposta perché ne scivoli fuori qualcosa di assolutamente spiacevole, questa è appunto il Vuoto… fosco, nebbioso in eterno rimescolio, grigio e traditore…

“Aspetta un istante” mi dissi “e pensa bene a un particolare, Greta. Ti sarebbe dovuto venire in mente subito.”

Se qualcosa era venuto fuori dal Vuoto, o (com’era più probabile) se qualcuno si era staccato da noi e si era recato al Mantenitore, Bruce lo avrebbe dovuto vedere. Egli, per tutto il tempo, aveva avuto sotto gli occhi il Mantenitore, posto alle nostre spalle: aveva certamente visto tutto ciò che era successo all’apparecchio, di qualsiasi cosa si trattasse.

Erich, invece, non poteva vedere, neppure dopo essere salito sul baule, poiché, buon regista di se stesso, era rimasto voltato verso Bruce per tutto il tempo che gli era occorso per rivestire i panni del tribuno della plebe.

Ma Bruce sì… a meno che non fosse talmente preso dalle parole da lui stesso dette…

No, amici, un Demone è sempre un attore, creda o non creda a quello che dice, e non c’è, non ci fu, non ci sarà mai un attore che non noti immediatamente la persona del pubblico che ha l’ardire di alzarsi e di andarsene via mentre lui recita la scena madre.

Dunque, Bruce doveva sapere tutto, e inoltre era miglior attore di quanto non avessi creduto, poiché nessuno aveva sospettato di lui e aveva fatto il mio stesso ragionamento: altrimenti avrebbe immediatamente denunciato Bruce di fronte a tutti.

Non io, però… Io sono diversa. E poi non me la sentivo: già soltanto a pensarci, mi venivano certi sudorini freddi che mi pareva d’essere all’inferno…

“Forse” mi dissi per incoraggiarmi “il Locale è davvero l’Inferno.” Ma aggiunsi subito: “Comportati come vuole la tua età, Greta… Cerca di essere fino in fondo una spietata, selvaggia, inesorabile ventinovenne!”.

11

Il fuoco di sbarramento tuona e si innalza. Poi, goffamente curvi Sotto il peso di bombe, fucili, badili, tuta da combattimento, Gli uomini si pigiano e s’arrampicano per incontrare il fuoco rabbioso. File di visi grigi e mormoranti, segnati dalla paura, Lasciano le trincee, scavalcano i bordi, Mentre il tempo ticchetta vuoto e alacre al loro polso.
Sassoon
SUL FRONTE OCCIDENTALE, 1917

— Per favore, lascia perdere, Lili.

— Devo farlo, amore.

— Sveglia, idol mio! Che hai, i brividi?

Aprii un poco gli occhi, mentendo a Sid con un sorriso, serrai forte una mano nell’altra e guardai Bruce e Lili che discutevano accanto al divano di comando, e rimpiansi di non avere anch’io un grande amore che nascondesse ai miei occhi ogni tristezza e mi fornisse un passabile surrogato dei Venti del Cambio.

Lili dovette averla vinta, a giudicare dal modo in cui drizzò la testa e lasciò le braccia di Bruce con un sorriso orgoglioso e dolce. Lui si allontanò di alcuni passi; grazie al Cielo, non fece una scrollata di spalle verso di noi, a mo’ di vecchio marito; si capiva che era nervoso e che non sopportava l’Introversione, ma chi la sopporta?

Lili appoggiò una mano sullo schienale del divano di controllo, strinse le labbra e si osservò in giro, senza muovere la testa. Il suo corto vestito di seta grigia, senza cintura, non la faceva sembrare tanto una donna vissuta — anche se sembrava anche quello, certo — quanto piuttosto una bambina di pochi anni, ma la scollatura era abbastanza profonda da mostrare che non lo era affatto.

I suoi occhi esitarono, poi finirono per arrestarsi su di me, ed ebbi un presentimento di ciò che stava per dirmi: le ragazze amano scegliere sempre me come ascoltatrice. Inoltre, io e Sid rappresentavamo il partito di centro nel neonato schieramento politico del Locale.

Lili trasse un profondo respiro, tirò il mento in avanti e disse, con accento londinese e timbro più stridulo del solito: — Noialtre ragazze abbiamo gridato molte volte: “Chiudete la Porta!” ma adesso la Porta è sbarrata, è chiusa ermeticamente!

(La mia premonizione era esatta, e mi sentivo un po’ a disagio, perché è la solita storia degli innamorati: si pensa di essere l’altra persona, si desidera vivere la sua vita — in fondo si vorrebbe approfittare della sua gloria, anche se questo è un aspetto della cosa che non verrebbe mai confessato — si diventa suo portavoce, e in complesso si finisce per combinare un grandissimo pasticcio. Tuttavia dovevo ammettere che quello di Lili, come inizio, non era affatto male… e la descrizione era spiacevolmente giusta, del resto.)

— Il mio fidanzato crede che forse potremmo ancora riuscire ad aprire una Porta. Io no. Lui sostiene che è prematuro esaminare la bizzarra situazione in cui ci troviamo. Io no.

Dal bar si alzò subito una risata: la reazione dei militaristi. Erich fece un passo avanti ed esclamò allegramente: — Ohibò, adesso ci toccherà sorbirci anche i discorsi delle femmine? Cos’è diventato, questo Locale, il Club Domenicale di Piccolo Punto di Sidney Lessingham?