Un dendarii in uniforme grigia si fermò imprecando a qualche metro di distanza, puntando il fucile al plasma contro Barth.
«Stai indietro, tu!» ringhiò.
Miles si frappose in fretta tra i due, mentre Barth portava la mano alla tasca della giacca. «Amici, amici!» esclamò, sollevando le mani a palmi in fuori verso i due contendenti. Il dendarii lo guardò, incerto e sospettoso, mentre con uno sforzo, Barth abbassava i pugni lungo i fianchi.
Elli Quinn, con il volto arrossato e spaventato, arrivò al piccolo trotto, brandendo un lanciarazzi con una mano sola, con il calcio infilato sotto l’ascella destra e un filo di fumo che usciva dalla canna larga cinque centimetri. Doveva aver sparato direttamente dal fianco.
Il sergente Barth lanciò uno sguardo furente all’arma. «C’è andata un po’ troppo vicino, non le sembra?» sbottò rivolto ad Elli. «Per poco non ci ha fatto saltare in aria assieme al bersaglio.» Era geloso, si rese conto Miles, perché lui un lanciarazzi non l’aveva avuto.
«È stato meglio di niente» rispose Elli con espressione offesa. «Certo è stato meglio di quanto avrebbe potuto fare lei, con quell’equipaggiamento che si è portato dietro lei!»
Miles sollevò la mano… e una fitta gli attraversò la spalla sinistra quando cercò di sollevare anche l’altro braccio. Si toccò la nuca e vide che la mano era bagnata di rosso. Una ferita che sanguinava come un maiale sgozzato, ma non pericolosa. Un’altra uniforme che si era rovinata.
«Sarebbe stato imbarazzante viaggiare in metropolitana con un’arma pesante, Elli» intervenne Miles in tono conciliante, «e non saremmo comunque riusciti a farla passare attraverso la sicurezza dell’aeroporto.» Tacque e osservò i resti fumanti del veicolo della manutenzione. «Nemmeno loro sono riusciti a far passare delle armi attraverso il controllo di sicurezza dello spazioporto, a quanto pare. Chiunque fossero.» E fece un cenno d’intesa al secondo dendarii, che capendo al volo, andò ad indagare.
«Venga via, signore!» lo incitò di nuovo Barth. «Lei è ferito. Arriverà la polizia e lei non dovrebbe trovarsi immischiato in questa cosa.»
Il tenente Lord Vorkosigan non dovrebbe trovarsi invischiato in questa faccenda, vorrai dire… e hai perfettamente ragione. «Ha ragione, sergente. Vada pure, faccia un giro lungo per tornare all’ambasciata e si assicuri che nessuno la segua.»
«Ma signore…»
«La mia sicurezza personale, che ha appena dimostrato la sua efficacia, la rileverà. Vada pure.»
«Il capitano Galeni si farà portare la mia testa su di un vassoio se…»
«Sergente, Simon Illyan in persona si farà portare la mia testa su di un vassoio se salta la mia copertura. Questo è un ordine: vada!»
Il nome del temuto capo della Sicurezza Imperiale non si poteva ignorare e così, pur indeciso e titubante, Barth si lasciò condurre da Miles verso il velivolo. Quando questo si alzò in volo, Miles tirò un sospiro di sollievo. Galeni lo avrebbe davvero rinchiuso per sempre in cantina se fosse tornato indietro ora.
La guardia dendarii, il volto cupo e leggermente verdognolo, tornò dalla sua ispezione al veicolo distrutto. «Due uomini, signore» lo informò. «Almeno, mi sembra che fossero maschi e che fossero in due, a giudicare dal numero di… uhm, parti che sono rimaste.»
Miles guardò Elli e sospirò. «Non è rimasto nessuno da interrogare, eh?»
Lei scrollò le spalle, come per scusarsi, ma senza sincerità. «Oh… ma tu sanguini…» e cominciò ad agitarsi intorno a lui.
Maledizione, se avesse avuto qualcuno da interrogare, Miles non avrebbe avuto nulla in contrario a caricarlo sulla navetta e a decollare, con o senza autorizzazione, per proseguire le sue indagini sulla Triumph, senza le pastoie legali che avrebbero certamente legato le mani alle autorità locali. Tanto gli ispettori della polizia londinese non potevano avercela con lui più di così. E a giudicare dai veicoli dei vigili del fuoco e della sicurezza dello spazioporto che stavano arrivando di gran carriera, avrebbe presto avuto di nuovo a che fare con loro.
La polizia londinese aveva in forza circa sessantamila effettivi, un esercito molto più nutrito, anche se meno armato, del suo. Forse avrebbe potuto metterli alle calcagna dei cetagandani o di chiunque c’era dietro quell’attentato.
«Chi erano quei tipi?» chiese la guardia dendarii, guardando nella direzione in cui si era allontanato il velivolo nero.
«Non ha importanza» rispose Miles. «Non sono mai stati qui e lei non li ha visti.»
«Sissignore.»
Adorava i dendarii, loro non lo contraddicevano mai. Si sottopose alle cure di Elli e cominciò a mettere insieme una storia per la polizia. Di sicuro lui e la polizia si sarebbero stufati l’uno dell’altro prima che la sua visita sulla Terra terminasse.
Ancora prima che gli uomini della scientifica riuscissero a mettere piede sulla pista, Miles si ritrovò di fronte Lise Vallerie. Avrebbe dovuto aspettarselo.
Visto che Lord Vorkosigan aveva fatto di tutto per riuscirle sgradevole, come ammiraglio Naismith invece fece ricorso a tutto il suo fascino, cercando disperatamente di ricordarsi cosa le avessero detto circa le sue due identità.
«Ammiraglio Naismith! I guai sembrano seguirla ovunque!» esordì lei.
«In questo caso pare proprio di sì» rispose affabile, sorridendole con tutta la calma che fu in grado di racimolare, date le circostanze. L’olocameramen non c’era; probabilmente la ragazza era alla ricerca di qualcosa di più di un’intervista improvvisata.
«Chi erano quegli uomini?»
«Un’ottima domanda, la cui risposta starà alla polizia londinese scoprire. La mia opinione personale è che fossero cetagandani, che volevano una rivincita per certe operazione dendarii… ah… non contro di loro, ma a sostegno di una delle loro vittime. Ma non citi questa mia affermazione, non ho prove. Potrebbero incriminarla per diffamazione o qualcosa del genere.»
«Non se si tratta di una citazione. Non pensa che fossero barrayarani?»
«Barrayarani! Cosa sa lei di Barrayar?» E subito fece in modo che la sorpresa lasciasse il posto al divertimento.
«Ho fatto indagini nel suo passato» rispose lei con un sorriso.
«Rivolgendosi ai barrayarani? Spero che non abbia creduto a tutto quello che dicono sul mio conto.»
«No, certo. Loro pensano che lei sia stato creato dai cetagandani e io ho cercato delle prove che convalidassero questa tesi tramite fonti private. Ho trovato un immigrato che lavorava in un laboratorio di clonazione. Purtroppo però la sua memoria si era persa parecchi particolari, perché quando fu licenziato lo costrinsero a sottoporsi ad un lavaggio del cervello. Ma quello che era in grado di ricordare è già di per sé strabiliante. La Flotta dei Liberi Mercenari Dendarii è registrata nel Gruppo Jackson, vero?»
«Si tratta solo di un espediente legale, non c’è nessun altra relazione con il Gruppo, se è questo che vuole sapere. Ha fatto bene i compiti a casa, eh?» Miles storse il collo e vide Elli Quinn, accanto ad un veicolo della polizia poco distante, che gesticolava animatamente con un impassibile ispettore.
«Certo» rispose Vallerie. «Parò mi piacerebbe, con la sua collaborazione, approfondire un po’ l’argomento. Sarebbe di estremo interesse per gli spettatori.»
«Ah… ma i dendarii non sono in cerca di pubblicità, al contrario. La pubblicità potrebbe mettere in pericolo le nostre operazioni e i nostri agenti.»
«Allora un servizio su di lei. Niente di attuale, semplicemente come è arrivato a questo comando, chi l’ha clonato e perché… di chi è il clone lo so già. I suoi primi ricordi. Mi sembra di capire che è stato sottoposto ad una crescita accelerata e ad un addestramento ipnotico. Che effetto le ha fatto, e così via.»
«Era molto sgradevole» fu la secca risposta. Il servizio che gli aveva offerto lo tentava, se non fosse stato per il fatto che dopo che Galeni gli aveva tolto la pelle, Illyan lo avrebbe fatto impagliare come un trofeo. E poi Vallerie gli piaceva. Lanciarle qualche amo con false, ma utili, informazioni andava bene, ma un legame troppo stretto in quel momento (gettò un’occhiata in direzione della squadra della scientifica che stava facendo i rilevamenti sui resti del veicolo) poteva essere poco salutare per lei. «Ho un’idea migliore: perché non fa un servizio speciale sulla clonazione illegale dei cittadini?»