Si rimise in piedi, tirandosi dietro senza sforzo anche me. C’era un lieve sorriso di trionfo sul suo viso mentre notava il mio stupore.
«Oh, sarà ricordata a lungo, questa piccola schermaglia», disse.
«Be’, puoi azzuffarti con me a Rio, mentre balliamo per la strada.»
Mi fece cenno di seguirlo. Non ero sicuro di quello che ci aspettava o di come avremmo fatto quel viaggio, però ero eccitato e, in tutta sincerità, non m’interessavano i dettagli della faccenda.
Naturalmente bisognava persuadere Louis a venire, ma ci saremmo coalizzati per convincerlo, e in qualche modo lo avremmo indotto, sebbene restio, a seguirci.
Stavo per uscire dalla stanza, allorché qualcosa catturò il mio sguardo. Qualcosa che si trovava sul vecchio scrittoio di Louis.
Si trattava del medaglione di Claudia. C’era anche la catena avvolta, che rifletteva la luce con le sue minuscole maglie d’oro. La cassa ovale era aperta e appoggiata al calamaio, e il visino sembrava scrutare proprio me.
Allungai la mano e raccolsi il medaglione, guardando molto attentamente il piccolo ritratto. E fu allora che compresi una cosa molto triste.
Lei non era più un ricordo reale. Lei era diventata quei sogni febbricitanti. Era l’immagine nell’ospedale della giungla, una figura che si stagliava contro il sole a Georgetown, un fantasma che sfrecciava attraverso l’oscurità di Notre-Dame. In vita, lei non era mai stata la mia coscienza! Non Claudia, la spietata Claudia. Che sogno! Un sogno puro e semplice.
Un sorriso oscuro e misterioso comparve sulle mie labbra mentre la guardavo, ancora una volta sull’orlo delle lacrime. Poiché nulla era cambiato nella consapevolezza che le avevo rivolto parole d’accusa. Quella cosa era comunque vera. C’era stata un’opportunità di salvezza, e io l’avevo rifiutata.
Volevo dirle qualcosa mentre tenevo in mano il medaglione. Volevo dire qualcosa a ciò che lei era stata e dire qualcosa alla mia stessa debolezza, all’essere avido e malvagio che c’era in me e che ancora una volta aveva trionfato. Perché era così. Avevo vinto.
Sì, volevo dire qualcosa di grande! E che fosse pieno di poesia e di profondo significato, che riscattasse la mia cupidigia e il mio peccato, e il mio vigoroso piccolo cuore. Perché io stavo per andare a Rio con David, e con Louis, no? E una nuova era stava per cominciare…
Sì, per amor del ciclo e di Claudia, di’ qualcosa per oscurare tutto ciò e per mostrarlo per quello che è! Di’ qualcosa per trafiggerlo con la lancia e mostrare l’orrore nella sua essenza.
Ma non potevo.
Che cos’altro c’è da aggiungere, davvero?
La storia è finita.
Lestat de Lioncouet
New Orleans, 1991