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Ma nell’universo ci sono altre cose, e non soltanto l’uomo, capaci di prendere decisioni e agire rapidamente. Illy atterrò su Beau prima che questi raggiungesse Erich, lo avvolse strettamente nei tentacoli, ed entrambi cominciarono a girare su se stessi, come un’insegna luminosa da barbieri, a strisce elicoidali bianche e argentate. Beau serrò le mani sui tentacoli, ma nello stesso tempo cominciò a diventare paonazzo, e io trasalii al pensiero di quel che dovevano provare tutt’e due.

Ma forse anche Sevensee aveva avuto uno zoccolo nel Purgatorio dell’indecisione, poiché Bruce riuscì a liberarsi dalla stretta del satiro e cercò di colpire Marcus con un pugno; tuttavia il romano gli torse il braccio, e il pugno andò a vuoto.

Erich non fece alcun movimento per partecipare alla zuffa, e questo è perfettamente in carattere col mio piccolo comandante. Lui non si degnerebbe di dar pugni a nessuno, all’infuori di me.

Poi Sid giunse finalmente a una decisione, ma io non saprei quale fosse, poiché, quando allungò il braccio per prendere il Mantenitore Minore. Kaby glielo strappò di mano, con aria sprezzante, e gli sferrò una ginocchiata al basso ventre che mozzò il fiato perfino a me, per solidarietà, e che lo fece cadere a terra in ginocchio, accanto a Bruce e a coloro che lo tenevano fermo. Poi, riacquistando l’equilibrio dopo aver colpito Sid. Kaby appioppò con somma noncuranza a Lili, che cercava di rubarle il Mantenitore, un violento manrovescio che la sbatté lunga e distesa sul divano.

Erich si rischiarò in volto come un’insegna luminosa, e fissò Kaby. in attesa.

Lei si piegò leggermente in avanti, dondolò un paio di volte sui talloni, reggendo il Mantenitore sul braccio sinistro, come un giocatore di basket che medita un canestro. Poi fece un gesto brusco, verso destra, con la mano libera. Io, sul momento, non capii, ma gli altri capirono perfettamente, poiché Erich fece un balzo verso la zona Ristoratore, e Marcus lasciò il braccio di Bruce e seguì Erich, chinandosi per evitare un pugno a vuoto di Sevensee (il satiro si accingeva a gettarsi nuovamente nella mischia, non so a favore di chi). Illy srotolò da Beau i tentacoli, e imitò Erich e Marcus con un grande balzo.

A questo punto, Kaby toccò una monopola e la ruotò fino al massimo, e Beau, Bruce, Sevensee e il povero Sid caddero a terra, inchiodati da circa otto gravità.

La gravità, suppongo, era forse un po’ minore nei pressi del nostro divano, ma nessuno lo avrebbe potuto dire dalla figura di Sid: cadde a terra di schianto, bocconi, con le braccia larghe; una mano era abbastanza vicina a me, tanto che avrei potuto toccarla (ma poi non avrei più potuto lasciarla!); la sua bocca aperta toccava il pavimento; respirava affannosamente da un angolo delle labbra; la spina dorsale pareva volergli sprofondare nella schiena fino a raggiungere la pancia. Bruce riuscì a sollevare di pochi centimetri la testa e una spalla, e tutta la scena mi richiamò alla mente un’incisione di Doré per l’Inferno, in cui i dannati di maggior prestigio sono immersi nel ghiaccio fino al collo, nell’ultimo cerchio.

La gravità non mi ghermì, sebbene la potessi sentire sul braccio sinistro. Mi trovavo quasi completamente nella zona Ristoratore, ma anch’io mi lasciai cadere al suolo, un po’ per una sorta di irrazionale solidarietà, ma soprattutto per non correre il rischio che Kaby mi colpisse.

Erich, Marcus e Illy si erano tolti dalla zona pericolosa e si dirigevano verso di noi. Maud scelse questo istante per sferrare il proprio attacco: non aveva molta scelta, se davvero voleva sferrarne uno. Adesso pareva una donna, e non l’eterna adolescente di prima: credo che il pensiero del miracolo che le era successo le fosse rimasto nella mente, nonostante la paura dell’esplosione, e che per lei si trattasse di una cosa molto importante. Si lanciò avanti di scatto, tesa al duplice scopo di sospingere, con un braccio, Kaby nella zona di alta gravità, e di afferrare il Mantenitore Minore con l’altro.

14

Come i diamanti, veniamo tagliati con la nostra stessa polvere.

Webster
“E ADESSO, TI DECIDERAI A PARLARE?”

I cretesi devono avere gli occhi anche sulla nuca, o più probabilmente, diciamolo chiaro, gli Intrattenitori non sono Soldati. Kaby si spostò di lato, alzò un braccio, applicò uno strattone, e la povera vecchia Maud finì dove aveva intenzione di mandare Kaby. Con profondo orrore vidi la gravità afferrarla e schiacciarla a terra.

Certo, anch’io avrei potuto saltarle addosso e ricevere lo stesso trattamento di Sid, Lili e Maud, ma vi assicuro che non sono molto coraggiosa, quando si tratta di mettere a repentaglio la vita.

Lili tentò di rialzarsi, un po’ stordita. Kaby la sospinse indietro con un buffetto, e disse con voce tranquilla: — Dov’è? — poi le appioppò un violento manrovescio. La cosa che mi colpì maggiormente fu il modo calmo, del tutto indifferente, con cui glielo diede. Posso capire che una persona, presa dal furore, ne colpisca un’altra, e posso perfino giustificare una persona che si porta deliberatamente in una condizione di collera, in modo da poter successivamente compiere qualche azione violenta, ma questo modo d’agire a sangue freddo mi rivolta lo stomaco.

Lili pareva sul punto di perdere sangue dal naso, ma uscì dallo stordimento di prima e serrò la mascella. Kaby afferrò il filo di perle di Lili e glielo strinse intorno al collo, e il filo si ruppe e le perle finirono a terra e rimbalzarono da tutte le parli come palline di ping-pong, cosicché Kaby tirò verso il basso il fazzoletto grigio, di seta, con cui Lili si era fermata i capelli, e, quando le fu giunto all’altezza del collo, prese a stringere quello. Lili cominciò a fare smorfie di dolore, ma senza aprire le labbra. Erich, Marcus e Illy, intanto, erano arrivati fino al divano e avevano fatto crocchio intorno alle due donne: osservavano la scena, ma non parevano intenzionati a sostituirsi a Kaby. Per loro andava benissimo ciò che faceva la cretese.

— Ti avverto, cagna — le disse Kaby — abbiamo poco tempo. In questo Locale c’è una stanza della guarigione, e io so usare gli strumenti che contiene.

Ecco, ci siamo, pensai, augurandomi di poter svenire. Oltre a tutto il resto, oltre alla stessa morte, era destino che tirassero fuori anche l’incubo fatto su misura per me, l’orrore che portava scritto il mio nome sul cartellino del destinatario. Non mi concedevano di esplodere in pace. Non bastava loro la bomba atomica. Dovevano inserire nel copione anche il mio diavolo personale.

— C’è uno strumento chiamato Invertitore — disse Kaby, proprio come prevedevo (ma io, in realtà, non udivo le sue parole: una sorta di vuoto mentale che vi spiegherò tra un istante). — Ti apre tutta, per poter guarire il tuo interno senza dover tagliare la pelle e farti perdere sangue. Ti rivolta le parti più grosse, ma non i vasi sanguigni. La tua pelle… occhi, orecchie, naso, dita, tutto… diventa il rivestimento di un piccolo buco, nel cui interno ci sono i tuoi capelli.

“Intanto, le tue interiora sono visibili, accessibili al guaritore, che può fare ciò che deve. Tu puoi sopravvivere per un certo tempo con l’aria contenuta nel buco. Prima, però, il guaritore ti dà una certa aria che ti dà il sonno, altrimenti diventeresti pazza entro cinquanta battiti del cuore. Noi vogliamo vedere, ora, che effetto ti fanno dieci secondi, senza l’aria del sonno. E adesso, ti deciderai a parlare?”