Gli antistaminici funzionavano. Anche il letto. E anche il servizio di pizze a domicilio. Sandy non apprezzò molto la miscela di pomodoro e formaggio, ma ebbe ugualmente modo di apprezzare la compagnia.
Marguery con una vestaglietta di seta e nulla sotto era ancora più carina di Marguery in bikini, pensò Sandy. Mentre lei si alzava per andare a prendere piatti, bicchieri di latte e due coppette con dentro noci e olive, Sandy si rese conto che si era quasi completamente dimenticato di tutti i problemi che lo ossessionavano fino a poco prima. Osservò Marguery con attenzione. In effetti, non riusciva a ricordarsi se l’aveva sentita muggire come una mucca o meno, ma per quel che riusciva a ricordare Marguery aveva dato segno di apprezzare appieno ciò che avevano fatto assieme, e ora sembrava piuttosto felice, anche se forse un po’ distratta, mentre si dava da fare nella sua piccola cucina.
Marguery finì la sua pizza molto prima di Sandy. Rimase seduta davanti a lui, sorseggiando una tazza di caffè e osservandolo con espressione critica. — Hai mangiato parecchio — osservò. — Ora ti coricherai per il periodo d’intontimento?
Sandy decise che doveva trattarsi di una “battuta”, ma rispose comunque come se si trattasse di una domanda seria. — Oh, no. Solo gli hakh’hli lo fanno.
— Capisco. E allora quando sono nel loro periodo d’intontimento sono veramente come delle pietre, vero? Voglio dire, sono proprio andati, no?
Pur non riuscendo a capire esattamente di che tipo di battuta si trattasse, Sandy continuò a rispondere. — Sì, dormono profondamente — disse. — Sono andati, come dici tu. Non c’è veramente alcun modo per svegliare un hakh’hli quando è nel suo periodo di intontimento.
— Giusto. È proprio quel che pensavo — disse Marguery con espressione pensierosa.
— Ma io non ho bisogno del periodo di intontimento, perché sono un essere umano — concluse Sandy. Rimase in attesa della battuta conclusiva di Marguery.
A quanto pareva, non vi era nessuna battuta finale da aspettare. Marguery lo fissò con aria dubbiosa per un po’, poi domandò a bruciapelo: — Perché tu sei realmente un essere umano, vero?
Sandy sorrise. — Non lo abbiamo forse appena provato?
Marguery non ricambiò il sorriso. — No, non lo abbiamo provato affatto. Voglio dire, che cosa farai se le cose vanno storte? Sei veramente disposto a metterti dalla parte degli umani in un conflitto contro gli hakh’hli?
— Ma se l’ho appena fatto!
— Hai tradotto dei messaggi per noi — ribatté Marguery. — Penso che si possa considerare tutt’al più come un’indicazione. Non credo che si possa considerare una prova.
La pizza era peggio che mai. Lisandro mandò giù il boccone gommoso che stava masticando e appoggiò il resto della fetta sul piatto. — Sai — disse con tono tranquillo — ho come l’impressione che tu mi stia di nuovo interrogando.
Marguery raddrizzò la schiena e lo fissò dritto negli occhi. Anche da seduta, era più alta di Sandy di almeno venti centimetri. — Ho ancora qualche domanda da farti — ammise. — Hai voglia di rispondere a qualcuna?
— È un piacere per me — ribatté Sandy con una smorfia, giusto per mostrarle che aveva imparato anche lui l’arte dell’ironia.
Marguery però ignorò questo particolare. — Va bene — disse. — A proposito di tutte quelle uova che gli hakh’hli conservano nei loro frigoriferi. Immagino abbiano intenzione di farle schiudere prima o poi, giusto?
— Certo che hanno intenzione di farle schiudere, solo che non possono.
— E perché no?
— Questa è una domanda davvero sciocca, Marguery — disse Sandy solennemente. — Lassù ci sono milioni e milioni di uova. Alcune di queste sono rimaste congelate per secoli, o anche di più. Il motivo per il quale non possono essere schiuse è che non vi sarebbe abbastanza spazio nell’astronave.
— In Africa però ci sarebbe un sacco di spazio — ribatté Marguery.
— Di nuovo questa storia dell’Africa! — esclamò Sandy. — Voialtri diventate completamente irragionevoli quando si parla di Africa! Gli hakh’hli non possono semplicemente scendere e prendersi l’Africa! Che razza di persone credete che siano?
Marguery allontanò lo sguardo, e quando tornò a voltarsi verso di lui Sandy rimase esterrefatto nel constatare che una lacrima le scorreva lungo una guancia. — Giusto per essere precisi, Sandy — domandò — che tipo di persone credi che siamo, noialtri?
Sandy scosse il capo, sempre più perplesso. — Stai parlando a indovinelli — la accusò. — Che cosa intendi dire?
— Non sai come desidererei conoscere le risposte a questi indovinelli — disse lei. — Senti, Sandy, in passato mi hai detto che gli hakh’hli mostravano film terrestri a tutta la nave più o meno ogni settimana…
— Una volta ogni dodigiorno, sì — la corresse. Marguery agitò la mano in un gesto di impazienza.
— E mi hai anche detto i titoli di alcuni di questi film. Il Dottor Stranamore, Quell’ultimo ponte, La Battaglia d’Inghilterra… I titoli ci sono sembrati abbastanza particolari, così siamo andati a controllare. Ti ricordi per caso i titoli di altri film che vi facevano vedere, Sandy? Sandy fece una smorfia. — Ce n’erano a centinaia! Vediamo un po’. Be’, mi ricordo che ce n’era uno chiamato La Grande guerra. Era pieno di carri armati e di prigionieri che venivano fucilati. Poi me ne ricordo uno che si chiamava All’ovest niente di nuovo e un altro chiamato I giovani leoni… Poi, ah già, ce ne era anche qualcuno che non era americano. Alcuni erano in altre lingue, come quello intitolato Il giovane hitleriano Quex, che parlava di uccidere i russi e gli americani perché erano dei criminali di guerra…
— Sandy — lo interruppe Marguery in tono gentile — non ti sei reso conto che mi stai elencando esclusivamente film di guerra? Gli hakh’hli non mostravano mai alla loro gente dei film che non si limitassero a dipingere il popolo della Terra come puramente guerrafondaio?
Sandy la fissò. — Be’, alla nostra coorte mostravano trasmissioni di qualsiasi genere. Abbiamo visto un sacco di film in cui si canta e si balla, e poi diverse situation comedy per famiglie…
Marguery lo interruppe con un cenno della mano. — Non sto parlando dei film che mostravano a voi della coorte. Sto parlando di quelli che venivano proiettati per tutta la nave. La mia impressione, Sandy, è che gli hakh’hli stessero facendo propaganda contro di noi, capisci? Cercando di convincere la loro gente che gli esseri umani non erano altro che dei pazzi guerrafondai assetati di sangue. E allora te lo voglio chiedere di nuovo, Sandy: che impressione hanno gli hakh’hli dei terrestri? E se sono convinti che siamo degli spietati assassini, non credi che potrebbero ritenere una mossa prudente colpire noi prima che noi colpiamo loro?
Sandy la fissò con orrore. — Non posso credere che i Grandi Anziani abbiano in mente una cosa del genere — disse infine.
— Davvero non ci riesci? O è semplicemente che non vuoi? — Lo fissò per un istante con grande intensità. Poi balzò in piedi e si allungò sul tavolo per abbracciarlo. Lo baciò con trasporto, e Sandy sentì le sue lacrime che gli bagnavano le guance.
A quel punto la allontanò da sé e la implorò: — Marguery? A che gioco stiamo giocando adesso? È il gioco io-spio-te o è il gioco noi-ci-amiamo?
— A volte — rispose Marguery con tono cupo — i due giochi si mischiano.
Si fissarono in silenzio per un istante, poi Sandy emise un sospiro. — Io preferisco il gioco noi-ci-amiamo, decisamente — disse.