— Perché, hai il tempo di preoccuparti della cultura? — feci, quasi sovrappensiero. Subito mi portai la mano alla bocca, come per biasimare me stessa.
— Però, ragazzo, tu ricordi i Dialoghi — osservò Sid. — E non parlar male di Creta, perché ho una dolce amichetta keftiana.
— Ma per quanto tempo ancora potrò ricordare i Dialoghi di Platone? E chi potrà ricordarli dopo di me? — obiettò Bruce, in tono di sfida. — Ed ecco un altro esempio. I Ragni desiderano che Roma sia potente, ma, oggi come oggi, hanno aiutato Roma così malamente che essa crolla in una vampata di invasioni di Germani e di Parti pochi anni dopo la morte di Giulio Cesare.
Questa volta fu Beau a intervenire. Si tratta di un tipo di discussioni amate da tutti, qui nel Locale. — Dimenticate di dire, signore, che la recente caduta di Roma è direttamente dovuta all’Empia Triplice Alleanza, che i Serpenti hanno fomentato tra il Mondo Orientale Classico, la Cristianità Mussulmanizzata e il Comunismo Marxista, nel tentativo di far passare la torcia del potere, dal passato al futuro, attraverso Bisanzio e la Chiesa Ortodossa, senza mai permetterle di cadere nelle mani dell’Occidente comandato dai Ragni. Si tratta, signore, del Piano Trimillenario dei Serpenti: noi stiamo combattendo contro di esso, e per questo tentiamo di far rivivere le glorie di Roma.
— Tentare è la parola adatta — ribatté Bruce. — Ed eccovi il terzo esempio. Per battere la Russia, i Ragni hanno impedito l’entrata in conflitto dell’Inghilterra e degli Stati Uniti, nel corso della seconda guerra mondiale, permettendo così che il Nuovo Mondo venisse invaso dalla Germania e che si creasse un impero nazista che si estende dalle miniere di salgemma della Siberia fino alle piantagioni dello Iowa. da Nizhni Novgorod a Kansas City!
Smise di parlare, e mi si rizzarono i capelli sulla nuca. Dietro di me, qualcuno aveva preso a cantare, con voce arcana e dolente, simile a passi sulla neve gelata: — Salz, Salz, bringe Salz. Kein’ Peitsch’, gnädige Herren. Salz, Salz, Salz.
Mi voltai, e vidi che Doc stava venendo verso di noi a piccoli passi di danza, chinato così tanto che l’orlo dello scialle toccava quasi il terreno. Aveva la testa piegata di lato, sulla spalla, e fissava un punto dietro di noi.
Capii, allora, ma Erich tradusse a bassa voce: — “Sale, sale, porto sale. Non frustatemi, pietosi signori”. Parla ai miei compatrioti nella loro lingua. — (Doc aveva passato gli ultimi mesi della sua vita in una miniera di salgemma, prigioniero dei nazisti.)
Ci vide e si raddrizzò, rimettendosi a posto con molta attenzione il cappello a cilindro. Poi si accigliò, mentre il mio cuore accelerava i battiti. Quindi il suo viso tornò a distendersi; scosse le spalle e borbottò: — Nicevò.
— Non importa, signori — tradusse Beau, fissando Bruce. — È vero, grandi civiltà sono state minimizzate o distrutte dalla Guerra del Cambio. Ma altre, che prima erano state calpestate mentre erano ancora in germoglio, hanno dato frutti copiosi. Negli anni verso il 1870, io navigavo su un Mississippi che non aveva mai conosciuto le cannoniere del generale Grant. E avevo studiato pianoforte, lingue, e le leggi dell’azzardo sotto la guida di grandi maestri europei, all’Università di Vicksburg.
— E credete che quella vostra cultura miserabile di battellieri fluviali possa compensarci per la perdita di… — cominciò a dire Bruce.
Ma Sid lo interruppe: — Di grazia, figliolo, non parlar così. Le nazioni sono tutte uguali tra loro, come sono uguali tra loro tutti i pazzi e tutti gli ubriaconi. E io sono disposto a sfidare a duello all’ultimo bicchiere di liquore chiunque oserà smentirmi. Ascolta la voce della ragione: le nazioni non sono così esili da appassire e svanire alla prima manipolazione del loro passato; no, e neppure alla decima manipolazione. Le nazioni sono dei mostri, ragazzo mio, con stomaco di ferro e nervi di bronzo. Non sprecare per loro la tua pietà.
— Vero, signore — aggiunse Beau, gelido e risentito per l’offesa subita dal suo Grande Sud. — Molti di noi entrano nel Mondo del Cambio con la falsa convinzione che il minimo cambiamento del passato… il classico granellino di sabbia allontanato dal suo posto… sarà capace di alterare l’intero corso degli avvenimenti futuri. Occorre del tempo perché accettiamo con tutta la mente, e non solo con l’intelletto, la Legge della Conservazione della Realtà: quando viene alterato il passato, il futuro si altera solamente di quel tanto che gli è necessario per adeguarsi, per ammettere nella sua trama i nuovi dati di fatto. I Venti del Cambio incontrano sempre la massima resistenza. Altrimenti la prima operazione compiuta a Babilonia avrebbe spazzato via New Orleans, Sheffield, Stoccarda, e il luogo natale di Maud, su Ganimede! Osservate come il vuoto lasciato dalla caduta di Roma sia stato colmato dai Germani, imperialistici e cristianizzati. Soltanto un Demone esperto di storia potrebbe segnalarvi la differenza, durante la maggior parte delle epoche storiche, tra la vecchia Chiesa Cattolica Romana e l’attuale Chiesa Cattolica Gotica. Per dirlo con le parole che voi stesso avete riferito alla Grecia, signore, è come una vecchia melodia suonata su un accordo leggermente diverso. Nella scia di un Grande Cambio, le culture e gli individui vengono trasposti, è vero, ma in generale continuano com’erano prima, con poche differenze, a eccezione della solita dispersione di singoli casi, spiacevoli, ma privi di importanza dal punto di vista statistico.
— E va bene, brutti barbogi… forse ho esagerato per amor di tesi — borbottò Bruce. — Ma tanto per cambiare, pensate un attimo ai metodi schifosi che usiamo nella nostra meravigliosa Guerra del Cambio. Avvelenare Churchill e Cleopatra. Rapire Einstein quando era ancora in fasce.
— Ma i Serpenti lo avevano già fatto prima di noi — intervenni io.
— Sì, e noi ci siamo affrettati a copiarli. Questo vi dimostra quanto siamo pieni di idee — ribatté, petulante come una donnetta. — Se abbiamo bisogno di Einstein, perché allora non lo facciamo Risorgere, e non trattiamo con lui quando è già adulto?
Intervenne Beau, facendo sfoggio di cultura in modi più pesanti: — Pardonnez-moi, ma quando avrete assaporato la vostra posizione di Demone un soupcon più a lungo, comprenderete che ben raramente si dà il caso che i grandi uomini possano Risorgere. Le loro essenze sono troppo cristallizzate, signore, le loro linee di vita sono troppo resistenti.
— E voi scusate me, ma mi sembrano tutte stupidaggini. Sono convinto che la maggior parte dei grandi uomini si rifiutino di firmare il patto con i Serpenti, o anche con i Ragni, per quel che importa. Essi disdegnano la Resurrezione, al prezzo a cui viene loro offerta.
— Amico, non sono poi così grandi — mormorai io, mentre Bruce gli piombava addosso con un: — Sia come sia; voi, signore, avete accettato la Resurrezione, e in tal modo vi siete assunto un impegno cui, da gentiluomo, vorrete certamente fare onore.
— Ho accettato la Resurrezione, certo — disse Bruce, con gli occhi che mandavano fiamme. — Quando mi hanno tolto dalla mia linea di vita, a Passiondale, nel ’17, dieci minuti prima che morissi, mi sono aggrappato all’offerta della vita come un ubriaco si sarebbe aggrappato alla bottiglia. Ma allora credevo anche che avrei avuto l’occasione di correggere gli errori della storia, di lavorare per la pace.