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«Signor Smith.» Il capo della polizia era entrato improvvisamente, senza farsi annunziare. «Sono dolente di disturbarla ma ho con me un mandato che devo presentare personalmente.»

«Un mandato? Per me?» domandò Ellery.

«Sì, signor Smith; è convocato in tribunale lunedì mattina, per prestare testimonianza a favore dell’accusa contro James Haight.»

Parte quinta

I

Lola e l’assegno

«Anch’io ne ho uno» mormorò Lola, rivolta ad Ellery «per lunedì mattina in tribunale.»

«Che cosa?»

«Un mandato di comparizione per testimoniare a favore della cara e amatissima accusa.»

«Quel ragazzotto ci prepara qualche scherzo» disse il giudice Martin. «Ma si può sapere che cosa fa in tribunale J. C. Pettigrew? Guardi, Bradford sta parlando con lui sottovoce. Eppure non avrebbe nulla a che vedere con questa faccenda.»

«Oh, che sciocchezze» fece Lola, molto pallida con voce strozzata.

J. C. Pettigrew si sedette tremante e agitato sullo sgabello dei testimoni. Dichiarò d’essere uno degli agenti immobiliari più importanti di Wrightsville e di essere amico dei Wright da molti anni… sua figlia Carmel era la migliore amica di Patricia.

Carter Bradford aveva un’aria trionfante quella mattina, ma la sua fronte era imperlata di sudore.

D. «Guardi questo assegno, signor Pettigrew. È in data 31 dicembre 1940. Dice: “pagate al portatore la somma di cento dollari. Firmato J. C. Pettigrew”. L’ha emesso lei questo assegno, signor Pettigrew?»

R. «Sì, l’ho scritto io.»

D. «A chi l’ha dato?»

R. «A Lola Wright.»

D. «Ci racconti, per favore, le circostanze in cui la signorina ha ricevuto l’assegno.»

R. «Ecco… io, la cosa mi fa un effetto curioso… Voglio dire… l’ultimo giorno dell’anno stavo uscendo dall’ufficio quando entrò Lola. Disse che era in un grave pasticcio, che la conoscevo sin da quando era piccola e se mi fidavo a prestarle un centinaio di dollari. Capii che era preoccupata…»

D. «La signorina Wright non le ha detto perché desiderava quel danaro?»

R. «No, signore. E io non gliel’ho chiesto.»

L’assegno fu catalogato fra le prove e Pettigrew scese dalla pedana.

Lola Wright era nervosa mentre prestava giuramento, ma nel suo sguardo brillava una tal luce di sfida che Carter Bradford arrossì.

«Signorina Wright, che cosa ne ha fatto di questo assegno dopo averlo ricevuto dal signor J. C. Pettigrew il 31 dicembre ultimo scorso?»

«L’ho messo nella borsetta» ribatté Lola. Vi furono delle risa soffocate.

«Sì, lo so» rispose Carter impassibile. «Ma a chi l’ha dato?»

«Non ricordo.»

«Signorina Wright, legga la girata sul retro.»

Lola inghiottì faticosamente, poi lesse a bassa voce:

«Jim Haight.»

«Può spiegare come mai un assegno che lei ha ricevuto come prestito da J. C. Pettigrew porta una girata per Jim Haight?»

«L’ho dato io a Jim, quella sera stessa.»

«Dove?»

«A casa di mia sorella Nora.»

«Eppure gli altri testimoni sono concordi nel dire che lei non era presente alla festa. Come spiega questa faccenda?»

«Ho fatto una visita in casa Haight, ma non ho partecipato alla riunione.»

«Non ha visto nessuno oltre suo cognato, l’accusato?»

«No, sono entrata dalla porta posteriore della cucina.»

«Come faceva a sapere che Jim Haight era in cucina?» domandò Carter Bradford seccamente.

«Sono rimasta in giardino finché ho visto dai vetri che Jim era in cucina. Poi l’ho visto dirigersi verso la dispensa e ho pensato che ci potesse essere qualcuno con lui. Ho bussato, è venuto ad aprire, e sulla porta gli ho dato l’assegno.»

Dunque questa era stata la ragione della visita di Lola, pensò Ellery.

«Gli ha dato l’assegno» ripeté Bradford cortese. «Signorina Wright, l’accusato le aveva chiesto del danaro?»

«No!»

«Eppure lei si è fatta prestare cento dollari dal signor Pettigrew per darli all’accusato?»

«Sì» ribatté Lola freddamente. «Glieli ho chiesti per pagare un debito che avevo verso Jim. Io ho debiti un po’ con tutti.»

Ellery ricordò la sera lontana in cui Jim aveva chiesto disperatamente del danaro a Lola. La notte dell’ultimo dell’anno Lola Wright non aveva pagato un debito, ma aveva portato il suo piccolo contributo alla felicità di Nora. Bradford voleva in fondo provare il disperato bisogno di danaro di Jim Haight.

Il giudice Martin si accinse al contro-interrogatorio con aria quasi soddisfatta.

«Signorina Wright, lei ha deposto un momento fa di essersi recata a casa di sua sorella la notte dell’ultimo dell’anno. A che ora di preciso ci è andata, si ricorda?»

«Sì, ho guardato l’orologio perché dovevo ritornare presto in città. Mancavano quindici minuti alla mezzanotte.»

«Dove ha avuto luogo esattamente la sua conversazione con Jim Haight?»

«Davanti alla porta posteriore della cucina.»

«Che cosa ha detto a Jim?»

«Gli ho domandato che cosa stava facendo e mi ha risposto che stava preparando i cocktails.»

«Ha visto i cocktails in questione?»

Il pubblico si agitò, Carter Bradford si sporse in avanti accigliato. Era un punto importante perché proprio allora doveva essere stato avvelenato il bicchiere fatale.

«No, dal punto in cui mi trovavo della cucina non potevo vedere in dispensa. Non ho visto i bicchieri.»

«Signorina Wright, se qualcuno si fosse intrufolato in cucina dall’atrio o dalla stanza da pranzo mentre lei e il signor Haight stavate parlando sulla porta posteriore, avrebbe potuto vedere quella persona?»

«No» rispose decisa l’interrogata.

«In altre parole, signorina Wright, mentre lei e il signor Haight stavate parlando, qualcuno potrebbe essersi intrufolato in cucina e poi in dispensa attraverso la porta dell’atrio per poi ritornare sui propri passi senza che nessuno si accorgesse della sua presenza?»

«Senz’altro, signor giudice.»

«Qualcuno avrebbe potuto anche entrare in dispensa attraverso la porta della sala da pranzo senza che lei e il signor Haight lo vedeste, vero?»

«Esatto.»

«Quanto è durata la vostra conversazione, vicino alla porta posteriore?»

«Cinque o sei minuti, direi.»

Carter Bradford si alzò per riprendere in mano l’interrogatorio.

«Signorina Wright, so che è penoso per lei, ma devo sapere con esattezza come sono avvenuti i fatti. È entrato veramente qualcuno in dispensa, mentre lei conservava con il signor Jim Haight? E quando?»

«Non lo so. Ho detto semplicemente che qualcuno potrebbe esservi entrato senza che noi ce ne accorgessimo.»

«Quindi lei non dice che è entrato qualcuno, mentre invece ha visto Jim Haight prima uscire dalla dispensa e poi rientrarvi.»

«Nient’affatto» ribatté Lola piuttosto aspra. «Ho fatto dietro-front e ho lasciato Jim alla porta.»

Carter ringraziò. Lola scese dalla pedana e passò altezzosa davanti a Carter.

«E ora vorrei richiamare uno dei miei precedenti testimoni, Frank Lloyd.»

Il sugo della deposizione di questi fu che Jim Haight non era stato il solo ad uscire dal salotto quando si erano preparati i famosi cocktails. Un’altra persona l’aveva seguito.

Il signor Queen pensò: “Ecco, ci siamo!”.

D. «E chi era quell’altra persona, signor Lloyd?»