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Avevo cercato di spiegarmi questa faccenda di Bruce, Lili, Erich, ma dopo un po’ mi ero stufata. Lili aveva desiderato con tutto il suo cuore di farsi un nido con Bruce, e nient’altro, ormai, l’avrebbe soddisfatta: ora si sarebbe mandata al diavolo a modo suo, e probabilmente sarebbe morta alcolizzata una terza volta, nel Mondo del Cambio. Bruce desiderava il nido e Lili, certo, ma più ancora desiderava il Mondo del Cambio e la vita che esso gli offriva: passare da una all’altra, secondo il costume dei Soldati, prendere sbronze e recitar poesie. Dopotutto, il seme descritto da Lili non era la sua — di Bruce — idea per salvare il cosmo; forse un giorno o l’altro Bruce avrebbe organizzato un vero ammutinamento, ma era più probabile che si limitasse a fare il rivoltoso da salotto, sullo sgabello del bar.

Comunque, l’infatuazione tra lui e Lili non sarebbe mai morta completamente, per quanto rancida potesse parere in questo momento. L’aspetto di vero amore se ne sarebbe andato, ma il Cambio avrebbe fatto risaltare l’aspetto romanzesco e sentimentalistico, e un loro nuovo incontro sarebbe parso ai loro occhi una cosa molto trascinante.

Erich aveva trovato il suo Kamerad, fatto su misura per lui: Bruce aveva avuto il fegato e l’intelligenza di disinnescare la bomba, come lui aveva avuto il fegato di innescarla. Bisogna dare atto a Erich di avere avuto il coraggio di metterci in una situazione in cui dovevamo far saltare fuori il Mantenitore o morire, ma non so quale atto sarebbe abbastanza offensivo, per uno così.

Comunque, ci avevo provato, qualche tempo prima. Gli ero scivolata alle spalle, e gli avevo detto: — Ehi, come se la passa il mio sadico piccolo comandante? Credi che io abbia tirato una riga sui tuoi und so weiter? — e, mentre lui si voltava, avevo piegato le dita e gli avevo graffiato la faccia. Ecco come mi ero procurata rocchio nero. Maud voleva metterci una sanguisuga elettronica, ma io preferii il tradizionale fazzoletto umido. Be’, comunque, Erich adesso aveva i suoi graffi per accompagnare quelli di Bruce; meno profondi, certo, ma ne aveva quattro, e mi auguravo che s’infettassero: non mi ero lavata le mani da prima ancora della sparizione del Mantenitore. Non che Erich non ami le cicatrici.

Fu Marcus che mi diede una mano per rialzarmi, dopo che Erich mi ebbe stesa col suo pugno.

— Hai qualche “omnia” anche per questo? — gli domandai, seccamente.

— Per che cosa? — mi chiese lui. — Oh, per quanto ci è successo — gli risposi, con una smorfia.

Mi parve che ci pensasse sopra un momento, e infine disse: — Omnia mutantur, nil interit.

— Sarebbe a dire? — gli feci.

— Tutto cambia — rispose lui — ma nulla in realtà viene perduto.

Poteva essere un’ottima filosofia da contrapporre ai Venti del Cambio. Ma anche maledettamente sciocca. Mi domandai se Marcus ci credesse davvero. Speravo che ci credesse. A volte mi pare che sia una gran stupidaggine cercare di fare seriamente il Demone, o anche la Intrattenitrice. Poi mi dico: “È la vita, Greta. Devi cercare di amarla come puoi”. Ma certe volte è molto difficile apprezzare queste pillole amare.

Qualcosa sfiorò nuovamente il palmo della mia mano. Era il tentacolo di Illy, e i palpi che aveva in punta erano tesi in tutte le direzioni, come un piccolo cespuglio. Feci per togliere la mano, ma poi compresi che il Lunare, semplicemente, si sentiva solo. Abbandonai la mano alle leggerissime pressioni del linguaggio piuma.

Immediatamente sentii le parole: “Ti senti sola, piccola Greta?”.

Questo per poco non mi mise fuori combattimento. Ecco che capivo il linguaggio piuma — linguaggio che non conosco affatto — e per di più lo capivo in inglese, la qual cosa è del tutto assurda.

Per un attimo pensai di essermi sbagliata, e che Illy avesse parlato con la sua scatola fonica, ma ero certa di non avere udito parola, e nei due secondi successivi pensai che comunicasse telepaticamente con me, aiutandosi con le forme del linguaggio piuma. Poi capii cosa facesse: scriveva in inglese sulla mia mano, come se usasse i tasti della sua scatola fonica, e siccome anch’io sono capace di usare una scatola fonica, la mia mente traduceva automaticamente le parole.

Quando capii, mi sentii cogliere dal panico come un debuttante al battesimo del palcoscenico, ma ero troppo stanca per pensare a sbagliare. Mi limitai ad appoggiare la schiena sul divano e ad ascoltare. È bello avere qualcuno che ci parla, anche se si tratta soltanto di un polpo appartenente alla categoria dei pesi mosca, e senza il suono metallico della sua infernale scatoletta, le parole di Illy sembravano molto più serie.

— Ti senti triste, piccola Greta, perché non potrai mai capire cosa sta succedendo a tutti noi — mi stava chiedendo Illy — perché non sarai mai altro che un’ombra che combatte altre ombre… e che cerca di amare delle ombre tra una battaglia e l’altra! È ora che tu comprenda che non stiamo affatto combattendo una guerra, anche se questa è l’apparenza, ma subiamo una specie di evoluzione, anche se non è esattamente il tipo di evoluzione a cui pensava Erich.

“La vostra filosofia terrestre ha una parola per questo, una teoria per spiegarlo: una teoria che possiamo incontrare su molti mondi. Riguarda i quattro ordini della vita: Piante, Animali. Uomini e Demoni. Le Piante sono le dominatrici dell’energia: non possono muoversi nello spazio e nel tempo, ma possono captare l’energia e trasformarla. Gli Animali sono i dominatori dello spazio: possono muoversi attraverso lo spazio. L’Uomo (Terrestre o Extraterrestre, Lunare o non Lunare) è il dominatore del tempo: ha una memoria.

“I Demoni sono il quarto ordine dell’evoluzione: dominatori delle possibilità; possono prendere ciò che potrebbe essere e farlo diventare ciò che è, ed è proprio questa la loro funzione evolutiva. La Resurrezione è come la metamorfosi che trasforma il bruco in una farfalla: un essere del terzo ordine spezza la crisalide della propria linea di vita, ed entra nel quarto ordine di vita. Il distacco dall’involucro di una realtà che non muta mai è simile al primo balzo compiuto da un animale quando cessò di essere una pianta, e il Mondo del Cambio è il nucleo di significato su cui poggiano i vari miti dell’immortalità.

“Ogni evoluzione, a prima vista, sembra una guerra: ottopodi contro monopodi, mammiferi contro rettili. E ha necessariamente una dialettica: ci deve essere la tesi (noi la chiamiamo Serpente) e l’antitesi (Ragno) prima che ci possa essere la sintesi finale, in cui tutte le possibilità saranno pienamente realizzate in un universo definitivo. La Guerra del Cambio non è quella distruzione cieca che potrebbe parere.

“Ricorda come il Serpente sia il vostro simbolo della saggezza, e il Ragno della pazienza. I due nomi risultano giustamente spaventevoli per te, poiché ogni forma di esistenza superiore è una mescolanza di orrore e di delizia. E non provare sorpresa, piccola Greta, di fronte alla vastità delle mie parole e dei miei pensieri; in un certo senso, ho avuto a disposizione un miliardo di anni per studiare la Terra e apprendere le sue lingue e i suoi miti.

“Chi sono i veri Serpenti e i veri Ragni, cioè chi furono i primi che dominarono le possibilità? Chi era Adamo, piccola Greta? E Caino? Chi erano Eva e Lilith, la strega creata prima di lei secondo la leggenda talmudica?

“Nel dare realtà a tutte le possibilità, i Demoni vincolano anche le realtà mentali a quelle materiali. Ogni essere del quarto ordine vive all’interno e all’esterno di ogni mente, nella totalità del cosmo. Anche questo Locale, a suo modo, è un gigantesco cervello: il pavimento è la scatola cranica, il confine del Vuoto è la materia grigia della corteccia… Sì, anche i Mantenitori Maggiore e Minore sono analoghi alle ghiandole pineale e pituitaria, che in un certo senso reggono l’intero sistema nervoso.

“Ecco com’è veramente il quadro complessivo, piccola Greta.”

Il linguaggio piuma cessò, e i palpi del tentacolo di Illy formarono una superficie piana, sulla quale io battei la risposta: “Grazie, Papà Gambalunga”.